Blog di Krugman

Bolla! (15 giugno 2015)

 

Jun 15 7:16 pm

Bubble!

It’s tempting! to ridicule! Jeb Bush! over his ludicrous campaign logo! But it would be wrong.

He should, instead, be ridiculed over his ludicrous, self-aggrandizing economic claims.

Incredibly, Jeb! is running on his economic record as governor of Florida, on the claim that he knows how to create growth — 4 percent growth, no less — because of the way Florida prospered during his term in office:

We made Florida number one in job creation and number one in small business creation. 1.3 million new jobs, 4.4 percent growth, higher family income, eight balanced budgets, and tax cuts eight years in a row that saved our people and businesses 19 billion dollars.

During those years, of course, Florida experienced the mother of all housing bubbles — and when the bubble burst (luckily for Jeb! just after he left office) it promptly wiped out 900,000 of those 1.3 million jobs:

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So Jeb! is basically promising that as president, he can generate Florida-style bubbles, which bring disaster when they burst, to the rest of America!

And not incidentally, you might think that the debacle in Kansas would finally kill any notion that conservatives know the secrets of rapid growth. I know, derp abides, but still.

Consider, if you will, the contrast. Hillary Clinton has come under some criticism over the question of whether she really has a plan to achieve her populist agenda. Are there really policies that can reverse the rise in inequality? Could she get them through Congress?

But Jeb! is living in a world of pure fantasy, in which supply-side policies can produce economic miracles despite abundant evidence that they do no such thing. He’s even put a ludicrous number on the goal — 4 percent growth, which nobody has any idea how to achieve.

This is a lot funnier than his adventures in punctuation.

 

Bolla!

Il ridicolo (!) logo della campagna elettorale di Jeb Bush (!) fa proprio venir voglia di fare dell’ironia [1](!) Ma sarebbe sbagliato.

Egli dovrebbe piuttosto essere oggetto di ironia per i suoi comici, auto enfatici argomenti economici.

In modo incredibile, “Jeb!” va avanti sul tema delle sue prestazioni economiche come Governatore della Florida, nella pretesa di sapere come creare crescita – 4 per cento di crescita, niente di meno – per il modo in cui la Florida prosperò negli anni in cui fu in carica:

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“Facemmo della Florida il numero uno nella creazione di posti di lavoro e il numero uno nella creazione di piccole imprese, Un milione e trecentomila posti di lavoro, una crescita del 4,4 per cento, il reddito familiare più alto, otto bilanci in pareggio ed otto anni di sgravi fiscali in un percorso che fece risparmiare ai nostri cittadini e alle nostre imprese 19 miliardi di dollari.”

Durante quegli anni, come si sa, la Florida conobbe l’esperienza della madre di tutte le bolle immobiliari – e quando la bolla scoppiò (fortunatamente per “Jeb!”, subito dopo aver lasciato l’incarico!) spazzò immediatamente via 900.000 di quel milione e 300 mila posti di lavoro.

Dunque “Jeb!” fondamentalmente sta promettendo che, come Presidente, egli potrà dar vita a bolle del genere di quella della Florida, che quando scoppiano portano disastri al resto dell’America!

E non incidentalmente, sarebbe il caso di pensare che la debacle in Kansas abbia finalmente liquidato ogni idea che i conservatori conoscono i secreti della rapida crescita. Lo so, resta la faccenda del “derp”, eppure ….

Se volete, considerate il caso opposto. Hillary Clinton è stata sottoposta a qualche critica sulla questione se effettivamente abbia un programma per portare a compimento il suo programma ‘populista’. Ci sono realmente politiche che possano invertire la crescita delle diseguaglianze? Potrebbe farle approvare dal Congresso?

Eppure “Jeb!” vive in un mondo di fantasia pura, nel quale le politiche dal lato dell’offerta possono produrre miracoli economici nonostante una quantità di prove dimostrino che non fanno niente del genere. Ha persino stabilito un numero nel suo obbiettivo – il 4 per cento di crescita, che nessuno ha idea di come ottenere.

Questo è un bel po’ più divertente delle sue avventure nella punteggiatura.

 

[1] Il logo di Bush è semplicemente “Jeb!”. Quindi Krugman nel post – chissà se non continuerà a farlo per tutto il periodo elettorale – continua a chiamarlo col punto esclamativo (e questo spiega, all’inizio, l’abbondanza ironica di punti esclamativi).

 

 

 

 

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