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Il momento della verità dell’Europa (dal blog di Krugman, 27 giugno 2015)

 

Jun 27 4:13 pm

Europe’s Moment of Truth

Until now, every warning about an imminent breakup of the euro has proved wrong. Governments, whatever they said during the election, give in to the demands of the troika; meanwhile, the ECB steps in to calm the markets. This process has held the currency together, but it has also perpetuated deeply destructive austerity — don’t let a few quarters of modest growth in some debtors obscure the immense cost of five years of mass unemployment.

As a political matter, the big losers from this process have been the parties of the center-left, whose acquiescence in harsh austerity — and hence abandonment of whatever they supposedly stood for — does them far more damage than similar policies do to the center-right.

It seems to me that the troika — I think it’s time to stop the pretense that anything changed, and go back to the old name — expected, or at least hoped, that Greece would be a repeat of this story. Either Tsipras would do the usual thing, abandoning much of his coalition and probably being forced into alliance with the center-right, or the Syriza government would fall. And it might yet happen.

But at least as of right now Tsipras seems unwilling to fall on his sword. Instead, faced with a troika ultimatum, he has scheduled a referendum on whether to accept. This is leading to much hand-wringing and declarations that he’s being irresponsible, but he is, in fact, doing the right thing, for two reasons.

First, if it wins the referendum, the Greek government will be empowered by democratic legitimacy, which still, I think, matters in Europe. (And if it doesn’t, we need to know that, too.)

Second, until now Syriza has been in an awkward place politically, with voters both furious at ever-greater demands for austerity and unwilling to leave the euro. It has always been hard to see how these desires could be reconciled; it’s even harder now. The referendum will, in effect, ask voters to choose their priority, and give Tsipras a mandate to do what he must if the troika pushes it all the way.

If you ask me, it has been an act of monstrous folly on the part of the creditor governments and institutions to push it to this point. But they have, and I can’t at all blame Tsipras for turning to the voters, instead of turning on them.

 

Il momento della verità dell’Europa

Sino ad ora, ogni messa in guardia su una imminente rottura dell’euro si è mostrata sbagliata. I Governi, qualsiasi cosa dicessero durante le elezioni, si arrendevano alle richieste della troika; nel frattempo, la BCE interveniva per calmare i mercati. Questo processo ha preservato la valuta comune, ma ha anche perpetuato una austerità profondamente distruttiva – pochi trimestri di modesta crescita in alcuni paesi debitori non dovrebbero oscurare il costo immenso di cinque anni di disoccupazione di massa.

Da un punto di vista politico, i grandi perdenti in questo processo sono stati i partiti di centro sinistra, la cui acquiescenza alla dura austerità – e di conseguenza l’abbandono di tutto quello che si pensava rappresentassero – fa ad essi un danno maggiore di quanto politiche simili non facciano al centro destra.

A me sembra che la troika – penso che sia il momento di smettere di fingere che qualcosa sia cambiato e di tornare al vecchio nome – si aspettasse, o almeno sperasse, che la Grecia avrebbe ripercorso questa storia. Sia che Tsipras si comportasse nel modo solito, perdendo gran parte della sua coalizione e magari essendo costretto ad una alleanza con il centro destra, sia che il Governo di Syriza cadesse. Il che potrebbe ancora succedere.

Ma, almeno a questo punto, Tsipras sembra indisponibile a darsi la zappa sui piedi. Di fronte all’ultimatum della troika, ha scelto invece di ricorrere ad un referendum che stabilisca se accettarlo. Questo sta portando a molte congetture e dichiarazioni secondo le quali si starebbe comportando in modo irresponsabile, ma, di fatto, sta facendo la cosa giusta, per due ragioni.

La prima, se vince il referendum il Governo greco sarà rafforzato dalla legittimazione popolare; la qualcosa, suppongo, in Europa abbia un peso (se non ce l’ha, sarebbe comunque bene saperlo).

In secondo luogo, sino a questo punto Syriza si è trovata in una posizione politica difficile, con gli elettori che erano al tempo stesso furiosi per le richieste sempre maggiori di austerità e non desiderosi di lasciare l’euro. È sempre stato difficile comprendere come questi desideri potessero essere conciliati; ora è più difficile che mai. In sostanza, il referendum chiederà agli elettori di stabilire la loro priorità, e darà a Tsipras un mandato per fare quello che deve fare se la troika spinge la situazione sino in fondo.

Se volete la mia opinione, è stato un atto di mostruosa follia da parte dei Governi dei creditori e delle istituzioni spingere la situazione sino a questo punto. Ma è quello che hanno fatto, e non posso affatto dare la colpa a Tsipras se si rivolge agli elettori, anziché mettersi contro di loro.

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