Blog di Krugman

L’assenza di slancio di Jeb (15 giugno 2015)

 

Jun 15 8:02 am

Absence of Jebmentum

Nate Cohn notes Jeb Bush’s failure to nail down the GOP nomination, or even to establish himself as the candidate of the Republican “moderates” (I think we always need scare quotes in this context). Jeb is nowhere close to even having the kind of position Mitt Romney had at this stage.

Cohn thinks this is surprising. But may I suggest that we consider the candidate? Why, exactly, is Jeb Bush someone the Republican establishment should coalesce around?

True, he has name recognition — but not the kind you want. Time was that conservative writers fawned over Jeb’s supposed stellar management of the Florida economy, but we now know that it was nothing but a giant housing bubble. What he did do was bring a new intensity of crony capitalism to the state, and in general he has a lot of business career explaining to do.

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Say what you like about Mitt Romney — and there isn’t much that liberals should like — he was at least a successful businessman, someone who managed the Olympics well, and for that matter a successful health care reformer even if he ran away from his own achievement. What, other than his now double-edged family connections, does Bush bring to the table?

 

L’assenza di slancio di Jeb

Nate Cohn osserva l’incapacità di Jeb Bush di prendere una volta per tutte le misure sulla nomination del Partito Repubblicano, o persino di stabilire se egli sia il candidato dei repubblicani “moderati” (in questo contesto, penso siano sempre necessaria la cautela delle virgolette). Jeb non è assolutamente vicino neppure ad avere quella posizione che a questo punto aveva Mitt Romney.

Secondo Cohn questo sarebbe sorprendente. Ma posso suggerire che si rifletta su quale genere di candidato egli sia? Perché Jeb Bush sarebbe qualcuno attorno al quale il gruppo dirigente repubblicano dovrebbe unirsi?

È vero, ha dalla sua la riconoscibilità del nome – ma non del genere che vorreste. C’era un tempo in cui gli scrittori conservatori erano ossequiosi sulla presunta formidabile gestione da parte di Jeb dell’economia della Florida, ma adesso sappiamo che non era niente altro se non una bolla gigantesca. Quello che fece fu portare ad un nuovo livello il rapporto tra il capitalismo clientelare e lo Stato, e in generale un grande percorso di affari che lo spiegano [1].

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Dite quello che volete di Mitt Romney – e non c’è molto che dovrebbe piacere a dei progressisti – almeno fu un imprenditore di successo, uno che gestì bene i giochi olimpici, e per quello che conta una riformatore di successo della assistenza sanitaria anche se prese le distanze da questo suo stesso risultato. Cosa può mettere Bush sul tavolo, se non quelle sue aderenze familiari che ora si rivelano a doppio taglio?

 

 

[1] La tabella, che si riferisce alla bolla immobiliare nel periodo 2002-2006, mostra l’intensità di quel fenomeno in Florida (linea blu), assai più grave che negli Stati Uniti nel complesso (linea rossa).

Il riferimento, invece, ad attività affaristiche è spiegato nell’articolo in connessione, che racconta una storia piuttosto oscura legata ad un commercio di pompe idrauliche con un dittatore nigeriano.

 

 

 

 

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