Jun 9 2:13 pm
Eurostat
I was, I think, one of the first commentators to notice that a funny thing was happening in Iceland: the nation that was supposed to be Ground Zero for financial disaster was actually having a milder crisis than many others, thanks to heterodox policies — debt repudiation, capital controls, and massive devaluation. Now, as Matthew Yglesias points out, Iceland is getting ready to lift the controls, and its experience still looks remarkably good considering the circumstances.
And as Yglesias says, the interesting contrast is with Ireland, now being hailed as a success story for austerity because things eventually stopped getting worse and have lately been getting a bit better. Talk about lowering the bar.
I suppose someone will ask about possible parallels with Greece. Well, if Greece is forced out of the euro it will be in a position to try an Iceland-style devaluation (and will surely have imposed capital controls). Whether it will work as well as it did in Iceland is an open question — for one thing, leaving the euro is very different from never having joined — and I’m still hoping that the whole thing can be avoided. For now, let’s just say that sometimes heterodoxy works much better than the orthodox will ever admit.
Niente affatto la crisi peggiore
Eurostat
Penso di essere stato uno dei primi commentatori ad osservare la cosa buffa che stava accadendo in Islanda: la nazione che si pensava fosse l’epicentro [1] del disastro finanziario stava in effetti conoscendo una crisi più leggera di molte altre, grazie a politiche eterodosse – disconoscimento del debito, controllo dei capitali ed una massiccia svalutazione. Ora, come mette in evidenza Matthew Yglesias, l’Islanda è quasi pronta a revocare i controlli e la sua esperienza sembra, considerate le circostanze, considerevolmente positiva.
E il contrasto interessante, come dice Yglesias, è con l’Irlanda, che adesso viene salutata per l’austerità come un esempio di successo, perché le cose alla fine hanno smesso di peggiorare e di recente stanno un po’ migliorando. Alla faccia di abbassare l’asticella!
Suppongo che qualcuno si chiederà di un possibile parallelo con la Grecia. Ebbene, se la Grecia venisse costretta ad uscire dall’euro, sarà nella condizione di tentare una svalutazione sul modello dell’Islanda (e certamente dovrà imporre il controllo dei capitali). Se ciò funzionerà come è avvenuto in Islanda è una questione aperta – da un certo punto di vista, lasciare l’euro è molto diverso che non avervi mai aderito – ed io spero ancora che tutto questo possa essere evitato.
Per adesso, limitiamoci a dire che talvolta l’eterodossia funziona molto meglio di quanto l’ortodossia sia disposta ad ammettere.
[1] Ground Zero, in inglese, è il termine con il quale, dagli esperimenti sull’atomica del Progetto Manhattan e il successivo bombardamento nucleare del Giappone nel 1945, si designa il luogo sulla superficie terrestre-marina perpendicolare all’epicentro di una esplosione atomica, sia essa avvenuta in atmosfera, sottoterra o sott’acqua; in seguito il termine Ground Zero venne anche utilizzato, impropriamente, per identificare il punto focale del luogo dove avviene una massiccia deflagrazione, l’epicentro di un terremoto o di un altro disastro.
Il termine è divenuto per antonomasia l’area nella parte meridionale di Manhattan (New York City, Stati Uniti d’America) sulla quale, prima degli attacchi terroristici alle torri gemelle dell’11 settembre 2001, sorgevano gli edifici WTC 1 e WTC 2 (Torri Gemelle), appartenenti al complesso del World Trade Center. (Wikipedia)
By mm
E' possibile commentare l'articolo nell'area "Commenti del Mese"