luglio 2015 Archive

Ora Wall Street odia i democratici (31 luglio 2015)

     

Le città industriali del passato (31 luglio 2015)

[1] La connessione è con un ampio articolo di Jonathan Watts apparso su The Guardian del lontano 25 maggio 2005. L’articolo spiegava come, su iniziativa ...

Gli imperatori nudi della Cina, di Paul Krugman (New York Times 31 luglio 2015)

Cosa indica la sofferenza del mercato azionario cinese di queste settimane? I problemi di fondo della Cina sono abbastanza noti: una crescita a ritmi elevatissimi che non può non ridursi, in un processo di sostituzione della domanda di investimenti con una domanda di consumi. Operazione, quest'ultima, che sembra in atto, seppur con difficoltà di vario genere (ad esempio, è stata varata una riforma sanitaria ma essa non riesce a raggiungere la situazione di molti lavoratori). Il punto è che alla crisi dei valori azionari - inevitabilmente derivante da una riduzione di rendimenti troppo elevati - i dirigenti cinesi stanno cercando di resistere con molto volontarismo. Un fattore importante pare adesso sia il loro terrore di perdere di credibilità, avendo spinto i cinesi a tenere azioni delle quali non si riesce ad impedire la svalutazione. Le vicende in corso, dunque, a loro modo riguardano non poco la politica. Se si pensava che i dirigenti cinesi brillassero per competenza e lungimiranza, dal modo in cui stanno annaspando si comprende piuttosto che non sanno che pesci prendere.

I dentisti e l’interesse economico (30 luglio 2015)

[1] Espressione idiomatica, letteralmente “mettere o avere la pelle nel gioco”. Più in particolare viene riferita agli oneri di partecipazione agli investimenti da parte delle ...

La crescita degli Stati a confronto della crescita nazionale (dal blog di Krugman, 29 luglio 2015)

     

Macroeconomia di seconda scelta (dal blog di Krugman, 28 luglio 2015)

[1] Letteralmente, “il tasto Era Facile”, suppongo perché è anche il titolo di una canzone.

Gli zombi contro Medicare, di Paul Krugman (New York Times 27 luglio 2015)

Medicare compie cinquant'anni, e la destra americana torna ad attaccare il programma. Ma è bizzarro che Jeb Bush scelga questo momento per riproporre la messa in liquidazione della assistenza sanitaria pubblica agli anziani. Ci sono stati studi esaurienti che hanno dimostrato che la crescita della spesa in questo settore è stata minore che in quello delle assicurazioni private. Inoltre, negli ultimi anni si è assistito ad un imprevisto rallentamento nella crescita dei costi. E, negli altri paesi avanzati dove il sistema pubblicistico è generalizzato, il controllo dei costi appare migliore che negli Stati Uniti, per ragioni tante volte analizzate. Dopo mezzo secolo, sembra che l'unica insidia a Medicare venga dalla destra americana.

Piani alternativi (27 luglio 2015)

[1] La notizia proviene da un articolo del New York Times del 27 luglio, di Jack Ewing e Niki Kitsantonis, dal titolo “La Grecia faceva ...

Donald e i visionari (27 luglio 2015)

[1] Questo è assai buffo, perché in realtà un post su tale argomento è stato effettivamente pubblicato il 23 luglio (col titolo: “Il Villaggio, la ...

Una nota sui costi di Medicare (26 luglio 2015)

[1] Gli “Health Maintenance Organizations” (Organismi di assistenza sanitaria) sono le varie articolazioni di un organismo introdotto con una legge del 1973, incaricato di fornire ...

Uber e la nuova identità progressista (25 luglio 2015)

     

L’uomo anziano e l’indice dei prezzi al consumo (25 luglio 2015)

[1] Mi pare che sia l’acronimo più probabile, dato il contesto. Forse il riferimento è all’ansioso seguire l’andamento dei prezzi dell’oro per le persone anziane ...

La squadra del MIT, di Paul Krugman (New York Times 24 luglio 2015)

E' un aspetto al quale i media non hanno mai prestato molta attenzione, ma molti dei principali responsabili dell'economia pubblica hanno studiato nel corso degli anni '70 al Massachusetts Insitute of Technology. E' il caso di Ben Bernanke, passato Presidente della Fed; di Stanley Fisher, attuale vice Presidente; di Mario Draghi, Presidente della BCE; di Olivier Blanchard, capoeconomista del FMI, e di Maurice Obstfeld, che lo sostituirà prossimamente. Ed è, tra coloro che non sono impegnati dentro le istituzioni pubbliche, il caso dello stesso Paul Krugman. Sembra che la situazione si sia rovesciata dagli anni nei quali le ricette alla 'stagflazione' venivano dagli economisti della scuola di Chicago. In sostanza, tutta questa vicenda intellettuale ha ruotato attorno allo scontro tra due impostazioni opposte: la fiducia assoluta sui rimedi del libero mercato contro la convinzione del ruolo fondamentale della politica monetaria e della spesa pubblica. Il ruolo egemone della squadra del MIT non è oggi casuale, perchè sono evidenti, dopo la crisi finanziaria del 2008, le ragioni della scuola keynesiana. Ma il loro primato intellettuale è lungi dall'aver persuaso gli uomini politici.

Caricare i ‘phaser’ (24 luglio 2015)

[1] Sono armi speciali (serie Star Treck!) che emettono scariche energetiche di potenza più o meno distruttiva. In questo caso il termine suppongo sia usato ...

SPQR e tutto il resto (23 luglio 2015)

[1] Come si sa, SPQR è l’acronimo di Senatus PopulusQue Romanus. Ma alcuni lo ricorderanno anche come acronimo di “Sono Pazzi questi Romani”, dell’Obelix di ...

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