Blog di Krugman

Assicurazioni e politica economica di Reagan (4 luglio 2015)

Jul 4 10:03 am

Insurance and Reaganomics

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For my sins, I’m debating Stephen Moore next week, so I’ve been doing some reading. And one assertion on Moore’s part actually sent me off to do some research. In an attack on Obamacare, he ridiculed the administration for taking credit for an expansion of Medicaid:

How is putting more people on Medicaid a triumph? Medicaid is a welfare program. If this were a well-functioning economy with good jobs, Medicaid rolls would be shrinking and Americans would be coming self sufficient.

Leave aside the question of whether supply-siders know anything at all about how to achieve prosperity; even when prosperity does come, or at least when they can claim it has come, how does this affect health insurance? Specifically, how did insurance rolls evolve during the reign of Saint Reagan?

The standard Census data don’t go back that far, but the CDC has made estimates for the population under 65. As you can see from the chart, Morning in America did nothing to boost insurance — in fact, the share of Americans with private coverage declined, and because Medicaid din’t grow the overall rate of uninsurance rose from 12 percent in 1980 to 15.6 percent in 1989.

In other words, nothing in the economic record — not even the record of the great conservative hero — suggests that you can grow your way into universal health coverage.

 

Assicurazioni e politica economica di Reagan

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Per scontare i miei peccati, la prossima settimana avrò un dibattito con Stephen Moore [1], così mi sto facendo qualche lettura. E un giudizio da parte di Moore, per la verità, mi ha indirizzato a fare un po’ di ricerche. In un attacco alla riforma sanitaria di Obama, egli ha ironizzato sulla Amministrazione per il merito che si attribuisce di una espansione di Medicaid:

“In che modo molte persone stanno accreditando quello su Medicaid come un trionfo? Medicaid è un programma assistenziale. Se questa fosse stata una economia ben funzionante con buoni posti di lavoro, le iscrizioni a Medicaid si starebbero riducendo e gli americani starebbero diventando auto sufficienti.”

Lasciamo da parte la domanda se i teorici dell’economia dal lato dell’offerta sappiano sul serio qualcosa su come raggiungere la prosperità; anche quando la prosperità arriva per davvero, o almeno quando loro possono sostenere che è arrivata, come questo fatto influenza l’assicurazione sanitaria? In particolare, quale fu l’evoluzione delle iscrizioni assicurative durante il regno di San Reagan?

I normali dati del censimento non arrivano così lontano, ma il Centro per il Controllo delle Malattie e per la Prevenzione ha fatto stime per la popolazione al di sotto dei 65 anni. Come potete vedere dalla tabella, il periodo di “Buongiorno America[2] non fece niente per incoraggiare l’assicurazione – di fatto, la quota degli americani con una copertura privata ebbe un calo, e poiché Medicaid non crebbe, il tasso complessivo dei non assicurati si elevò dal 12 per cento nel 1980 al 15,6 per cento del 1989.

In altre parole, non c’è niente nelle prestazioni economiche – neppure nelle prestazioni del grande eroe dei conservatori – che indica che non si può crescere per la propria strada con una copertura sanitaria universalistica.

 

[1] Giornalista del Wall Street Journal e scrittore su temi economici, di orientamento nettamente conservatore.

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[2] È il titolo di una trasmissione radiofonica di Reagan che ebbe molto successo, al punto da essere spesso usato per indicare il periodo reaganiano.

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