Jul 12 9:10 am
Obviously the news from Europe is terrible, with much confusion about exactly what is happening. Here’s what I think is the story, although I haven’t done any independent reporting.
The thing is, all the wise heads saying that Grexit is impossible, that it would lead to a complete implosion, don’t know what they are talking about. When I say that, I don’t mean that they’re necessarily wrong — I believe they are, but anyone who is confident about anything here is deluding himself. What I mean instead is that nobody has any experience with what we’re looking at. It’s striking that the conventional wisdom here completely misreads the closest parallel, Argentina 2002. The usual narrative is completely wrong: de-dollarization did *not* cause economic collapse, but rather followed it, and recovery began quite soon.
There are only terrible alternatives at this point, thanks to the fecklessness of the Greek government and, far more important, the utterly irresponsible campaign of financial intimidation waged by Germany and its allies. And I guess I have to say it: unless Merkel miraculously finds a way to offer a much less destructive plan than anything we’re hearing, Grexit, terrifying as it is, would be better.
Disastro in Europa
É evidente che le notizie dall’Europa sono terribili, con una grande confusione proprio su quello che sta accadendo. Penso che la storia sia la seguente, sebbene non disponga di alcun autonomo resoconto;
1 – In apparenza, un po’ di tempo fa, pareva che Tsipras si fosse convinto che l’uscita dall’euro era completamente impossibile. Sembra che Syriza non abbia neppure stabilito alcun programma di emergenza per una valuta parallela (spero che si scopra che questa è una notizia infondata). Questo lo lascia in una posizione contrattuale senza speranza. Si sente dire persino, da persone che dovrebbero essere informate, che Ambrose Evans-Pritchard [1] avrebbe ragione, ovvero che Tsipras sperava di perdere il referendum, di offrire una scusa per una capitolazione.
2 – Ma una resa sostanziale non è sufficiente per la Germania, che vuole un mutamento di regime ed una totale umiliazione – e c’è una cospicua fazione che vuole proprio metter fuori la Grecia, e saluterebbe più o meno volentieri un fallimento dello Stato come un ammonimento per tutti gli altri.
3 – Non so se un qualche tipo di accordo possa ancora essere approvato; se anche così fosse, quanto a lungo durerebbe?
Il punto è il seguente: tutte le menti ragionevoli che dicono che una uscita della Grecia è impossibile, che condurrebbe ad una implosione totale, non sanno di cosa stiano parlando. Dicendo questo, non voglio dire che essi abbiano necessariamente torto – credo che lo abbiano, ma in questo caso chiunque sia convinto di qualcosa si sta illudendo. Quello che intendo, invece, è che nessuno ha alcuna esperienza di ciò che stiamo osservando. È sorprendente che in questo caso il buonsenso convenzionale legga in modo completamente fuorviante l’esempio più vicino, quello dell’Argentina nel 2002 [2]. Il racconto più frequente è completamente sbagliato: l’uscita dalla parità col dollaro non portò al collasso economico, semmai lo seguì, e la ripresa cominciò abbastanza presto.
A questo punto ci sono solo alternative terribili, grazie alla inconcludenza del Governo greco e, di gran lunga più importante, alla campagna completamente irresponsabile di intimidazione finanziaria ingaggiata dalla Germania e dai suoi alleati. E penso di doverlo dire: se la Merkel non trova miracolosamente una strada per offrire un piano molto meno distruttivo rispetto a quello di cui si sente parlare, l’uscita della Grecia dall’euro, per quanto terrificante, sarebbe meglio.
[1] Il riferimento è ad alcune note molto brevi pubblicate da Evans-Pritchard sul blog di The Daily Telegraph.
[2] In un post del 9 luglio qua tradotto, Krugman – in polemica con una intervista dell’economista Carmen Reinhart – spiega l’andamento effettivo della svalutazione del peso argentino nel 2002.
By mm
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