Blog di Krugman

Donald e i visionari (27 luglio 2015)

 

The Donald and the Delusional

July 27, 2015 2:03 pm

Nate Cohn cautions us not to make too much of the polls supposedly showing the Trump surge continuing, as many — but not all – were taken before the McCain affair. Fair point. But there’s enough genuine post-McCain polling to show that Trump hasn’t imploded, the way virtually every pundit predicted he would.

I’m actually mad at myself here: I had meant to put up a post questioning that conventional wisdom, but never got around to it, and now you only have my word that what I’m about to say isn’t just hindsight, but a prediction. Oh well. Anyway, on to the point.

What I would argue is key to this situation — and, in particular, key to understanding how the conventional wisdom on Trump/McCain went so wrong — is the reality that a lot of people are, in effect, members of a delusional cult that is impervious to logic and evidence, and has lost touch with reality.

I am, of course, talking about pundits who prize themselves for their centrism.

Pundit centrism in modern America is a strange thing. It’s not about policy, as you can see from the many occasions when members of the cult have demanded that Barack Obama change his ways and advocate things that … he was already advocating. What defines the cult is, instead, the insistence that the parties are symmetric, that they are equally extreme, and that the responsible, virtuous position is always somewhere in between.

The trouble is that this isn’t remotely true. Democrats constitute a normal political party, with some spread between its left and right wings, but in general espousing moderate positions. The GOP, on the other hand, is a deeply radical faction; even its supposed moderates are moderate only in tone, not in policy positions, and its base is motivated by anger against Others.

What this means, in turn, is that to sustain their self-image centrists must misrepresent reality.

On one side, they can’t admit the moderation of the Democrats, which is why you had the spectacle of demands that Obama change course and support his own policies.

On the other side, they have had to invent an imaginary GOP that bears little resemblance to the real thing. This means being continually surprised by the radicalism of the base. It also means a determination to see various Republicans as Serious, Honest Conservatives — SHCs? — whom the centrists know, just know, have to exist.

We saw this a lot in the cult of Paul Ryan, who was and is very obviously a con man, whose numbers have never added up, but who was nonetheless treated with vast respect — and still sometimes is.

But the ur-SHC is John McCain, the Straight-Talking Maverick. Never mind that he is clearly eager to wage as many wars as possible, that he has long since abandoned his once-realistic positions on climate change and immigration, that he tried to put Sarah Palin a heartbeat from the presidency. McCain the myth is who they see, and keep putting on TV. And they imagined that everyone else must see him the same way, that Trump’s sneering at his war record would cause everyone to turn away in disgust.

But the Republican base isn’t eager to hear from SHCs; it has never put McCain on a pedestal; and people who like Donald Trump are not exactly likely to be scared off by his lack of decorum.

For what it’s worth, I still don’t expect The Donald to win the nomination; the big money will presumably coalesce around someone — though given Jeb’s foot-in-mouth performance it’s hard to see who — and will probably squeeze him out in the end. But the story so far has been a remarkable illustration of how little many professional political pundits seem to understand.

 

Donald e i visionari

Nate Cohn ci ammonisce a non far troppo uso dei sondaggi che si suppone mostrino che l’ascesa di Trump sta continuando, dato che molti – ma non tutti – erano stati effettuati prima della faccenda di McCain. Buon argomento. Ma ci sono sufficienti sondaggi realmente successivi alla storia di McCain che dimostrano che Trump non è crollato, nel modo in cui praticamente tutti i commentatori prevedevano.

Effettivamente sono arrabbiato con me stesso: avevo intenzione di pubblicare un post che metteva in dubbio quel senso comune, ma non ho mai trovato il tempo di farlo [1], e adesso avete solo la mia parola che quello che sto per dire non è col senno di poi, ma un previsione. Pazienza. In ogni modo, veniamo al punto.

Ciò che sosterrei sia fondamentale in questa situazione – ed è, in particolare, una chiave per comprendere come il senso comune sulla vicenda Trump/McCain sia stato così sbagliato – è il dato di fatto per il quale molte persone, in effetti, partecipano ad un culto visionario che è impermeabile alla logica ed alle prove, e hanno perso il contatto con la realtà.

Evidentemente sto parlando dei commentatori che si tengono nella massima considerazione per via del loro centrismo.

Il centrismo dei commentatori nell’America contemporanea è una strana cosa. Non riguarda la politica, come si può constatare dalle molte occasioni nelle quali i componenti di quella tendenza hanno chiesto che Obama cambiasse il suo stile e sostenesse cose che …. egli stava già sostenendo. Quello che definisce quella tendenza, piuttosto, è il ribadire che i partiti sono in una posizione simmetrica, che essi sono egualmente collocati alle estremità, e che la posizione responsabile e virtuosa è sempre da qualche parte nel mezzo.

Il guaio è che questo è lontanissimo dalla realtà. I democratici costituiscono un normale partito politico, con un certo scarto tra le loro ali di destra e di sinistra, ma in generale sposano posizioni moderate. Dall’altra parte, il Partito Repubblicano è una fazione profondamente radicale; anche i suoi supposti moderati sono moderati solo nei toni, non nella posizioni politiche, e la sua base è motivata dalla rabbia verso gli Altri.

La qualcosa, a sua volta, comporta che per sostenere l’immagine che (i commentatori) hanno di se stessi come centristi, essi debbano snaturare la realtà.

Da una parte, essi non possono ammettere la moderazione dei democratici, che è la ragione per la quale abbiamo assistito allo spettacolo delle richieste ad Obama di cambiare indirizzo, a sostegno di quelle che erano già le sue politiche.

D’altra parte si devono inventare un Partito Repubblicano immaginario che ha una somiglianza modesta con la realtà. Il che comporta l’essere continuamente sorpresi dal radicalismo della base. E comporta anche una determinazione nel considerare vari repubblicani come Seri e Onesti Conservatori – vogliamo chiamarli SHC? – che i centristi sanno, sanno con assoluta certezza, che debbono esistere.

Abbiamo visto molto di questo nel culto verso Paul Ryan, che era ed è in tutta evidenza un imbroglione, i cui numeri non sono mai tornati, ma che nondimeno è stato trattato con ampio rispetto – e talvolta lo è ancora.

Ma la quintessenza di un Serio ed Onesto Conservatore è John McCain, l’Anticonformista che Parla Senza Ambiguità. Non importa che egli sia chiaramente desideroso di dichiarare tutte le guerre possibili, che abbia da tempo abbandonato le sue un tempo realistiche posizioni sul cambiamento climatico e sull’immigrazione, che abbia cercato di collocare Sarah Palin a un soffio dalla Presidenza. Ciò che essi riconoscono e mettono in scena nelle televisioni è il mito di McCain. E si immaginano che tutti gli altri possano riconoscerlo nello stesso modo, che l’ironia di Trump sulle sue prestazioni belliche costringerà tutti a girarsi per il disgusto.

Ma la base repubblicana non è ansiosa di ascoltare i Seri ed Onesti Conservatori; essa non ha mai collocato McCain su un piedistallo; e le persone alle quali Donald Trump piace non è affatto probabile che si sgomentino per la sua mancanza di decoro.

Per quello che può valere, io non mi aspetto che “Il Donald” si aggiudichi la nomination; è presumibile che il grande capitale finirà per raccogliersi attorno a qualcuno – sebbene sia difficile vedere chi, date le continue prestazioni da gaffeur di Jeb – e alla fine probabilmente lo caccerà fuori. Ma sino a questo punto il racconto è una dimostrazione di quanto poco sembrino comprendere molti commentatori politici di professione.

 

[1] Questo è assai buffo, perché in realtà un post su tale argomento è stato effettivamente pubblicato il 23 luglio (col titolo: “Il Villaggio, la base e San John”).

 

 

 

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