Blog di Krugman

Fiduciocrati (14 luglio 2015)

 

Jul 14 11:05 am

Faithocrats

One of the ideas floating around in the aftermath of the sack of Athens has been that of, in effect, deposing Syriza from outside and installing a “technocratic” government. It wouldn’t be the first time in this dismal saga, and I won’t be surprised if it happens, for a few months anyway.

But let me note, as I have before, that what Europe calls technocrats aren’t people who know how the world works; they’re people who subscribe to the approved fantasies, and never change their minds no matter how badly wrong things go. Despite the overwhelming evidence that austerity has exactly the dire effects basic textbook macro says it will, they cling to belief in the confidence fairy. Despite a striking lack of evidence that “structural reform” delivers much of a growth boost, especially in an economy suffering from a huge output gap, they continue to present structural reform — mainly in the form of disempowering workers — as a sovereign remedy for all ills. Despite a clear record of past failure, they continue to push for asset sales as a supposed answer to debt overhang.

In short, what Europe usually means by a “technocrat” is a Very Serious Person, someone distinguished by his faith in received orthodoxy no matter the evidence. It’s as Keynes said:

Worldly wisdom teaches that it is better for reputation to fail conventionally than to succeed unconventionally.

And it looks as if there’s a lot more failing conventionally in Europe’s future.

 

Fiduciocrati

Una delle idee che circolava all’indomani del sacco di Atene era quella, in sostanza, di mettere da parte il Governo di Syriza per installarne uno “tecnocratico”. Non sarebbe la prima volta in questa saga sconfortante, e non sarei sorpreso se accadesse, magari tra pochi mesi.

Ma consentitemi di osservare che quelli che gli Europei chiamano i tecnocrati non sono persone che sanno come il mondo funziona; sono individui che aderiscono a fantasie riconosciute, e non cambiano mai la loro mentalità per quanto le cose vadano per il peggio. Nonostante la schiacciante evidenza che l’austerità ha esattamente gli effetti terribili che un testo di base di macroeconomia dice, essi si aggrappano alla loro fede nella fata della fiducia. Nonostante una impressionante mancanza di prove che le “riforme strutturali” producano un incentivo alla crescita cospicuo, particolarmente in un’economia sofferente di un grande differenziale di produzione (rispetto alle sue potenzialità), essi continuano a presentare le riforme strutturali – della specie, principalmente, della riduzione del potere dei lavoratori – come un rimedio sovrano per tutti i mali. Nonostante una chiara sequenza di fallimenti passati, essi continuano a spingere per vendite degli asset alla stregua di presunte risposte all’eccesso del debito.

In poche parole, quello che normalmente l’Europa intende per un “tecnocrate” è una Persona Molto Seria [1], qualcuno che si distingue per l’ortodossia che gli è stata trasmessa a prescindere dalle prove. È come disse Keynes:

“La saggezza universale ci insegna che è meglio per la reputazione fallire in modo convenzionale, piuttosto che avere successo in modo non convenzionale.”

E nel futuro dell’Europa sembra ci sia una gran quantità di fallimenti convenzionali.

 

 

[1] Come ormai sappiamo, una Persona Molto Seria – il maiuscolo è obbligatorio – nel linguaggio krugmaniano è un conservatore, ma più precisamente è un sostenitore di teorie economiche che si sono mostrate fallimentari, che peraltro confliggono anche con la economia tradizionale, e che si riproducono (come gli zombi) a prescindere dai loro fallimenti e dai loro presunti decessi. Conservatori, dunque, nel senso degli interessi sociali e politici che li sostengono, ma avventurosi ed esotici dal punto di vista della teoria economica.

Una Persona Molto Seria, normalmente, sostituisce i fondamenti dell’economia con la semplice speranza nella “fata della fiducia”, ovvero con la speranza che le classi sociali che hanno ruoli di direzione e di comando guidino i paesi verso la ripresa, per effetto del loro autoconvincimento.

 

 

 

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