JULY 27, 2015
Medicare turns 50 this week, and it has been a very good half-century. Before the program went into effect, Ronald Reagan warned that it would destroy American freedom; it didn’t, as far as anyone can tell. What it did do was provide a huge improvement in financial security for seniors and their families, and in many cases it has literally been a lifesaver as well.
But the right has never abandoned its dream of killing the program. So it’s really no surprise that Jeb Bush recently declared that while he wants to let those already on Medicare keep their benefits, “We need to figure out a way to phase out this program for others.”
What is somewhat surprising, however, is the argument he chose to use, which might have sounded plausible five years ago, but now looks completely out of touch. In this, as in other spheres, Mr. Bush often seems like a Rip Van Winkle who slept through everything that has happened since he left the governor’s office — after all, he’s still boasting about Florida’s housing-bubble boom.
Actually, before I get to Mr. Bush’s argument, I guess I need to acknowledge that a Bush spokesman claims that the candidate wasn’t actually calling for an end to Medicare, he was just talking about things like raising the age of eligibility. There are two things to say about this claim. First, it’s clearly false: in context, Mr. Bush was obviously talking about converting Medicare into a voucher system, along the lines proposed by Paul Ryan.
And second, while raising the Medicare age has long been a favorite idea of Washington’s Very Serious People, a couple of years ago the Congressional Budget Office did a careful study and discovered that it would hardly save any money. That is, at this point raising the Medicare age is a zombie idea, which should have been killed by analysis and evidence, but is still out there eating some people’s brains.
But then, Mr. Bush’s real argument, as opposed to his campaign’s lame attempt at a rewrite, is just a bigger zombie.
The real reason conservatives want to do away with Medicare has always been political: It’s the very idea of the government providing a universal safety net that they hate, and they hate it even more when such programs are successful. But when they make their case to the public they usually shy away from making their real case, and have even, incredibly, sometimes posed as the program’s defenders against liberals and their death panels.
What Medicare’s would-be killers usually argue, instead, is that the program as we know it is unaffordable — that we must destroy the system in order to save it, that, as Mr. Bush put it, we must “move to a new system that allows [seniors] to have something — because they’re not going to have anything.” And the new system they usually advocate is, as I said, vouchers that can be applied to the purchase of private insurance.
The underlying premise here is that Medicare as we know it is incapable of controlling costs, that only the only way to keep health care affordable going forward is to rely on the magic of privatization.
Now, this was always a dubious claim. It’s true that for most of Medicare’s history its spending has grown faster than the economy as a whole — but this is true of health spending in general. In fact, Medicare costs per beneficiary have consistently grown more slowly than private insurance premiums, suggesting that Medicare is, if anything, better than private insurers at cost control. Furthermore, other wealthy countries with government-provided health insurance spend much less than we do, again suggesting that Medicare-type programs can indeed control costs.
Still, conservatives scoffed at the cost-control measures included in the Affordable Care Act, insisting that nothing short of privatization would work.
And then a funny thing happened: the act’s passage was immediately followed by an unprecedented pause in Medicare cost growth. Indeed, Medicare spending keeps coming in ever further below expectations, to an extent that has revolutionized our views about the sustainability of the program and of government spending as a whole.
Right now is, in other words, a very odd time to be going on about the impossibility of preserving Medicare, a program whose finances will be strained by an aging population but no longer look disastrous. One can only guess that Mr. Bush is unaware of all this, that he’s living inside the conservative information bubble, whose impervious shield blocks all positive news about health reform.
Meanwhile, what the rest of us need to know is that Medicare at 50 still looks very good. It needs to keep working on costs, it will need some additional resources, but it looks eminently sustainable. The only real threat it faces is that of attack by right-wing zombies.
Gli zombi contro Medicare, di Paul Krugman
New York Times 27 luglio 2015
Medicare compie cinquant’anni questa settimana, ed è stato un mezzo secolo davvero positivo. Prima che il programma entrasse in funzione, Ronald Reagan mise in guardia che esso avrebbe distrutto la libertà americana; non è successo, come tutti possono constatare. Quello che il programma ha fatto è stato offrire un grande miglioramento nella sicurezza finanziaria delle persone anziane e delle loro famiglie, e in molti casi ha funzionato proprio come un salvavita.
Ma la destra non ha mai abbandonato il sogno di liquidare quel programma. Cosicché non è davvero sorprendente che di recente Jeb Bush abbia dichiarato che, mentre vuole consentire a quelli che già sono con Medicare di proseguire a trarne beneficio, “abbiamo bisogno di immaginarci un modo per rimuovere gradualmente quel programma per gli altri”.
Quello che in qualche modo è sorprendente, tuttavia, è l’argomento che ha scelto di utilizzare, che poteva sembrare plausibile cinque anni orsono, mentre oggi è completamente fuori dalla realtà. In questa, come in altre sfere, il signor Bush sembra come un Rip Van Winkle [1] rimasto addormentato nel mentre accadeva di tutto dal momento che lasciò il suo incarico di Governatore – non a caso si sta ancora vantando del boom della bolla immobiliare della Florida.
In effetti, prima di passare all’argomento del signor Bush, suppongo di dover riconoscere che un portavoce di Bush sostiene che il candidato non stava effettivamente sostenendo di voler porre fine a Medicare, stava solo parlando di cose come l’elevamento dell’età di ammissione al programma. Ci sono due cose da dire su questa affermazione. Prima di tutto, essa è chiaramente falsa: dal contesto, il signor Bush stava chiaramente parlando di sostituire Medicare con un sistema di ‘buoni’ [2], sulle linee proposte da Paul Ryan.
E in secondo luogo, mentre innalzare l’età per Medicare è sempre stata l’idea favorita delle Persone Molto Serie di Washington, un paio d’anni fa l’Ufficio Congressuale per il Bilancio realizzò uno studio scrupoloso e scoprì che in quel modo difficilmente si sarebbero risparmiati soldi. Ovvero, a questo punto elevare l’età per Medicare è un’idea zombi, ovvero un’idea che dovrebbe essere stata eliminata dall’analisi e dalle prove, ma circola ancora liberamente mangiandosi il cervello della gente.
Ma allora il vero argomento del signor Bush, all’opposto del maldestro tentativo di riscriverlo, è davvero soltanto uno zombi ancora più grande.
La ragione vera per la quale i conservatori vogliono eliminare Medicare è sempre stata politica: è esattamente l’idea di un governo che fornisce una rete di sicurezza universalistica che essi odiano, e la odiano anche di più quando tali programmi hanno successo. Ma quando presentano le loro ipotesi all’opinione pubblica, normalmente rifuggono dal proporre quello che realmente hanno in mente, addirittura talvolta incredibilmente atteggiandosi come i difensori del programma, contro i progressisti e le cosiddette ‘giurie della morte’ [3].
Quello che gli aspiranti affossatori di Medicare normalmente sostengono, invece, è che il programma come lo conosciamo è insostenibile – che dovremmo distruggere il sistema allo scopo di salvarlo, che, per usare le parole di Bush, dovremmo “indirizzarci verso un sistema che consenta (agli anziani) di avere qualcosa – dato che non è possibile che abbiano tutto.” E il nuovo sistema che normalmente sostengono è, come ho detto, quello dei ‘buoni’ che possono essere adattati all’acquisto di assicurazioni private.
La premessa implicita di questa posizione è che Medicare come lo conosciamo è incapace di controllare i costi, che andando avanti l’unico modo per mantenere Medicare sostenibile è di metterlo sul fondamento della magia della privatizzazione.
Ora, questa è sempre stata una pretesa dubbia. È vero che per gran parte della sua storia la spesa per Medicare è stata più rapida di quella dell’economia nel suo complesso – ma questo è vero per la spesa sanitaria in generale. Di fatto, i costi per utente di Medicare sono regolarmente cresciuti in modo più lento delle polizze delle assicurazioni private, indicando che Medicare, semmai, controlla i costi meglio degli assicuratori privati. Inoltre, gli altri paesi ricchi con l’assicurazione sanitaria fornita dai governi spendono molto meno di noi, ancora indicando che in effetti i programmi del genere di Medicare possono controllare i costi.
Eppure, i conservatori hanno sbeffeggiato le misure di controllo dei costi contenute nella Legge per l’Assistenza Sostenibile, sostenendo che niente tranne la privatizzazione avrebbe funzionato.
E a quel punto è accaduta una cosa curiosa: l’approvazione della legge è stata immediatamente seguita da una pausa senza precedenti dei costi di Medicare. In effetti, la spesa per Medicare continua ad apparire sempre più al di sotto delle aspettative, in una misura che ha sovvertito i nostri punti di vista sulla sostenibilità del programma e sulla spesa pubblica nel suo complesso.
In altre parole, questo è un momento molto strano per parlare a vanvera sulla impossibilità di preservare Medicare, un programma le cui finanze saranno messe sotto pressione da una popolazione che invecchia, ma che non appaiono più disastrose. Si può solo supporre che il signor Bush sia inconsapevole di tutto questo, che stia vivendo dentro la bolla dell’informazione conservatrice, il cui impenetrabile schermo protettivo blocca tutte le notizie positive sulla riforma sanitaria.
Nel frattempo, tutti gli altri è bene che sappiano che Medicare alla soglia dei cinquant’anni è in ottima salute. Ha bisogno di continuare a lavorare sui costi, avrà bisogno di alcune risorse aggiuntive, ma appare fondamentalmente sostenibile. L’unica vera minaccia che ha di fronte è quella dell’attacco degli zombi della destra.
[1] È il nome di un personaggio, protagonista di un racconto dello scrittore Washington Irving del 1919. Il titolo del racconto era “Rip Van Winkle” e narrava di una persona anziana che era uscita di scena in un lungo fantastico sonno, per sfuggire ad una moglie bisbetica, ed al ritorno nel villaggio natio, dopo essere rimasto addormentato per venti anni, aveva trovato tutto cambiato e incomprensibile.
Questo un dipinto relativo alla storia, dove appare lo spaesato vecchietto:
[2] Ovvero, con un sistema di voucher ( o coupon) che verrebbero attribuiti alla popolazione anziana e che sarebbero spesi dagli interessati sino ad esaurimento. Con il che si otterrebbe di inserire anche nei percorsi di Medicare le assicurazioni private, e si fornirebbe uno specchietto per le allodole molto americano, dando agli anziani l’impressione di poter gestire un loro personale ‘fondo sanitario’. Salvo non chiarire come distinguere tra i più ed i meno bisognosi, e come fare quando i buoni si esauriscono.
[3] L’espressione “giuria/tribunale della morte” venne coniata anni orsono dal Tea Party per sollevare una ribellione contro la riforma sanitaria di Obama. Si prendeva a pretesto l’idea di ridurre i casi di esagerato ‘accanimento terapeutico’, trasferendo parte dei costi sui privati. Non ho mai capito che fine abbia fatto quell’idea, che comunque non significava ovviamente alcun divieto alla prosecuzione delle cure, ma una sorta di ticket di partecipazione alle spese. La destra insorse, dicendo che si voleva attribuire ai burocrati della sanità il potere di “staccare la spina alla nonna”. Gli organismi sanitari che avrebbero dovuto decidere vennero chiamati, probabilmente con un certo successo, “giurie/tribunali della morte”.
By mm
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