Blog di Krugman

Il fondamentale Obstfeld (23 luglio 2015)

 

Jul 23 7:31 pm

The Essential Obstfeld

Olivier Blanchard, who has to have been one of the most influential chief economists ever at the IMF, is retiring; Maury Obstfeld will be his replacement. Intellectually, there’s a lot of continuity: one New Keynesian MIT PhD I know very well replaced with another New Keynesian MIT PhD with whom I co-authored a text now in 10th edition. Still, I hope people are interested in Maury’s contributions to economics. And it seems to me that there are two papers in particular that are very relevant.

First is his work on self-fulfilling currency crises. The early currency-crisis literature, which I founded back in 1979, was about countries trying to peg their currency while following policies that would ultimately make that peg unsustainable; the question then became when speculators would force the inevitable. Maury, however, inspired by the ERM crisis of 1992-3, argued that crises could come out of a clear blue sky — that countries could face a speculative attack that would force them off a peg that would otherwise have been indefinitely sustainable.

By the way, I was at first very skeptical of this argument. But the events of the Asian crisis a few years later convinced me that I was wrong and Maury was right. And here’s the thing: the Obstfeld approach seems highly relevant to the troubles of eurozone countries, and also helps explain why Mario Draghi’s “whatever it takes” worked so well.

Second was his work with Ken Rogoff on open-economy macro, basically bringing New Keynesian modeling to floating exchange rates. One really important aspect of this work, as it turned out, was that in building a bridge to the classic literature here, O-R considered the effects of fiscal as well as monetary policy. As a result, those of us who were well versed in open-economy macroeconomics were fully prepared when issues of fiscal stimulus arose, and didn’t fall into the traps of incomprehension we saw from so many domestic-economy macro types.

There is, of course, much more in the Obstfeld canon. But those two seminal papers seem to me to illustrate why he’s so perfect for this job, and why one can expect Maury to give very good advice, whether policymakers take it or not.

 

Il fondamentale Obstfeld

Olivier Blanchard, che probabilmente è stato uno dei più influenti capoeconomisti che il FMI abbia mai avuto, sta andando in pensione; Maury Obstfeld prenderà il suo posto [1]. Da un punto di vista intellettuale, c’è molta continuità: un neokeynesiano che ha conseguito il dottorato al MIT e che io ben conosco, viene sostituito da una altro neokeynesiano con dottorato al MIT, con il quale sono stato coautore di un libro di testo che adesso è alla decima edizione. Tuttavia, spero che si sia interessati ai contributi di Maury all’economia. E a me sembra che in particolare esistono due studi che sono molto rilevanti.

Il primo è il suo lavoro sulle crisi valutarie che si autoavverano. La prima letteratura sulle crisi valutarie, che fondai io stesso nel 1979, era relativa ai paesi che cercano di ancorare il loro cambio ad una moneta nel mentre perseguono politiche che alla fine rendono insostenibile tale ancoraggio; la domanda allora diventa quando gli speculatori costringeranno all’esito inevitabile. Tuttavia Maury, ispirato dalla crisi del Meccanismo Del Tasso di Cambio Europeo del 1992-1993 [2], sostenne che le crisi potevano manifestarsi a ciel sereno – che i paesi potevano trovarsi dinanzi ad un attacco speculativo che li avrebbe costretti ad uscire da un ancoraggio che altrimenti sarebbe stato sostenibile a tempo indeterminato.

Per inciso, all’inizio io ero molto scettico su questo argomento. Ma gli eventi della crisi asiatica di pochi anni dopo mi convinsero che avevo torto, mentre Maury aveva ragione. E qua è il punto: l’approccio di Obstfeld sembra molto rilevante per i guai dei paesi dell’eurozona, e contribuisce anche a spiegare perché l’affermazione “qualsiasi cosa sia necessaria” di Mario Draghi abbia funzionato così bene.

Il suo secondo lavoro con Ken Rogoff riguardò la macro di un’economia aperta, fondamentalmente adattando modelli neokeynesiani a tassi di cambio fluttuanti. Un aspetto davvero importante di questo lavoro, si scoprì che consisteva nel realizzare per tale aspetto un ponte verso l’economia classica, Obstfeld e Rogoff considerarono gli effetti della politica della finanza pubblica come di quella monetaria. Il risultato fu che quelli di noi che erano molto competenti nella macroeconomia di una economia aperta, risultarono del tutto preparati quando emersero i temi delle misure di sostegno della finanza pubblica, e non caddero nelle trappole di incomprensione che abbiamo constatato in tanti soggetti della macroeconomia dell’economia interna.

Naturalmente, nella formazione di Obstfeld c’è molto di più. Ma quei due saggi fondamentali mi sembra dimostrino perché egli sia così per questo incarico, e perché ci si può aspettare che Maury dia ottimi consigli, a prescindere dal fatto che gli operatori politici li utilizzino o meno.

 

[1] Ecco un’immagine di Maurice Obstfeld:

z 877

 

 

 

 

 

 

 

 

[2] Il 12 settembre del 1992 (il “mercoledì nero”) il Governo conservatore britannico fu costretto a ritirare la sterlina dal Meccanismo del tasso di cambio europeo (ERM), dopo che si era mostrato incapace di mantenere la sterlina sopra il limite inferiore che era stata concordato. Lo speculatore più noto che operò in quella vicenda fu George Soros.

 

 

 

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