Jul 19 4:27 pm
One theme I’ve returned to often in this blog is that far from failing in the crisis, more or less conventional Hicks/Keynes macroeconomics — whether or not you dress it up in New Keynesian algebra — has performed very well. The quiescence of interest rates and inflation despite large budget deficits and huge increases in the monetary base, the strong negative correlation between fiscal austerity and growth, all have been just what someone who knew his or her IS-LM and took it seriously would have predicted. Anti-Keynesians keep making more or less desperate efforts to refute this proposition, usually by taking something I said out of context and pretending that something that happened for one year somewhere or other is contrary to what the Evil One claimed. But the overall shape of events has been very Keynesian, and very much at odds with alternative stories.
And at this point I think we need to chalk up another success.
Bloomberg had a piece trying to find a small group of heroic iconoclasts who predicted the euro crisis. But as David Beckworth rightly points out, many American economists warned about exactly the flaws in the euro that are now the source of so much suffering. Beckworth reminds us of a January 2010 article by Jonung and Drea that has become an accidental classic. Their intent was to mock U.S. economists who were negative on the euro and were made to look foolish by its success; to that end they provided an impressive bibliography and literature review of academic euroskepticism — and in so doing provided us with a sort of honor roll, because all the dire warnings from those ugly Americans came to pass within months of their article’s publication.
So why were the ugly Americans right? Because the theory of optimum currency areas turns out to be basically right. And that theory is best seen, I’d argue, as an application of the same Hicks/Keynes style of analysis that has worked so well on interest, inflation, and austerity.
All in all, the past 7 years have been a very good time for old-fashioned macroeconomics. But of course nothing will make the Germans, or the U.S. right, concede that Keynesian ideas have worked.
Il risarcimento euroscettico
Un tema sul quale sono tornato spesso su questo blog è che, anziché fallire di fronte alla crisi, la più o meno convenzionale teoria economica di Hicks e di Keynes – rivestita o no di algebra neokeynesiana – ha funzionato molto bene. La quiescenza dei tassi di interesse e dell’inflazione nonostante ampi deficit di bilancio e vasti incrementi della base monetaria, la forte correlazione negativa tra austerità nella finanza pubblica e crescita, sono state proprio quello che chi conosceva il modello IS-LM e l’aveva preso sul serio, avrebbe previsto. Gli antikeynesiani continuano a fare sforzi disperati per confutare questo concetto, di solito prendendo fuori dal contesto qualcosa che ho detto e pretendendo che qualcosa che è accaduto per un anno in un posto o nell’altro sia il contrario di quello che il sottoscritto individuo diabolico aveva sostenuto. Ma la forma generale degli eventi è stata molto keynesiana, e molto all’opposto di ricostruzioni alternative.
E a questo punto penso abbiamo bisogno di registrare un altro successo.
Bloomberg presenta un articolo che cerca di individuare in un piccolo gruppo di eroici iconoclasti, coloro che avevano previsto la crisi dell’euro. Ma come giustamente mette in evidenza David Beckworth, molti economisti americani avevano quasi esattamente messo in guardia da molti difetti dell’euro che oggi sono causa di tanta sofferenza. Beckworth ci rimanda ad un articolo del gennaio 2010 di Jonung e Drea che è diventato accidentalmente un classico. Il loro intento era prendersi gioco di economisti statunitensi che erano stati pessimisti sull’euro e stavano facendo la figura degli sciocchi a seguito del suo successo; a quel fine avevano fornito una impressionante bibliografia ed una recensione della letteratura dell’euroscetticismo accademico – e così facendo ci consegnarono una specie di lista dei migliori, perché tutti quei terribili ammonimenti da parte di americani sgradevoli, entro mesi dalla pubblicazione del loro articolo, vennero ad accadere.
Perché, dunque, quegli americani cattivi avevano ragione? Perché la teoria dell’area valutaria ottimale si è confermata fondamentalmente giusta. E quella teoria la si può comprendere nel migliore dei modi, direi, come una applicazione dello stesso genere di analisi di quella di Hicks e Keynes, che ha funzionato così bene sull’interesse, l’inflazione e l’austerità.
Tutto considerato, i sette anni passati sono stati un buon periodo per la macroeconomia vecchio stile. Ma, naturalmente, non c’è niente che indurrà i tedeschi, o la destra americana, ad ammettere che le idee keynesiane hanno funzionato.
By mm
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