Blog di Krugman

Il salvataggio del Texas (6 luglio 2015)

 

Jul 6 10:02 am

Lone Star Bailout

Jared Bernstein weighs in on the big No, hopes that it leads to a change in Europe’s approach, but acknowledges the political difficulties:

To be fair, it’s not that simple. There are structural political factors in play, endemic to the fact that the currency union is not a political union, nor a fiscal union, nor a banking union. As one German economist put it to me, “How do you think the people of Manhattan would like bailing out Texas?” Fair point, and a non-trivial challenge, for sure.

Ahem. As it happens, the people of Manhattan did bail out Texas, big time. I wrote about it here. The savings and loan crisis, which was very costly to taxpayers, was mainly a Texas affair:

The cleanup from that crisis cost taxpayers about $125 billion (pdf), back when that was real money. As best I can tell, around 60 percent of the losses were in Texas (pdf). So that’s around $75 billion in aid — not loans, outright transfer.

Texas GDP was about $300 billion in 1987. So this was equivalent to giving — not lending, not even taking an equity stake — Spain 25 percent of its GDP to bail out its banks.

But of course Manhattan was never asked to bail out Texas; we had a national system of deposit insurance, and the big Lone Star bailout was automatic.

 

Il salvataggio del Texas [1]

Jared Bernstein interviene sul grande No, spera che esso porti ad un cambiamento nell’approccio europeo, ma riconosce le difficoltà politiche:

“Ad esser giusti, non è così semplice. Ci sono fattori politici strutturali in gioco, impliciti nel fatto che l’unione valutaria non è un’unione politica, né un’unione bancaria. Come si è espresso con me un economista tedesco: ‘Come pensi che alla gente di Manhattan farebbe piacere salvare il Texas?’ Argomento fondato, e di certo sfida non banale.”

Ehm. Si dà il caso che la gente di Manhattan abbia salvato il Texas, assolutamente. Ne scrissi in questa occasione [2]. La crisi degli istituti di credito locali [3], che fu molto costosa per i contribuenti, fu principalmente una faccenda del Texas:

“Il costo per i contribuenti della pulizia di quella crisi si aggira attorno ai 125 miliardi di dollari, al valore di quei tempi. Per quanto posso dire, circa il 60 per cento delle perdite furono in Texas, Si trattò di circa 75 miliardi di dollari di aiuti – non di prestiti, di veri e propri trasferimenti.

Nel 1987 il PIL del Texas era di circa 300 miliardi di dollari. Dunque, questo fu equivalente a consegnare alla Spagna il 25 per cento del suo PIL per salvare le sue banche – e non a dare in prestito e neppure ad acquistare un interesse su azioni.”

Sennonché, evidentemente, a Manhattan non fu mai chiesto di salvare il Texas; avevamo un sistema nazionale di assicurazione dei depositi, e il grande salvataggio della Stella Solitaria fu automatico.

 

[1] “Stella solitaria” è il soprannome del Texas:

z 828

 

 

 

 

 

[2] Il riferimento è ad un post del giugno del 2012.

[3] Gli istituti “di risparmi e di prestiti” costituivano qualcosa di simile al sistema delle Casse di Risparmio, ovvero istituti finanziari sostanzialmente basati sulle comunità locali. Negli anni dal 1986 al 1995 fallirono, negli Stati Uniti, 1.043 dei 3.234 istituti del genere, in sostanza perché la loro capacità di raccolta eccedeva le loro esposizioni e la legge consentiva loro di cercar di rimediare alla loro insolvenza anche con speculazioni fortemente speculative.

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