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La non-indipendente Banca Centrale Europea, di Simon Wren-Lewis (da Mainly Macro, 10 luglio 2015)

 

Friday, 10 July 2015

The non-independent ECB

Simon Wren-Lewis

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Imagine that the Scottish National Party (SNP) had won the independence referendum. The SNP starts negotiating with the remaining UK (rUK) government over issues like how to split up national debt. On some issue the negotiations get bogged down. Rumours start circulating that this might mean that rUK will not form a monetary union with Scotland, and that Scotland might have to create its own currency. People in Scotland start withdrawing money from Scottish banks.

 

Now it is almost the definition of a private bank that if everyone who has an account at the bank wants to withdraw their money, the bank will run out of cash and go bust. That is why bank runs are so dangerous. It is also why one of the key roles of a central bank is to supply an otherwise solvent private bank with all the cash they need, so they will never deny depositors their money. (To be a lender of last resort.) If they did not do this, anyone could start a rumour that a bank was insolvent, and as people withdrew their cash just in case the rumour was true, the bank would run out of money and go bust anyway.

 

So in my hypothetical story, as people started withdrawing cash from Scottish banks, the Bank of England should supply these banks with all the cash they need. Except suppose it did not. Suppose it put a limit to the amount of cash it would supply. The Scottish banks would protest – you agreed we were solvent before independence, they would say, so why are you rationing our liquidity? The Bank of England replies that although they might have been solvent before independence, if there is no agreement solvency is less clear. The Bank of England says that the limit on cash will remain until the Scottish and rUK government come to an agreement.

 

This announcement of course leads everyone in Scotland to try and get their money out, and the Scottish Banks have to close. The Scottish economy begins to grind to a halt. The English media report that Scotland is running out of money because the Bank of England will not ‘lend’ any more to the Scottish banks. The Scottish government is forced to agree to the rUK’s terms. The English media say look what happens when you elect a radical government. In Scotland they call it blackmail. What would you call it?

 

If it sounds to you like the Bank of England is taking sides and putting impossible pressure on Scotland, then you will know what it feels like in Greece right now. When, on 28th June, the ECB stopped providing emergency funding to Greek banks, it took sides. Part of the ECB’s logic is that Greek banks may be insolvent if there is no agreement between the Troika and Greece (even though it is the Central Bank of Greece, and therefore the Greek people, which stands to suffer losses from defaults by commercial banks).

 

Why should the failure to reach an agreement influence the solvency of the Greek banks? Is it because without an agreement there would be a Greek exit? But Greece does not want to abandon the Euro, and the other Eurozone countries have no formal grounds to expel Greece. Greece will only leave the Eurozone if the ECB stops supplying Euros. We reach exactly the same self-fulfilling logic of a bank run. Is it because without an agreement the Greek government would default on some of its debts, and that might adversely influence the solvency of Greek banks? But the fact that the Greek government will not get money from the Troika to pay back the Troika seems to have no implications for the underlying solvency or either the Greek state or its banks. (Paul De Grauwe discusses this further.) If the Troika can make Greece insolvent by itself withholding money we have another self-fulfilling justification.

 

The real explanation for the ECB’s actions is much simpler. Limiting funding on 28th June was the Greek government’s punishment for failing to agree to the Troika’s terms and calling a referendum the day before. The ECB was not, and never has been, a neutral actor just following the rules of a good central bank. It has always been part of the Troika, and right now it is the Troika’s enforcer.

 

As Charles Wyplosz recounts, this is not the first time the ECB has chosen to bow to political pressure. There will be some on the left who will say of course – what else do you expect of a central bank? In response, let me go back to my hypothetical example involving Scotland and the Bank of England. I may be wrong, but I think in that case the Bank of England would have supplied unlimited cash to the Scottish banks. I may be naive, but I believe it would have realised that to do anything else was an overtly partisan political act, and recoiled from doing that. Just as I do not think it was inevitable that the Eurozone committed itself to austerity, I also think it was possible that the ECB could have been a more independent central bank. The really interesting question is why it has turned out not to be such a bank.

 

 

La non-indipendente Banca Centrale Europea

di Simon Wren-Lewis

Si immagini che il Partito Nazionale Scozzese (SNP) abbia vinto il referendum sull’indipendenza. Lo SNP comincia a negoziare con la parte rimanente del Governo del Regno Unito (rUK) sui temi di come suddividere il debito nazionale. Per alcuni aspetti i negoziati si impantanano. Cominciano a circolare voci secondo le quali questo potrebbe comportare che lo rUK non darà vita ad una unione monetaria con la Scozia, e che la Scozia dovrebbe dar vita ad una propria valuta. La gente in Scozia comincia a ritirare i soldi dalle banche scozzesi.

Questo è quasi per definizione ciò che accade in una banca privata nella quale tutti coloro che hanno un conto vogliono ritirare i loro soldi, la banca finirà i contanti e andrà fallita. Questa è la ragione per la quale gli assalti agli sportelli bancari sono così pericolosi. Uno degli scopi fondamentali di una banca centrale è fornire alla banca privata che altrimenti sarebbe solvibile tutto il contante di cui ha bisogno, in modo tale che essa non neghi mai ai depositanti i loro soldi (essere un prestatore di ultima istanza). Se non si facesse così, ognuno potrebbe far partire la voce che la banca era insolvente, e mentre le persone ritirerebbero il loro contante proprio come se quella voce fosse vera, la banca finirebbe il denaro e andrebbe fallita comunque.

Dunque, nel mio racconto ipotetico, appena la gente cominciasse a ritirare il contante dalle banche scozzesi, la Banca di Inghilterra dovrebbe rifornire queste banche di tutto il contante di cui hanno bisogno. Supponiamo invece che non lo faccia. Supponiamo che essa metta un limite alla quantità di contante che è disposta a fornire. Le banche scozzesi protesterebbero – voi eravate d’accordo sulla nostra solvibilità, direbbero, dunque perché adesso state razionando la nostra liquidità? La Banca di Inghilterra replica che sebbene quelle banche erano state solvibili prima dell’indipendenza, senza alcun accordo la solvibilità è diventata meno chiara. La Banca di Inghilterra ora afferma che il limite di cassa resterà sino a che gli scozzesi e il Governo del resto del Regno Unito non arriveranno ad un accordo.

Questo annuncio naturalmente porterebbe tutti in Scozia a cercare di ritirare i loro soldi, e le banche scozzesi dovrebbero chiudere. L’economia scozzese comincerebbe ad arrestarsi. I media informerebbero che la Scozia sta esaurendo la moneta perché la Banca di Inghilterra non ne ‘presterà’ altra alle banche scozzesi. I media inglesi direbbero: “guardate cosa succede ad eleggere un Governo radicale”. In Scozia lo chiamerebbero un ricatto. Voi come lo chiamereste?

Se vi sembra che in quel modo la Banca di Inghilterra si schiererebbe ed eserciterebbe una pressione inaudita sulla Scozia, allora sapete come si devono sentire in Grecia in questo momento. Quando il 28 giugno la BCE ha smesso di fornire finanziamenti di emergenza alle banche greche, essa si è schierata. Una parte della logica della BCE è che le banche greche possono essere insolventi se non interviene alcun accordo tra la Troika e la Grecia (anche se è la Banca Centrale di Grecia, e di conseguenza il popolo greco, che sono destinati a subire perdite dai default delle banche commerciali).

Perché l’incapacità a raggiungere un accordo dovrebbe influenzare la solvibilità delle banche greche? Dipende dal fatto che senza un accordo ci sarebbe una uscita della Grecia dall’euro? Ma la Grecia non vuole abbandonare l’euro, e gli altri paesi dell’eurozona non hanno alcuna formale motivazione di espellere la Grecia. La Grecia lascerà l’euro soltanto se la BCE smette di offrire euro. Siamo esattamente alla stessa logica che si auto avvera della corsa agli sportelli. Dipende dal fatto che senza un accordo il Governo greco andrebbe in default su alcuni suoi debiti, e che ciò potrebbe influenzare negativamente la solvibilità delle banche greche? Ma il fatto che il Governo greco non ottenga soldi dalla Troika per ripagare la stessa Troika non sembra avere alcuna implicazione sulla solvibilità di base sia dello Stato greco che delle sue banche (in questa connessione Paul DeGrauwe esamina questo aspetto più diffusamente [1]). Se la Troika può rendere la Grecia insolvente rifiutando il denaro, siamo ad un altro caso di giustificazione che si auto avvera.

La vera spiegazione delle iniziative della BCE è molto più semplice. Limitare i finanziamenti al 28 giugno è stata la punizione al Governo greco per non aver accolto i termini della Troika ed aver convocato un referendum il giorno successivo. Ma BCE non era, e non è mai stata, un attore neutrale che semplicemente segue le regole di una buona banca centrale. Ha sempre fatto parte della Troika, e in questo momento è il gendarme della Troika.

Come riferisce Charles Wyplozs, questa non è la prima volta che la BCE ha scelto di piegarsi ad una pressione politica. Ci sono alcuni a sinistra che diranno – cos’altro ti aspettavi da una banca centrale? In risposta, consentitemi di tornare al mio ipotetico esempio che riguarda la Scozia e la Banca di Inghilterra. Posso sbagliare, ma penso che in quel caso la Banca di Inghilterra avrebbe offerto contante illimitato alle banche scozzesi. Posso essere ingenuo, ma credo che essa avrebbe compreso che comportarsi in qualsiasi altro modo sarebbe stato un atto scopertamente partigiano, ed avrebbe rifiutato di compierlo. Così come non penso che fosse inevitabile che l’eurozona di impegnasse nell’austerità, penso anche che fosse possibile che la BCE si comportasse come una banca centrale più indipendente. La domanda davvero interessante è perché essa non è risultata essere una banca del genere.

 

[1] L’articolo di Paul DeGrauwe è tradotto in questo blog (“La Grecia è solvibile ma illiquida, implicazioni politiche”, 3 luglio 2015).

 

 

 

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