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La pausa del 2014 (dal blog di Krugman, 14 luglio 2015)

 

Jul 14 1:59 pm

The Pause of 2014

Part of the background to the sack of Athens is the widespread belief among Europe’s austerians that, despite everything that has happened, they are in the process of being vindicated. After all, growth has resumed in the GIIPS countries – in fact, even Greece was growing until Syriza came to power and scared away the confidence fairy.

Now, many of us took on similar claims in the UK – and quickly noted that a large part of the story behind the resumption of British growth in 2013-2014 was actually a pause in fiscal consolidation. Confusion between levels and rates of change is endemic here — actually, it’s just amazing how much discussion of macroeconomics since the crisis is nonsense because people who imagine themselves sophisticated are muddled about the difference between levels and changes. But the models are completely clear: the rate of growth of GDP should depend on the change in the structural budget balance. So you would expect GDP growth to pick up, other things equal, if there is a slowdown in the pace of tightening even if austerity isn’t actually reversed.

So how does the story of the GIIPS fit into this analysis? Exhibit 1 shows the overall stance of fiscal policy in the GIIPS, using the IMF’s estimate of the structural budget balance as a share of potential GDP — an imperfect measure, but good enough, I think, to make the point. To get a single number I weight countries by their 2009 PPP GDP, also from the IMF. The story is clear: rapid, drastic tightening from 2009 to 2013, but a standstill in 2014. A revival of growth in 2014 is therefore no surprise — and it actually supports the Keynesian story, rather than refuting it.

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Exhibit 1

Exhibit 2 shows things a bit differently, with more detail. Each point in the scatterplot represents an individual GIIPS country in a given year, with the horizontal axis showing the change in the structural balance — effectively, the additional austerity imposed in that year — and the vertical axis representing the rate of growth. As usual, we see a clear negative association, consistent with a Keynesian story.

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Exhibit 2

In addition to the usual scatter, however, I have marked the observations for 2014 in red. As you can see, 2014 was a year of modest growth for all of the countries; it was also a year in which fiscal consolidation was effectively put on hold. And the outcomes were well within a range consistent with the previous austerity-growth relationship.

So is there anything at all here suggesting that it’s OK to impose further fiscal tightening on Greece, that this won’t deepen its depression? For that matter, does Greece even stand out as having done worse than you would expect given the incredibly harsh fiscal adjustment? No and no.

 

La pausa del 2014

In parte, sullo sfondo del sacco di Atene, c’è il convincimento generale tra i filoausteri d’Europa che, a dispetto di tutto quello che è successo, sia in atto un risarcimento. Dopo tutto, la ripresa è ripartita nei paesi GIIPS – di fatto, persino la Grecia stava crescendo finché non è arrivata al potere Syriza e non ha scacciato via la fata della fiducia.

Ora, molti di noi hanno affrontato pretese del genere nel Regno Unito – ed hanno di passaggio osservato che una larga parte della storia che sta dietro la ripresa della crescita inglese negli anni 2013-2014 sia effettivamente dipesa da una pausa nel consolidamento delle finanze pubbliche. In cose del genere la confusione tra i livelli ed i tassi di cambiamento è endemica – per la verità, è del tutto sorprendente quanta parte del dibattito macroeconomico a partire dalla crisi sia stata un nonsenso perché persone che si immaginano sofisticate sono impantanate nella differenza tra livelli e cambiamenti. Ma i modelli sono completamente chiari: il tasso di crescita del PIL dovrebbe dipendere dal cambiamento nell’equilibrio strutturale di bilancio. Dunque, a parità delle altre condizioni, ci si aspetta che la crescita del PIL si riprenda se c’è una rallentamento del ritmo della restrizione, anche se l’austerità non è effettivamente invertita.

Dunque, in che modo la storia dei GIIPS si adatta a questa analisi? La Prova numero 1 mostra la posizione complessiva della politica della finanza pubblica nei PIIGS, utilizzando le stime del FMI dell’equilibrio strutturale di bilancio come quota del PIL potenziale – una misurazione imperfetta, ma sufficiente, io penso, a dare il senso. Per ottenere un unico dato io valuto i paesi sulla base del loro PIL a parità di potere d’acquisto, derivando anche questo dal FMI. La storia è evidente: restrizione rapida e drastica dal 2009 al 2013, ma un arresto nel 2014. Di conseguenza, una ripresa nel 2014 non è una sorpresa – ed effettivamente è di supporto alla spiegazione keynesiana, anziché confutarla.

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Prova 1

 

La Prova numero 2 mostra le cose un po’ differentemente, con maggiore dettaglio. Nel grafico a dispersione ciascun punto mostra un singolo paese dei GIIPS in un dato anno, con l’asse orizzontale che indica il cambiamento nell’equilibrio strutturale di bilancio – in sostanza, l’austerità aggiuntiva che è stata imposta in quell’anno – e l’asse verticale che rappresenta il tasso di crescita. Come al solito, constatiamo un rapporto chiaramente negativo, coerente con una spiegazione keynesiana [1].

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Prova 2

 

In aggiunta alla consueta dispersione, tuttavia, ho contrassegnato in rosso le osservazioni relative al 2014 [2]. Come si può notare il 2014 è stato un anno di crescita modesta per tutti i paesi ; esso è stato anche un anno nel quale il consolidamento delle finanze pubbliche è stato effettivamente sospeso. E i risultati sono stati del tutto all’interno di una gamma coerente con la precedente relazione tra austerità e crescita.

Non c’è dunque in questo caso qualcosa che indica che è stato giusto imporre ulteriore restrizione della finanza pubblica alla Grecia, dato che essa non approfondirà la sua depressione? Peraltro, la Grecia addirittura non risalta, avendo fatto peggio di quello che ci si sarebbe aspettati data la correzione della finanza pubblica incredibilmente severa? No, in entrambi i casi.

 

 

[1] Ovvero, si constata che la netta maggioranza delle volte nelle quali il quadratino che indica la situazione di un singolo paese in un anno evidenzia un cambiamento modesto o nullo dell’equilibrio strutturale di bilancio, il quadratino si colloca al tempo stesso attorno allo zero o in territorio positivo quanto a cambiamento nel PIL. Al contrario, negli otto casi nei quali l’austerità è stata maggiore di due punti (perché maggiore è stato il cambiamento strutturale di bilancio), in due casi la differenza è stata attorno a due punti negativi di PIL, negli altri 6 da due punti a quasi 8 punti.

[2] I quadratini in rosso, effettivamente, sono cinque, per ognuno dei paesi GIIPS (Grecia, Irlanda, Italia, Portogallo e Spagna). Il quadratino più a sinistra della linea relativa al cambiamento strutturale di bilancio (indicativo di un mutamento negativo dell’equilibrio strutturale, ovvero di una maggiore spesa e di nessuna politica di austerità), in realtà, se si osserva con attenzione, indica la situazione di due paesi.

Ma i quadratini totali sono 25, il che mi pare significhi che gli anni stimati sono dal 2010 al 2014 compreso. Mi pare logico ipotizzare che il riferimento al 2009 sia stato soppresso, forse perché la crisi non aveva ancora prodotto effetti relativi rilevanti (relativi, intendo, a confronto con l’anno precedente).

 

 

 

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