JULY 10, 2015
Greece is a faraway country with an economy roughly the size of greater Miami, so America has very little direct stake in its ongoing disaster. To the extent that Greece matters to us, it’s mainly about geopolitics: By poisoning relations among Europe’s democracies, the Greek crisis risks depriving the United States of crucial allies.
But Greece has nonetheless played an outsized role in U.S. political debate, as a symbol of the terrible things that will supposedly happen — any day now — unless we stop helping the less fortunate and printing money to fight unemployment. And Greece does indeed offer important lessons to the rest of us. But they’re not the lessons you think, and the people most likely to deliver a Greek-style economic disaster here in America are the very people who love to use Greece as a boogeyman.
To understand the real lessons of Greece, you need to be aware of two crucial points.
The first is that the “We’re Greece!” crowd has a truly remarkable track record when it comes to economic forecasting: They’ve been wrong about everything, year after year, but refuse to learn from their mistakes. The people now saying that Greece offers an object lesson in the dangers of government debt, and that America is headed down the same road, are the same people who predicted soaring interest rates and runaway inflation in 2010; then, when it didn’t happen, they predicted soaring rates and runaway inflation in 2011; then, well, you get the picture.
The second is that the story you’ve heard about Greece — that it borrowed too much, and its excessive debt led to the current crisis — is seriously incomplete. Greece did indeed run up too much debt (with a lot of help from irresponsible lenders). But its debt, while high, wasn’t that high by historical standards. What turned Greek debt troubles into catastrophe was Greece’s inability, thanks to the euro, to do what countries with large debts usually do: impose fiscal austerity, yes, but offset it with easy money.
Consider Greece’s situation at the end of 2009, when its debt crisis burst into the open. At that point Greek government debt was near 130 percent of gross domestic product, which is definitely a big number. But it’s by no means unprecedented. As it happens, Greece’s debt ratio in 2009 was about the same as America’s in 1946, just after the war. And Britain’s debt ratio in 1946 was twice as high.
Today, however, Greek debt is over 170 percent of G.D.P. and still rising. Is that because Greece just kept on borrowing? Actually, no — Greek debt is up only 6 percent since 2009, although that’s partly because it received some debt relief in 2012. The main point, however, is that the ratio of debt to G.D.P. is up because G.D.P. is down by more than 20 percent. And why is GDP down? Largely because of the austerity measures Greece’s creditors forced it to impose.
Does this mean that austerity is always self-defeating? No, there are cases — for example, Canada in the 1990s — of countries that slashed their debt while maintaining growth and reducing unemployment. But if you look at how they managed this, it involved combining fiscal austerity with easy money: Canada in the ’90s drastically reduced interest rates, encouraging private spending, while allowing its currency to depreciate, encouraging exports.
Greece, unfortunately, no longer had its own currency when it was forced into drastic fiscal retrenchment. The result was an economic implosion that ended up making the debt problem even worse. Greece’s formula for disaster, in other words, didn’t just involve austerity; it involved the toxic combination of austerity with hard money.
So who wants to impose that kind of toxic policy mix on America? The answer is, most of the Republican Party.
On one side, just about everyone in the G.O.P. demands that we reduce government spending, especially aid to lower-income families. (They also, of course, want to reduce taxes on the rich — but that wouldn’t do much to boost demand for U.S. products.)
On the other side, leading Republicans like Representative Paul Ryan incessantly attack the Federal Reserve for its efforts to boost the economy, delivering solemn lectures on the evils of “debasing” the dollar — when the main difference between the effects of austerity in Canada and in Greece was precisely that Canada could “debase” its currency, while Greece couldn’t. Oh, and many Republicans hanker for a return to the gold standard, which would effectively put us into a euro-like straitjacket.
The point is that if you really worry that the U.S. might turn into Greece, you should focus your concern on America’s right. Because if the right gets its way on economic policy — slashing spending while blocking any offsetting monetary easing — it will, in effect, bring the policies behind the Greek disaster to America.
L’economia greca è una lezione per i repubblicani negli Stati Uniti, di Paul Krugman
New York Times 10 luglio 2015
La Grecia è un paese lontano, con un’economia grosso modo delle dimensioni della Miami metropolitana, dunque l’America ha un interesse diretto molto piccolo nel suo perdurante disastro. Nella misura in cui la Grecia è per noi importante, ciò principalmente dipende dalla geopolitica: avvelenando i rapporti tra le democrazie europee, la crisi greca rischia di privare gli Stati Uniti di alleati fondamentali.
Ciononostante la Grecia ha giocato un ruolo ingombrante nel dibattito politico statunitense, come simbolo delle cose tremende che si pensava prima o poi accadessero se non la smettevamo di aiutare chi ne aveva bisogno e di stampare moneta per combattere la disoccupazione. E davvero la Grecia ha offerto grandi lezioni a tutti noi. Ma non sono state le lezioni che si pensa, e le persone che con maggiore probabilità provocherebbero qua in America un disastro del tipo di quello greco, sono le stesse persone che amano utilizzare la Grecia come uno spauracchio.
Per capire le lezioni della Grecia, si deve essere consapevoli di due punti cruciali.
Il primo è che la gente che strepita che “siamo in Grecia!”, quando si passa alle previsioni economiche, ha dei precedenti davvero considerevoli: hanno sbagliato su tutto, anno dopo anno, ma rifiutano di imparare dai loro sbagli. La gente che oggi dice che la Grecia ci offre una lezione dal vero sui pericoli del debito pubblico, e che l’America è indirizzata sullo stesso declino, è la stessa che aveva previsto nel 2010 che i tassi di interesse sarebbero saliti alle stelle e l’inflazione sarebbe stata incontrollabile; poi, quando non accadde, nel 2011, previdero i tassi alle stelle e l’inflazione fuori controllo; poi, va bene, conoscete il resto.
Il secondo punto cruciale è che il racconto che avete ascoltato sulla Grecia – secondo il quale essa si era indebitata troppo e il suo debito eccessivo aveva portato alla crisi attuale – è seriamente incompleto. La Grecia effettivamente aveva accumulato troppo debito (con un bel po’ di aiuto da parte di creditori irresponsabili). Ma il suo debito, per quanto elevato, non era così alto per le serie storiche. Quello che ha trasformato i guai del debito in una catastrofe è stata l’incapacità della Grecia, grazie all’euro, di fare quello che i paesi con ampi debiti normalmente fanno: imporre sì una austerità della finanza pubblica, ma bilanciarla con una politica monetaria permissiva.
Si consideri la situazione della Grecia alla fine del 2009, quando la sua crisi del debito venne allo scoperto. A quel punto il debito greco era prossimo al 130 per cento del prodotto interno lordo, che è certamente una grossa cifra. Ma non è assolutamente senza precedenti. Si dà il caso che il debito greco fosse lo stesso dell’America nel 1946, subito dopo la guerra. E la percentuale del debito in Inghilterra nel 1946 era alta il doppio.
Oggi, tuttavia, il debito greco è sopra il 170 per cento del PIL e sta ancora crescendo. Dipende dal fatto che la Grecia ha continuato ad indebitarsi? Per la verità, no – il debito greco è cresciuto solo del 6 per cento dal 2009, per quanto in parte questo dipenda dal fatto che essa ha ottenuto una attenuazione del debito nel 2012. L’aspetto principale, tuttavia, è che la percentuale del debito sul PIL è salita perché il PIL è calato di più del 20 per cento. E perché il PIL è calato? In gran parte per le misure di austerità che i creditori della Grecia l’hanno costretta ad imporre.
Questo significa che l’austerità è sempre controproducente? No, ci sono casi – ad esempio il Canada negli anni ’90 – di paesi che hanno abbattuto il loro debito nel mentre mantenevano la crescita e riducevano la disoccupazione. Ma se osservate come l’hanno ottenuto, è dipeso da una combinazione di austerità nella finanza pubblica e di politica monetaria permissiva: il Canada negli anni ’90 ridusse drasticamente i tassi di interesse, incoraggiando la spesa privata, nel mentre consentiva alla sua moneta di svalutarsi, incoraggiando le esportazioni.
La Grecia sfortunatamente non aveva più una propria valuta quando è stata costretta ad un drastico restringimento della finanza pubblica. Il risultato è stato una implosione dell’economia che ha finito col rendere il problema del debito anche peggiore. La ricetta della Grecia per il disastro, in altre parole, non ha riguardato solo l’austerità; ha riguardato la combinazione tossica della austerità e di una politica monetaria restrittiva.
Chi vuole dunque imporre quel genere di combinazione di politica tossica all’America? La risposta è, soprattutto il Partito Repubblicano.
Da una parte, quasi tutti nel Partito Repubblicano chiedono che si riduca la spesa pubblica, in particolare gli aiuti alle famiglie con redditi medio-bassi (naturalmente, vogliono anche ridurre le tasse sui ricchi – ma quello non incoraggerebbe granché la domanda di prodotti statunitensi).
D’altra parte, dirigenti repubblicani come il deputato Paul Ryan attaccano in modo incessante la Federal Reserve per i suoi sforzi nel sostegno dell’economia, pronunciando lezioncine solenni sui mali della ‘perdita di valore’ del dollaro – quando la principale differenza tra gli effetti dell’austerità in Canada e in Grecia fu precisamente che il Canada poté “svalutare” la sua moneta, mentre la Grecia non ha potuto. Per non dire che molti repubblicani anelano un ritorno al gold standard, la qualcosa sostanzialmente ci metterebbe in una camicia di forza simile all’euro.
Il punto è che se siete effettivamente preoccupati che gli Stati Uniti possano trasformarsi in un caso greco, dovreste concentrare le vostre ansie sulla destra americana. Perché se la destra impone il suo indirizzo di politica economica – abbattere la spesa e al contempo bloccare ogni riequilibrio tramite la facilitazione monetaria – in sostanza, essa porterà in America le politiche che sono dietro il disastro greco.
By mm
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