AUG. 7, 2015
This was, according to many commentators, going to be the election cycle Republicans got to show off their “deep bench.” The race for the nomination would include experienced governors like Jeb Bush and Scott Walker, fresh thinkers like Rand Paul, and attractive new players like Marco Rubio. Instead, however, Donald Trump leads the field by a wide margin. What happened?
The answer, according to many of those who didn’t see it coming, is gullibility: People can’t tell the difference between someone who sounds as if he knows what he’s talking about and someone who is actually serious about the issues. And for sure there’s a lot of gullibility out there. But if you ask me, the pundits have been at least as gullible as the public, and still are.
For while it’s true that Mr. Trump is, fundamentally, an absurd figure, so are his rivals. If you pay attention to what any one of them is actually saying, as opposed to how he says it, you discover incoherence and extremism every bit as bad as anything Mr. Trump has to offer. And that’s not an accident: Talking nonsense is what you have to do to get anywhere in today’s Republican Party.
For example, Mr. Trump’s economic views, a sort of mishmash of standard conservative talking points and protectionism, are definitely confused. But is that any worse than Jeb Bush’s deep voodoo, his claim that he could double the underlying growth rate of the American economy? And Mr. Bush’s credibility isn’t helped by his evidence for that claim: the relatively rapid growth Florida experienced during the immense housing bubble that coincided with his time as governor.
Mr. Trump, famously, is a “birther” — someone who has questioned whether President Obama was born in the United States. But is that any worse than Scott Walker’s declaration that he isn’t sure whether the president is a Christian?
Mr. Trump’s declared intention to deport all illegal immigrants is definitely extreme, and would require deep violations of civil liberties. But are there any defenders of civil liberties in the modern G.O.P.? Notice how eagerly Rand Paul, self-described libertarian, has joined in the witch hunt against Planned Parenthood.
And while Mr. Trump is definitely appealing to know-nothingism, Marco Rubio, climate change denier, has made “I’m not a scientist” his signature line. (Memo to Mr. Rubio: Presidents don’t have to be experts on everything, but they do need to listen to experts, and decide which ones to believe.)
The point is that while media puff pieces have portrayed Mr. Trump’s rivals as serious men — Jeb the moderate, Rand the original thinker, Marco the face of a new generation — their supposed seriousness is all surface. Judge them by positions as opposed to image, and what you have is a lineup of cranks. And as I said, this is no accident.
It has long been obvious that the conventions of political reporting and political commentary make it almost impossible to say the obvious — namely, that one of our two major parties has gone off the deep end. Or as the political analysts Thomas Mann and Norman Ornstein put it in their book “It’s Even Worse Than It Looks,” the G.O.P. has become an “insurgent outlier … unpersuaded by conventional understanding of facts, evidence, and science.” It’s a party that has no room for rational positions on many major issues.
Or to put it another way, modern Republican politicians can’t be serious — not if they want to win primaries and have any future within the party. Crank economics, crank science, crank foreign policy are all necessary parts of a candidate’s resume.
Until now, however, leading Republicans have generally tried to preserve a facade of respectability, helping the news media to maintain the pretense that it was dealing with a normal political party. What distinguishes Mr. Trump is not so much his positions as it is his lack of interest in maintaining appearances. And it turns out that the party’s base, which demands extremist positions, also prefers those positions delivered straight. Why is anyone surprised?
Remember how Mr. Trump was supposed to implode after his attack on John McCain? Mr. McCain epitomizes the strategy of sounding moderate while taking extreme positions, and is much loved by the press corps, which puts him on TV all the time. But Republican voters, it turns out, couldn’t care less about him.
Can Mr. Trump actually win the nomination? I have no idea. But even if he is eventually pushed aside, pay no attention to all the analyses you will read declaring a return to normal politics. That’s not going to happen; normal politics left the G.O.P. a long time ago. At most, we’ll see a return to normal hypocrisy, the kind that cloaks radical policies and contempt for evidence in conventional-sounding rhetoric. And that won’t be an improvement.
Da Trump in giù, i repubblicani non riescono ad essere seri. Di Paul Krugman
New York Times 7 agosto 2015
Secondo molti commentatori, questo era destinato ad essere il ciclo elettorale nel quale i repubblicani sarebbero riusciti a mettere in mostra la loro ‘riserva di talenti’. La corsa per la nomination avrebbe incluso Governatori esperti come Jeb Bush e Scott Walker, pensatori originali come Rand Paul e nuovi protagonisti attraenti come Marco Rubio. Ciononostante, è Donald Trump che guida lo schieramento, con ampio margine. Cosa è successo?
La risposta, secondo molti tra coloro che sono stati colti di sorpresa, è la creduloneria: la gente non riuscirebbe a distinguere tra chi ha l’aria di sapere di cosa sta parlando e chi effettivamente è serio sui temi che tratta. E di certo c’è molta ingenuità in giro. Ma se volete la mia opinione, i commentatori sono stati almeno altrettanto creduloni dell’opinione pubblica, e continuano ad esserlo.
Perché, se è vero che il signor Trump è, fondamentalmente, una figura assurda, i suoi rivali non sono da meno. Se prestate attenzione a quello che ognuno di loro sta effettivamente dicendo, distintamente da come lo dice, scoprite incoerenza ed estremismo imbarazzanti, al pari di tutto quello che il signor Trump mette sul tavolo. E non è un caso: quello che dappertutto si riesce ad ottenere col Partito Repubblicano odierno sono discorsi insensati.
Ad esempio, i punti di vista economici del signor Trump, una sorta di guazzabuglio dei consueti argomenti principali dei conservatori e di protezionismo, sono senz’altro confusi. Ma sono forse qualcosa di peggio delle autentiche magie di Jeb Bush, che pretende di poter raddoppiare il ritmo di crescita di fondo dell’economia americana? Si consideri anche quanto alla credibilità di Bush non giovino le prove che avanza per quella pretesa: la crescita relativamente rapida della Florida che coincise con il periodo nel quale era Governatore, quando quello Stato conobbe una immensa bolla immobiliare.
Il signor Trump notoriamente aderisce alla tesi “cospirazionista” [1], secondo la quale il Presidente Obama non sarebbe nato negli Stati Uniti. Ma in ciò c’è qualcosa di peggio della dichiarazione di Scott Walker, che si dice scettico sul fatto che il Presidente sia cristiano?
L’intenzione affermata dal signor Trump di deportare tutti gli immigrati illegali è sicuramente estrema, e comporterebbe violazioni gravi delle libertà civili. Ma c’è qualche difensore delle libertà civili nel Partito Repubblicano odierno? Si noti con quanto entusiasmo Rand Paul, sedicente ‘libertariano’ [2], ha aderito alla caccia alle streghe contro Planned Parenthood [3].
E mentre il signor Trump senza dubbio si appella, in materia di cambiamento climatico, ad un completo agnosticismo, Marco Rubio, negazionista convinto, ha fatto del suo “Non sono uno scienziato” il tratto distintivo (promemoria per Rubio: i Presidenti non devono essere esperti di tutto, ma hanno bisogno di ascoltare gli esperti e di decidere in quali cose credere).
Il punto è che mentre i resoconti delle montature giornalistiche hanno ritratto i rivali del signor Trump come persone serie – Jeb il moderato, Rand il pensatore originale, Marco il volto della nuova generazione – la loro presunta serietà è tutta di superficie. Giudicateli per le loro posizioni anziché per l’immagine, e quello che trovate è un elenco di stravaganti. E, come ho detto, non è un caso.
È da molto tempo chiaro che le convenzioni dei resoconti e dei commenti politici rendono quasi impossibile dire quello che è evidente – ovvero, che uno dei due principali partiti è uscito di senno. O, per dirla altrimenti, come scrivono nel loro libro “E’ anche peggio di quello che sembra” gli analisti politici Thomas Mann e Norman Ornstein, il Partito repubblicano è diventata “una ribelle anomalia … che non si convince con la normale comprensione dei fatti, con le prove e con la scienza”. È un partito che non lascia alcun margine per posizioni razionali su molte importanti questioni.
Ovvero, per dirla in un altro modo, i politici repubblicani attuali non possono essere seri – non lo possono essere, se vogliono vincere le primarie ed avere un qualche futuro dentro il partito. Economia stravagante, scienza strampalata, politica estera eccentrica sono tutte componenti necessarie del curriculum di un candidato.
Sino ad ora, tuttavia, i dirigenti repubblicani hanno cercato di preservare una facciata di rispettabilità, aiutando i media a tenere in piedi la pretesa che si stia trattando di un normale partito politico. Quello che distingue il signor Trump non sono tanto le sue posizioni quanto il suo disinteresse per le apparenze. E si scopre che la base del Partito, che chiede posizioni estremiste, preferisce anche che quelle posizioni siano espresse con nettezza. Perché ci si dovrebbe sorprendere?
Si ricorda come si era previsto che il signor Trump andasse in crisi dopo il suo attacco a John McCain [4]? McCain incarna la strategia del sembrare moderati nel mentre si prendono posizioni estreme, ed è molto amato dai media, che lo presentano in continuazione sulle televisioni. Ma di McCain, si è scoperto, agli elettori repubblicani non potrebbe importare di meno.
Il signor Trump può effettivamente ottenere la candidatura? Non ne ho idea. Ma se anche venisse effettivamente messo da parte, non date credito a tutte quelle analisi che leggerete su un ritorno alla normalità della politica. Non è quello che accadrà; la normalità politica ha lasciato il Partito Repubblicano molto tempo fa. Avremo al massimo un ritorno alla normale ipocrisia, di quel genere che nasconde i programmi estremisti e il disprezzo per i fatti in una retorica apparentemente convenzionale. E quello non sarà un miglioramento
[1] Letteralmente “birther” – nell’infinita produzione di neologismi del linguaggio politico americano – è una che usa l’argomento della nascita, ovvero che considera Obama effettivamente nato nel Kenya e falsamente autenticato come americano, in una delle varie versioni della cospirazione globale dei progressisti.
[2] Il ‘libertarianismo’ è una sorta di subcultura filosofico-politico-economica esclusivamente americana (sinora), che rimanda al pensiero della scrittrice russo-americana Ayn Rand (vedi note sulla traduzione).
[3] Ovvero, “Genitorialità Pianificata”. È il nome di una associazione che opera sui temi della legislazione sull’aborto, del diritto di accesso ai servizi medici connessi e della educazione sessuale; di recente al centro di un ampio dibattito negli Stati Uniti.
[4] Nelle scorse settimane Trump ha ‘osato’ mettere in dubbio l’eroismo militare di McCain, passato candidato repubblicano alla Presidenza e a suo tempo prigioniero in Vietnam.
By mm
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