Aug 21 2:00 pm
The Clinton email “scandal” goes on — still no sign that she broke any rules, no sign that she sent or received anything labeled “classified”, but she may have received and even forwarded items that were later classified or “should” have been classified. By normal human standards this is a big nothing; but Clinton Rules apply, under which malign behavior is the default assumption and where there’s smoke there must be fire even if everyone knows that the usual suspects are operating big smoke machines. How many people still think that there really was a Whitewater scandal, or for that matter that Hillary is the subject of a criminal investigation?
But Jeffrey Toobin adds a further twist: to the extent that some things may have been classified after the fact, it’s a very good guess that they shouldn’t have been — because the government classifies everything.
I know a bit about this from first-hand, if very old, experience. I was the senior international economist at the Council of Economic Advisers in 1982-83. (Yes, Reagan was president, but it was a technocratic post. The senior domestic economist was a guy named Lawrence Summers. Whatever happened to him?) And I received a lot of reports labeled SECRET NOFORN NOCONTRACT PROPIN ORCON (maybe out of date — no foreign nationals, no contractors, proprietary information, origin controlled). I can’t remember a single document so labeled with information that was remotely sensitive — or for that matter, with stuff that you couldn’t read in the Times or the Post.
Pretty soon, by the way, I got casual. We had a security officer who would come through offices at night, and if he found classified material left out he would take it away, put it in the safe, and issue a demerit. Luckily, the chairman got even more black marks than I did.
Of course, I wasn’t working in an area of genuine security concerns. But that’s kind of the point.
Follie classificatorie [1]
Lo scandalo delle mail della Clinton va avanti – non c’è ancora alcun segno che ella abbia violato nessuna regola, nessun segno che abbia spedito o ricevuto niente di etichettato come “classificato”, ma essa può aver ricevuto o anche inviato comunicazioni che successivamente sono state classificate, o ‘dovrebbero’ essere state classificate. Secondo le regole delle persone normali questo corrisponde ad un niente assoluto; ma qua si applicano le Regole dei Clinton, secondo le quali un comportamento diffamante è la premessa di una inadempienza e dove c’è del fumo ci deve essere anche dell’arrosto, pur sapendo tutti che i soliti noti sono al lavoro con le macchine fumogene. Quante persone stanno ancora pensando che ci sia stato effettivamente uno scandalo Whitewater, oppure che per quel motivo Hillary sia soggetta ad una inchiesta penale.
Ma Jeffrey Toobin aggiunge un ulteriore colpo di scena: nella misura in cui alcune cose possono essere classificate a cose fatte, si può ben supporre che esse non avrebbero dovuto essere fatte, dato che il Governo classifica ogni cosa.
Conosco un po’ di queste faccende per esperienza personale, sebbene una esperienza abbastanza antica. Negli anni 1982-83 ero l’esperto di economia internazionale senior presso il Consiglio dei consulenti Economici [2] (sì, Reagan era Presidente, ma il mio era un incarico tecnico. L’esperto di economia nazionale era un tizio di nome Lawrence Summer. Cosa caspita gli è successo?) Ricevetti una quantità di rapporti etichettati SECRET NOFORN NOCONTRACT PROPIN ORCON (forse un linguaggio datato. Sta per: esclusi cittadini stranieri, esclusi collaboratori, informazione protetta, provenienza controllata). Non mi riesce di ricordare nessun documento etichettato in questo modo che contenesse informazioni neanche lontanamente sensibili – ovvero, per dirla tutta, informazioni che non si potessero leggere sul Times o sul Post.
Per inciso, abbastanza presto smisi di curarmene. Avevamo un dirigente della sicurezza che passava negli uffici di notte, e se trovava materiale classificato fuori posto, l’avrebbe sequestrato, messo al sicuro ed emessa una nota di biasimo. Fortunatamente, il Presidente del Consiglio ebbe note di biasimo persino maggiori delle mie.
Ovviamente, non stavo lavorando in un’area con reali preoccupazioni di sicurezza. Ma questo è il genere di problema.
[1] Proviamo anzitutto a chiarire questa questione della “classificazione”, senza di che è difficile comprendere il post. La signora Clinton è accusata nientedimeno che di aver usato il suo personale indirizzo di posta elettronica per spedire o ricevere mail, quando era Segretario di Stato. La colpa, o addirittura il reato, sarebbe quello di aver compromesso la segretezza di informazioni riservate. Ma la Clinton ha chiarito di non aver mai né trasmesso né ricevuto niente che fosse classificato come riservato. Verrebbe da aggiungere che questo accade in un mondo nel quale le cose massimamente riservate non possono esserlo, dato che Wikileaks provvede a renderle pubbliche!
Ora il problema sta diventando il seguente: se quello che la Clinton sapeva non essere classificato come riservato, lo fosse diventato successivamente, per effetto di ‘classificazioni’ più severe? E se addirittura niente praticamente sia non riservato, perché la prassi della burocrazia americana è quella, prima o poi, di classificare come riservato tutto?
In sostanza, uno scandalo piuttosto pretestuoso.
[2] Ovvero, l’organo di consulenza del quale si avvale il Presidente degli Stati Uniti.
By mm
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