Aug 28 9:57 am
David Roberts has a very nice essay on American politics, framed as an analysis of what nerds don’t get; but it’s not just nerds who seem weirdly blind to the reality here.
One problem with the essay, however, is that Roberts never really explains why people who pride themselves on their ability to think things through slide into lazy cliches when it comes to politics. And that’s important: just lecturing Silicon Valley types on the need to get serious about politics won’t work if there are deeper reasons smart people get stupid when politics enters the picture.
Here’s how I see it: it’s about self-image. Tech types like to imagine themselves above the fray, operating on a higher plane than those grubby political types. But if you get serious about US politics, you realize that this is actually an irresponsible pose. As Roberts says, the parties are not symmetric, and wisdom does not lie somewhere between the extremists on both sides. In fact, policies that the tech elite support, like carbon taxes, are supported only by the left wing of the Democratic Party; the entire Republican Party is controlled by climate denialists, and anti-science types more broadly. And in general the modern GOP is basically anti-rational analysis; it’s at war not just with the welfare state but with the Enlightenment.
But for an ubernerd to acknowledge this reality would be to sound, horrors, partisan. And so they refuse to go there; all their belief in data and careful analysis gets set aside when it comes to politics, because the political data — and there really are a lot of data on all this — tell you what they don’t want to hear.
As readers might guess, I face some personal frustration here. When it comes to economics, I try to base what I say on evidence and on models that have stood the test of confrontation with evidence; but I often encounter people who assume that I’m just a left-wing version of Stephen Moore. Why do they believe that? Have they actually looked at my analysis and track record? No, they just know that I’m much more critical of the right than of the left, and they assume that this means ipso facto that I’m biased. But what if in modern America the right is much more wrong than the left? Not a possibility they’re willing to contemplate.
So are efforts to change this futile? I hope not. Roberts may well have the right approach: keep stressing the evidence of political asymmetry. Maybe, maybe, someone will listen.
Il timore dell’asimmetria
David Roberts pubblica un saggio molto bello sulla politica americana, inserito in una analisi di quello che fanatici delle tecnologie non capiscono; ma non sono solo quegli esperti un po’ secchioni, in questo caso, che sembrano curiosamente ciechi dinanzi alla realtà.
Un problema in quello studio, tuttavia, è che Roberts in realtà non spiega mai perché le persone che si inorgogliscono della loro capacità di analizzare a fondo le cose, scivolino su pigri cliché quando si passa alla politica. E c’è questo di importante: soltanto le lezioncine dei soggetti alla Silicon Valley sul bisogno di diventare seri in politica non funzioneranno, se ci sono ragioni più profonde per le quali le persone intelligenti diventano stupide quando la politica entra a far parte del quadro.
Ecco come io la vedo: si tratta della considerazione che si ha di se stessi. Gli individui che operano con le tecnologie credono di essere sopra la mischia, di operare su un piano più elevato di quei soggetti sgradevoli della politica. Ma se si affronta seriamente la politica degli Stati Uniti, si comprende che questo è effettivamente un atteggiamento irresponsabile. Come osserva Roberts, i partiti non sono simmetrici, e il buonsenso non si colloca in qualche punto tra le ali estreme di ambedue gli schieramenti. Di fatto, le politiche che gli esperti di tecnologie sostengono, come le tasse sul carbonio, sono sostenute solo dall’ala sinistra del Partito Democratico; l’intero Partito Repubblicano è sotto il controllo dei negazionisti del cambiamento climatico, e più in generale di individui ostili alla scienza. In generale il Partito Repubblicano si riduce fondamentalmente ad una analisi anti-razionale; è in lotta non solo contro lo stato assistenziale, ma con l’Illuminismo.
Ma per un superesperto, riconoscere questa realtà corrisponderebbe ad apparire partigiano in modo ripugnante. In tal modo essi rifiutano di collocarsi in tale posizione; quando si passa alla politica, tutta la loro fede nei dati viene messa da parte; perché i dati della politica – e in realtà in tutto questo c’è una grande quantità di dati – vi dicono quello che non volete sentir dire.
Come i lettori possono ben supporre, in questo caso io mi trovo dinanzi ad una frustrazione anche personale. Quando si tratta di economia, io mi sforzo di basare quello che dico sulle prove e su modelli che hanno retto la prova del confronto con i fatti; ma spesso incontro gente che suppone che io sia soltanto una versione di sinistra di Stephen Moore. Perché lo credono? Hanno effettivamente prestato attenzione alla mia analisi e alla mia storia intellettuale? Niente affatto, sanno soltanto che io sono molto più critico verso la destra che verso la sinistra, e suppongono che questo di per sé significhi che io abbia dei pregiudizi. Ma cosa fare se nell’America dei nostri tempi la destra ha molto più torto della sinistra? É una possibilità che non sono disponibili a contemplare.
Dunque, gli sforzi per cambiare tutto questo sono inutili? Io spero di no. É certamente possibile che Roberts abbia l’approccio giusto: continuare a mettere in rilievo le prove della asimmetria della politica. Qualcuno può darsi che alla fine ascolti.
By mm
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