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La febbre del rialzo dei tassi (dal blog di Krugman, 24 agosto 2015)

 

Aug 24 7:48 am

Rate Hike Fever

 

Larry Summers argues that a Fed rate hike would be a big mistake; I completely agree. Yet he also suggests that the Fed “seems set” to do this foolish thing. Why?

What’s odd about this debate is that it’s not like debating monetary policy with conservatives whose doctrine tells them that fiat money will turn us into Zimbabwe any day now, and are impervious to evidence. The Fed chair is Janet Yellen; the vice chair is Stan Fischer; both are, as Brad DeLong emphasizes, salt-water economists whose underlying macro worldview is surely very much like Larry’s, or mine, not least because we studied under Stan himself. So why the difference on policy?

Surely it has something to do with where people are sitting; something about being on the inside is making the Fedsters more rate-hike prone than those of us on the outside. It might be regular contact with Wall Street types — but Larry actually has plenty of that too. I don’t think it’s extra information: basically the Fed knows no more than anyone keeping reasonably close tabs on the economy, whatever snippets of supposed inside info it may get, and I believe that Janet and Stan are smart and level-headed enough to get that.

Pressure from the usual suspects — the constant sniping against easy money — may play a role. But I also suspect that a lot has to do with the urge to resume a conventional central-banker role. The whole culture of central banks involves saying no to stuff people want, taking away the punch bowl as the party gets going, having the courage to do unpopular things; everyone wants to be Paul Volcker. The Fed is really, really eager to return to that position — and is, I fear, engaging in wishful thinking, believing much too readily that a return to normalcy is appropriate.

It’s not. I’m with Larry here: this attitude has the makings of a big mistake. Think Japan 2000; think ECB 2011; think Sweden. Don’t do it.

 

La febbre del rialzo dei tassi

Larry Summers sostiene che il rialzo dei tassi da parte della Fed sarebbe un grande sbaglio; sono del tutto d’accordo. Eppure egli suggerisce anche che la Fed “sembra pronta” a fare questa sciocchezza. Perché?

Quello che è curioso in questo dibattito è che esso non è come discutere di politica monetaria con i conservatori, la dottrina dei quali afferma che emettere valuta ci trasformerà un giorno o l’altro nello Zimbabwe, e che sono impermeabili ai fatti. La Presidentessa della Fed è Janet Yellen, il Vicepresidente è Stan Fischer; entrambi, come mette in rilievo Brad DeLong, sono economisti della scuola dell’ “acqua salata” [1], il cui implicito orientamento macroeconomico di sicuro è molto simile a quello di Larry, o al mio, se non altro perché abbiamo avuto Stan medesimo come docente. Perché, dunque, questa diversità sulle scelte da assumere?

Sicuramente, essa ha qualcosa a che fare con la collocazione delle persone; una cosa per la quale essere tra gli addetti si lavori rende gli uomini della Fed più inclini al rialzo dei tassi, rispetto a quelli che come noi sono all’esterno. Può trattarsi dei rapprti costanti con i soggetti di Wall Street – ma in effetti anche Larry ne ha una gran quantità. Né penso si tratti di informazioni aggiuntive: fondamentalmente la Fed non ne sa di più di chiunque si tenga ragionevolmente vicino ai tabulati sull’economia, qualsiasi ritaglio di presunte informazioni interne possa ottenere, e credo che Janet e Stan siano abbastanza svegli ed assennati da rendersene conto.

La pressione da parte dei soliti noti – il costante prendere di mira la cosiddetta politica della moneta facile – può esercitare un peso. Ma io ho anche il sospetto che tutto ciò abbia a che fare con il bisogno di riassumere un ruolo convenzionale da banchiere centrale. La cultura complessiva delle banche centrali include il saper dire dei no alle cose che vuole la gente, togliendo di mezzo la tazza del punch quando la festa comincia a riscaldarsi [2], avendo il coraggio di fare cose impopolari; tutti vogliono essere dei Paul Volcker. La Fed ha un grandissimo desiderio di tornare a quella condizione – e io temo che si stia facendo condizionare da ragionamenti ottimistici, credendo con troppa facilità che la cosa appropriata sia un ritorno alla normalità.

Non è così. In questo caso sono d’accordo con Larry: questa attitudine ha tutti gli ingredienti di un errore grave. Si pensi al Giappone del 2000; si pensi alla Banca Centrale Europea del 2011; si pensi alla Svezia. Non fatelo.

 

[1] Vedi per le teorie e le scuole economiche “fresh-water” e “salt-water”, le note sulla traduzione.

[2] Ovvero, restringendo la politica monetaria quando l’economia comincia a girare, a riprendersi. Come in una festa, nella quale si tolgono gli alcolici quando c’è troppa allegria.

 

 

 

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