agosto 2015 Archive

Il Tea Party e il ‘trumpismo’ (11 agosto 2015)

     

I candidati del Partito Repubblicano e il mancato fallimento di Obama, di Paul Krugman (New York Times 10 agosto 2015)

Il dibattito che si è svolto a Cleveland tra i candidati repubblicani alla nomination per le elezioni presidenziali del 2016 è risultato istruttivo. Si è parlato poco di economia, poco di riforma sanitaria ed anche poco del futuro energetico dell'America; ovvero i presunti temi forti del Partito Repubblicano sono stati trattati con una certa distrazione. E' evidente che è dipeso dalla difficoltà a ridurre tali questioni alla consueta propaganda. La disoccupazione presenta dati tutt'altro che disastrosi, migliori di quelli dell'osannato periodo reaganiano; la riforma sanitaria ha ottenuto risultati inoppugnabili; l'autonomia energetica americana è molto superiore ad alcuni anni orsono. In poche parole, è venuto meno il fallimento di Obama. Il che costituisce il problema più serio per i repubblicani, più ancora dell'imbarazzo per i successi di Donald Trump.

Da Trump in giù, i repubblicani non riescono ad essere seri. Di Paul Krugman (New York Times 7 agosto 2015)

C'è differenza, nella sostanza, tra quello che sta dicendo Donald Trump nella competizione repubblicana sulla nomination per le elezioni del 2016, e quello che dicono e pensano i vari Jeb Bush, Scott Walker, Marco Rubio? In realtà troviamo più o meno gli stessi argomenti: ricette economiche stravaganti, ipotesi pazzesche di violazione dei diritti civili, negazionismo del cambiamento climatico, la demonizzazione di Obama etc. Il vero problema è che da tempo buona parte dei media nascondono la deriva intellettuale del Partito Repubblicano. Si fa il possibile per fare apparire ragionevole quello che evidentemente non lo è. Ed oggi ci si sorprende se la base repubblicana sembra dare maggior credito ad un personaggio assurdo come Donald Trump, che in fondo è diverso solo per un aspetto: non si cura delle apparenze. Il che, si scopre, alla base repubblicana non dispiace.

Le radici del culto di Reagan (7 agosto 2015)

[1] L’espressione è stata coniata dal politologo americano Brendan Nyhan e indica “la convinzione che il Presidente può realizzare ogni obbiettivo politico e programmatico se ...

Sfuma il tema dell’economia (7 agosto 2015)

     

Sarcasmo e scienza (4 agosto 2015)

[1] Vedi il precedente post del 2 agosto.      

Corbyn e il Partito della Subalternità (4 agosto 2015)

[1] Creatore di fumetti, americano nato nel 1947, Mark Alan Stamaty, oltre a illustrare libri per bambini, ha pubblicato per la rivista Slate, per il ...

Tragedie (non) greche dell’America: Porto Rico e gli Appalachi, di Paul Krugman (New York Times 3 agosto 2015)

Il collasso finanziario dello Stato americano di Porto Rico (un territorio 'distaccato' degli Stati Uniti, in attesa di diventare Stato a tutti gli effetti) presenta una evidente differenza dal caso greco: in Grecia i consumi procapite sono diminuiti del 30 per cento, a Porto Rico sono addirittura aumentati. E sono aumentati perchè, pur producendo di meno, la partecipazione ai costi delle reti della sicurezza sociale statunitense è, per ragion evidenti, aumentata. Nella globalizzazione, questi fenomeni sono probabilmente inevitabili (un fenomeno simile ha caratterizzato la crisi economica degli Appalachi, dopo la crisi delle attività minerarie). A questi fenomeni l'unico rimedio è l'impegno alla mobilità dei lavoratori e uno Stato centrale capace di garantire agli altri tutta la assistenza necessaria. Gli economisti degli hedge funds portoricani stanno invece pensando ad eliminare il sistema scolastico dell'isola caraibica.

Il “cap and trade” e la polarizzazione (3 agosto 2015)

[1] Letteralmente, del “mettere un limite e consentire gli scambi” in materia di inquinamento ambientale – ovvero mettere un limite all’inquinamento e premiare chi sta ...

Il ritorno di una Germania minacciosa, di Joschka Fischer (da Project Syndicate, 23 luglio 2015)

     

La svolta sbagliata della teoria economica dell’ “acqua dolce” (dal blog di Krugman, 2 agosto 2015)

[1] Una scuola economica americana, così chiamata per la sua prevalenza nei decenni passati nelle Università ‘centrali’ (ovvero, nelle zone dei laghi, anzitutto Chicago), in ...

I fautori della depressione, di J. Bradford DeLong (da Project Syndicate, 24 luglio 2015)

     

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