settembre 2015 Archive

Jeb diventa Galt (30 settembre 2015)

[1] É il titolo del famigerato libro di Ayn Rand che è oggetto di culto della destra americana (si può tradurre “Atlante scrollò le spalle”). ...

Una spiegazione dei “tontini” (30 settembre 2015)

      [1] Divertente scoprire (lo spiega l’articolo in connessione del blog del Washington Post, Wonkblog) che non ci si deve dar pena di ...

Le materie prime e gli stravaganti (30 settembre 2015)

[1] Come si vede, la linea verde, relativa ai prezzi energetici, indica un crollo dei prezzi che nell’ultimo anno ha guidato (linea nera) l’andamento generale; ...

E poi non ci rimase nessuno (29 settembre 2015)

     

La congrega del ricatto, ovvero il Partito Repubblicano, di Paul Krugman (New York Times 28 ottobre 2015)

Le annunciate dimissioni da Presidente della Camera dei Rappresentanti del repubblicano John Boehner sono una occasione per un bilancio della sua esperienza, e per quanto essa sia stata all'insegna di continui tentativi di intimidire Obama e di impedire che le sue proposte fossero discusse civilmente, il futuro potrebbe essere anche peggiore. Di fatto la politica dei continui ricatti di Boehner alla fine pare si sia infranta su un estremismo ancora più pazzesco da parte della base repubblicana e di settori dei suoi dirigenti ansiosi di prendere il suo posto. Lo dimostra la recente vicenda delle pretese dei gruppi antiabortisti, che pare sia stata all'origine delle dimissioni di Boehner.

Perchè la Fed ha seppellito il monetarismo, di Anatole Kaletsky (da Project Syndicate, 22 settembre 2015)

     

Teoria economica: cos’è andato bene (26 settembre 2015)

[1] Per ragioni evidenti non traduco il post settimanale del venerdì di Krugman, appassionato anche di un genere di musica americana. Ma confermo che da ...

Truffatori, Furbastri & Associati, di Paul Krugman (New York Times 25 settembre 2015)

Sono tempi di notevoli truffe da parte di alcune imprese; oltre all'esempio colossale della Volkswagen, ci sono altri casi recenti in America. E Jeb Bush, con straordinario tempismo, ha scelto di fare una conferenza contro i regolamenti di questi anni. Non si è limitato alle disposizioni in materia di anidride carbonica o alla riforma sanitaria; ha attaccato a tutto campo. Ma perchè c'è bisogno di regole? Intanto perchè se le imprese non sono tutte demoni, ce ne sono alcune che non sono affatto creature angeliche. Poi perchè, da Reagan in poi, sono stati smantellati i regolamenti per 35 anni di fila, e i risultati si vedono.

L’agonia e l’esodo, di Robert Skidelsky (da Project Syndicate, 23 settembre 2015)

[1] Si tratta di comunità – talora definite di “doppia emigrazione” – che erano emigrate in Africa ai tempi delle colonie britanniche, prevalentemente provenienti dall’India. ...

Sfatare tre miti sull’economia in Germania, di Michael Burda (dal blog VOX, 23 settembre 2015)

  [1] Non trovo su dizionari alcuna possibile diversa interpretazione del termine “composition”, se non come ‘composizione, assemblaggio, produzione di un pezzo letterario o musicale’. ...

Ripercussioni dalla Cina (dal blog di Krugman, 23 settembre 2015)

[1] ROW è l’acronimo di “Rest of World”.      

Le religioni sono quello che la gente le fa essere (22 settembre 2015)

La rabbia sui tassi nel 1932 (22 settembre 2015)

[1] Perry è il Governatore repubblicano del Texas e giunse ad affermare pubblicamente che una visita nello Stato di Ben Bernanke sarebbe stata sgradita (peggio ...

Gli svitati e gli argomenti di Knut (dal blog di Krugman, 21 settembre 2015)

[1] É evidente che il gioco di parole in inglese non è possibile tradurlo. “Nutcases” sono gli svitati, i folli; i “Knut cases” sono gli ...

La rabbia dei banchieri, di Paul Krugman (New York Times 21 settembre 2015)

Oggi si comprende meglio - dopo che la Fed ha deciso di non toccare il tasso di interesse - quali erano gli interessi in gioco nei mesi scorsi. I banchieri desideravono fortemente un rialzo dei tassi, perchè è dalla differenza tra i tassi che essi applicano sui prestiti e quelli che pagano sui depositi, che derivano i loro profitti. Così si spiegano le loro reazioni rabbiose ed anche l'andamento dei titoli nel loro settore. Ma il tasso di interesse deve basarsi sull'andamento in primo luogo dell'inflazione, che è innegabilmente basso. Dunque, l'unica reazione possibile agli strepiti dei banchieri è considerare che non è affatto necessario che quello che è positivo per loro, sia anche positivo per l'America

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