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Il trionfo dell’economia retrograda (dal blog di Krugman, 1 settembre 2015)

 

Sep 1 2:03 pm

The Triumph of Backward-Looking Economics

We don’t get to do many controlled experiments in economics, so history is mainly what we have to go on. Unfortunately, many people who imagine that they know how the economy works go with what they think they heard about history, not with what actually happened. And I’m not just talking about the great unwashed; quite a few well-known economists seem not to have heard about FRED, or at least haven’t picked up the habit of doing a quick scan of the actual data before making assertions about facts.

And there’s one decade in particular where people are weirdly unaware of the realities: the 1980s. A lot of this has to do with Reaganolatry: the usual suspects have repeated so often that it was a time of extraordinary, incredible success that I often encounter liberals who believe that something special must have happened, that somehow the events were at odds with what the prevailing macroeconomic models of the time said would happen.

But nothing special happened, aside from the unexpected willingness of the Fed to impose incredibly high unemployment in order to bring inflation down.

What did orthodox salt-water macroeconomists believe about disinflation on the eve of the Volcker contraction? As it happens, we have an excellent source document: James Tobin’s “Stabilization Policy Ten Years After,” presented at Brookings in early 1980. Among other things, Tobin laid out a hypothetical disinflation scenario based on the kind of Keynesian model people like him were using at the time (which was also the model laid out in the Dornbusch-Fischer and Gordon textbooks). These models included an expectations-augmented Phillips curve, with no long-run tradeoff between inflation and unemployment — but expectations were assumed to adjust gradually based on experience, rather than changing rapidly via forward-looking assessments of Fed policy.

This was, of course, the kind of model the Chicago School dismissed scathingly as worthy of nothing but ridicule, and which was more or less driven out of the academic literature, even as it continued to be the basis of a lot of policy analysis.

So here was Tobin’s picture:

z 919

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Here’s what actually happened:

z 920

 

 

 

 

 

 

 

Unemployment shot up faster than in Tobin’s simulation, then came down faster, because the Fed didn’t follow the simple rule he assumed. But the basic shape — a clockwise spiral, with inflation coming down thanks to a period of very high unemployment — was very much in line with what standard Keynesian macro said would happen. On the other hand, there was no sign whatsoever of the kind of painless disinflation rational-expectations models suggested would happen if the Fed credibly announced its disinflation plans.

So how does the decade of the 1980s end up being perceived as a defeat for Keynesians? To see it that way you have to systematically misrepresent both what happened to the economy and what people like Tobin were saying at the time. In reality, Tobinesque economics looks very good in the light of events.

 

Il trionfo dell’economia retrograda [1]

In economia non riusciamo a fare molti esperimenti controllati, cosicché la storia è principalmente quella con cui dobbiamo procedere. Sfortunatamente, molte persone che si immaginano di conoscere come l’economia funzioni, si accompagnano a quello che pensano di aver sentito dire sulla storia, non a quello che è effettivamente accaduto. E non sto parlando della gente comune; un buon numero di economisti ben noti sembra non aver mai sentito parlare dell’archivio dei dati economici della Fed (FRED), o almeno di non aver preso l’abitudine di dare una rapida scorsa ai dati effettivi prima di avanzare giudizi sui fatti.

E se c’è un decennio, in particolare, nel quale le persone erano curiosamente inconsapevoli dei dati reali, quello furono gli anni ’80. Molto di questo ha a che fare con la “Reaganolatria”: i soliti noti hanno ripetuto così spesso che quella fu un’epoca di straordinario, incredibile successo che io spesso incontro progressisti che credono che qualcosa di speciale deve essere successo, che in qualche modo gli eventi furono opposti a quello che i prevalenti modelli macroeconomici di quel tempo dicevano sarebbe accaduto.

Ma non accadde niente di speciale, ad eccezione dell’inattesa determinazione della Fed di imporre una disoccupazione incredibilmente alta allo scopo di abbassare l’inflazione.

Cosa credettero i macroeconomisti ortodossi della scuola dell’ “acqua dolce” all’epoca della contrazione di Volcker? Si dà il caso che possediamo una eccellente fonte documentaria: il saggio di James Tobin “La politica della stabilizzazione, dieci anni dopo”, presentato al Brookings nei primi anni ’80. Tra le altre cose, Tobin propose un ipotetico scenario di disinflazione basato sul tipo di modello keynesiano che persone come lui stavano utilizzando in quei tempi (che era anche il modello predisposto nei libri di testo di Dornbusch-Fischer e di Gordon). Questi modelli includevano una curva di Phillips potenziata per le aspettative, senza alcuno scambio di lungo periodo tra inflazione e disoccupazione – ma le aspettative erano assunte allo scopo di fare correzioni graduali basate sull’esperienza, piuttosto che modificarle rapidamente attraverso valutazioni sul futuro della politica della Fed.

Questo era, ovviamente, il genere di modello che la Scuola di Chicago criticava aspramente, come immeritevole di nient’altro se non di ironia, e che era più o meno dedotto dalla letteratura accademica, pur continuando ad essere la base di molte analisi politiche.

Dunque, ecco il diagramma di Tobin [2]:

z 919

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ed ecco quello che effettivamente accadde:

z 920

 

 

 

 

 

 

 

La disoccupazione si impennò più velocemente che non nella simulazione di Tobin, perché la Fed non seguì la semplice regole che aveva ipotizzato. Ma la forma fondamentale – una spirale in senso orario, con l’inflazione che scende giù grazie ad un periodo di disoccupazione molto alta – era davvero molto coerente con quello che la normale macroeconomia keynesiana affermava sarebbe accaduto. D’altra parte, non ci fu alcun segno di un qualsiasi tipo di disinflazione indolore che i modelli delle aspettative razionali indicavano sarebbe accaduto, se la Fed avesse credibilmente annunciato i suoi programmi di disinflazione.

Come accadde, dunque, che il decennio degli anni ’80 finì con l’essere percepito come una sconfitta per i keynesiani? Per leggerlo in quel modo si deve sistematicamente falsare sia quello che accadde all’economia che quello che persone come Tobin stavano dicendo in quegli anni. In realtà, alla luce degli eventi, l’economia di Tobin appare eccellente.

 

 

 

[1] Suppongo che in questo caso “retrogrado” sia il significato che si vuole esprimere – ovvero, un giudizio sui modelli economici usati da Tobin che il post illustra, e non semplicemente una economia “che guarda indietro”. In altre parole, “retrogrado” è il giudizio sulla economia Keynesiana che veniva espresso in quei tempi dagli economisti della Scuola di Chicago.

[2] Può essere utile notare che entrambi i diagrammi simulano l’andamento congiunto per l’inflazione e la disoccupazione, nel primo caso secondo il modello keynesiano, nel secondo caso quello che realmente si ebbe. Sull’asse verticale sono riportati i dati della crescita annua dell’inflazione, su quello orizzontale quelli relativi alla disoccupazione. Di conseguenza, la disoccupazione sale quando la linea si sposta a destra e l’inflazione scende quando la linea si sposta verso il basso. Ovviamente, quando il dato della disoccupazione scende, la curva ‘torna indietro’ verso i valori inferiori che sono collocati alla sinistra; quando il dato dell’inflazione cresce (come nelle ultime rilevazioni degli anni ’90) la curva torna verso l’alto.

 

 

 

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