SEPT. 28, 2015
John Boehner was a terrible, very bad, no good speaker of the House. Under his leadership, Republicans pursued an unprecedented strategy of scorched-earth obstructionism, which did immense damage to the economy and undermined America’s credibility around the world.
Still, things could have been worse. And under his successor they almost surely will be worse. Bad as Mr. Boehner was, he was just a symptom of the underlying malady, the madness that has consumed his party.
For me, Mr. Boehner’s defining moment remains what he said and did as House minority leader in early 2009, when a newly inaugurated President Obama was trying to cope with the disastrous recession that began under his predecessor.
There was and is a strong consensus among economists that a temporary period of deficit spending can help mitigate an economic slump. In 2008 a stimulus plan passed Congress with bipartisan support, and the case for a further stimulus in 2009 was overwhelming. But with a Democrat in the White House, Mr. Boehner demanded that policy go in the opposite direction, declaring that “American families are tightening their belts. But they don’t see government tightening its belt.” And he called for government to “go on a diet.”
This was know-nothing economics, and incredibly irresponsible at a time of crisis; not long ago it would have been hard to imagine a major political figure making such a statement. Did Mr. Boehner actually believe what he was saying? Was he just against anything Mr. Obama was for? Or was he engaged in deliberate sabotage, trying to block measures that would help the economy because a bad economy would be good for Republican electoral prospects?
We’ll probably never know for sure, but those remarks set the tone for everything that followed. The Boehner era has been one in which Republicans have accepted no responsibility for helping to govern the country, in which they have opposed anything and everything the president proposes.
What’s more, it has been an era of budget blackmail, in which threats that Republicans will shut down the government or push it into default unless they get their way have become standard operating procedure.
All in all, Republicans during the Boehner era fully justified the characterization offered by the political analysts Thomas Mann and Norman Ornstein, in their book “It’s Even Worse Than You Think.” Yes, the G.O.P. has become an “insurgent outlier” that is “ideologically extreme” and “unmoved by conventional understanding of facts, evidence and science.” And Mr. Boehner did nothing to fight these tendencies. On the contrary, he catered to and fed the extremism.
So why is he out? Basically because the obstructionism failed.
Republicans did manage to put a severe crimp on federal spending, which has grown much more slowly under Mr. Obama than it did under George W. Bush, or for that matter Ronald Reagan. The weakness of spending has, in turn, been a major headwind delaying recovery, probably the single biggest reason it has taken so long to bounce back from the 2007-2009 recession.
But the economy nonetheless did well enough for Mr. Obama to win re-election with a solid majority in 2012, and his victory ensured that his signature policy initiative, health-care reform — enacted before Republicans took control of the House — went into effect on schedule, despite the dozens of votes Mr. Boehner held calling for its repeal. Furthermore, Obamacare is working: the number of uninsured Americans has dropped sharply even as health-care costs seem to have come under control.
In other words, despite all Mr. Boehner’s efforts to bring him down, Mr. Obama is looking more and more like a highly successful president. For the base, which has never considered Mr. Obama legitimate — polling suggests that many Republicans believe that he wasn’t even born here — this is a nightmare. And all too many ambitious Republican politicians are willing to tell the base that it’s Mr. Boehner’s fault, that he just didn’t try blackmail hard enough.
This is nonsense, of course. In fact, the controversy over Planned Parenthood that probably triggered the Boehner exit — shut down the government in response to obviously doctored videos? — might have been custom-designed to illustrate just how crazy the G.O.P.’s extremists have become, how unrealistic they are about what confrontational politics can accomplish.
But Republican leaders who have encouraged the base to believe all kinds of untrue things are in no position to start preaching political rationality.
Mr. Boehner is quitting because he found himself caught between the limits of the politically possible and a base that lives in its own reality. But don’t cry for (or with) Mr. Boehner; cry for America, which must find a way to live with a G.O.P. gone mad.
La congrega del ricatto, ovvero il Partito Repubblicano, di Paul Krugman
New York Times 28 ottobre 2015
John Boehner è stato un Presidente della Camera molto discutibile, davvero negativo, un disastro. Sotto la sua guida i repubblicani hanno perseguito una inedita strategia dell’ostruzionismo da terra bruciata, che ha provocato un danno grandissimo all’economia ed ha pregiudicato la credibilità dell’America nel mondo.
Eppure, poteva andar peggio. E con il suo successore quasi certamente andrà peggio. Per quanto Boehner fosse dannoso, egli era solo un sintomo della malattia sottostante, la follia che stava consumando il suo Partito.
Dal mio punto di vista, il momento rivelatore di Boehner resta quello che disse come rappresentante della minoranza della Camera agli inizi del 2009, quando un appena insediato Presidente Obama stava cercando di misurarsi con la disastrosa recessione che aveva avuto inizio sotto il suo predecessore.
C’era e c’è un forte consenso tra gli economisti che un periodo transitorio di spesa pubblica in deficit poteva contribuire a mitigare la recessione economica. Nel 2008 un programma di misure di sostegno era stato approvato dal Congresso con un sostegno bipartisan, e gli argomenti per ulteriori misure nel 2009 erano fortissimi. Ma c’era un democratico alla Casa Bianca, e il signor Boehner chiese che si facessero scelte nella direzione opposta, dichiarando che “le famiglie americane stanno stringendo la cinghia, ma non vedono il Governo fare altrettanto”. E si pronunciò a favore di “una dieta” da parte del Governo.
Era l’economia della completa incompetenza, e in un’epoca di crisi fu incredibilmente irresponsabile: in precedenza sarebbe stato difficile immaginare che una personalità politica di rilievo facesse un discorso del genere. Davvero il signor Boehner credeva in quello che diceva? Egli era davvero contrario a tutto quello che Obama proponeva? Oppure dava prova di un deliberato sabotaggio, cercando di bloccare misure che avrebbero aiutato l’economia, sul presupposto che un’economia in difficoltà sarebbe stata positiva per le prospettive elettorali dei repubblicani?
Probabilmente non lo sapremo mai con certezza, ma quelle osservazioni diedero il tono a tutto quello che seguì. L’epoca di Boehner è stata quella nella quale i repubblicani hanno rifiutato ogni responsabilità nel contribuire al governo del paese, nella quale si sono opposti a tutto quello che il Presidente proponesse.
Peggio ancora: è stata un’epoca di ricatti sui bilanci, nella quale le minacce repubblicane di bloccare l’attività del Governo o di spingerlo al default se non avesse seguito le loro indicazioni, è diventato un modo normale di operare.
Tutto considerato, i repubblicani durante l’epoca di Boehner hanno pienamente giustificato la descrizione offerta dagli analisti Thomas Mann e Norman Ornstein, nel loro libro “E’ persino peggio di quello che pensate”. Proprio così: il Partito Repubblicano è diventato una “anomalia ribelle, ideologicamente estremista e indifferente alla normale comprensione dei fatti, delle prove e della scienza”. E Boehner non fece niente per combattere queste tendenze. Al contrario, fu compiacente ed alimentò l’estremismo.
Perché, dunque, esce di scena? Fondamentalmente perché quell’ostruzionismo è fallito.
I repubblicani hanno davvero cercato di porre gravi ostacoli alla spesa federale, che sotto Obama è cresciuta molto più lentamente di quanto non fosse cresciuta sotto George W. Bush od anche sotto Ronald Reagan. La debolezza della spesa, a sua volta, è stata un importante ostacolo che ha ritardato la ripresa, probabilmente di per sé la ragione principale per la quale è stato necessario tanto tempo per riprendersi dalla recessione degli anni 2007-2009.
Ciononostante, l’economia è andata bene a sufficienza da permettere ad Obama di ottenere la rielezione nel 2012 con una solida maggioranza, e la sua vittoria ha consentito che l’iniziativa politica distintiva del suo mandato, la riforma sanitaria – approvata prima che i repubblicani prendessero il controllo della Camera – entrasse in funzione nei tempi previsti, nonostante le dozzine di votazioni che il signor Boehner ha consentito, che chiedevano la sua abrogazione. In aggiunta, la riforma della assistenza di Obama sta funzionando: il numero degli americani non assicurati è sceso bruscamente, persino nel mentre i costi della assistenza sanitaria sembrano essere sotto controllo.
In altre parole, nonostante tutti gli sforzi di Boehner di fermarlo, Obama sembra sempre di più un Presidente di considerevole successo. Per la base, che non ha mai considerato Obama un Presidente legittimo – i sondaggi indicano che molti repubblicani non credono neppure che egli sia nato in America – questo è un incubo. E ci sono anche troppi ambiziosi politici repubblicani disponibili a raccontare alla base che la colpa è del signor Boehner, che non avrebbe cercato di intimidirlo con sufficiente durezza.
Ovviamente, si tratta di una sciocchezza. Di fatto, la controversia su Planned Parenthood che probabilmente ha innescato l’uscita di scena di Boehner – bloccare l’attività del Governo sulla base di filmati evidentemente falsificati? [1] – parrebbe confezionata su misura per mostrare quanto siano diventati pazzeschi gli estremisti del Partito Repubblicano, e quanto siano irrealistici a proposito di quello che si può ottenere attraverso il confronto politico.
Ma i dirigenti repubblicani che hanno incoraggiato la base a credere falsità di ogni genere, non sono nelle condizioni adesso di cominciare a fare prediche sulla razionalità politica.
Boehner si dimette perché si è ritrovato intrappolato tra i limiti di quello che è politicamente ragionevole ed una base che vive in un suo mondo a parte. Ma non piangete per il signor Boehner; piangete per l’America, che deve trovare un modo per convivere con un Partito repubblicano uscito di senno.
[1] La vicenda sembra la seguente: gruppi antiabortisti hanno messo in circolazione alcuni video che si è preteso documentassero una attività in pratica criminale – la messa in vendita di feti per attività di ricerca – da parte della associazione Planned Parenthood (“genitorialità consapevole”). Ma tali filmati sono risultati artefatti, e forse la condotta di Boehner non è apparsa a settori repubblicani sufficientemente combattiva, inducendolo a dimettersi.
By mm
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