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La creatività dei ‘falchi’ eterni (dal blog di Krugman, 19 settembre 2015)

 

The Creativity of the Permahawks

September 19, 2015 9:46 am

Tim Taylor writes about low interest rates. As he notes, many economists see low rates as a natural (in both the colloquial and Wicksellian sense) response to a weak economy; but he respectfully cites the Bank for International Settlements, which argues that low rates are a source of terrible economic distortions. But it seems to me that there’s some context missing.

Taylor writes,

Notice that none of the BIS concerns are about the risk of a rise in inflation–which it does not think of as a substantial risk.

Ah, but it used to think otherwise. It has been calling for higher interest rates for around 5 years, and at first it was indeed warning about inflation. In its 2011 report, in fact, it declared that

Highly accommodative monetary policies are fast becoming a threat to price stability.

That was dead wrong, and the ECB — which believed in the inflation threat and raised rates — clearly made a big mistake. So you might have expected the BIS to ask why it was so wrong, and reconsider its policy recommendations. Instead, however, it continued to demand the same policies, while inventing new justifications.

And I mean inventing. As I’ve written many times, the remarkable thing about policy since 2010 is that outsiders, particularly bearded academics, have based their criticisms of policy on mainstream, textbook economics; whereas serious-sounding bankers in suits have been creating whole new economic doctrines on the fly to justify what they claim are sound policies.

In this case, the BIS not only claims that low interest rates cause financial instability, but goes on to expound a sort of widow’s cruse theory of interest rates, in which low rates today lead to even lower rates tomorrow, because they produce bubbles that weaken the economy further when they burst. That’s pretty wild stuff; you wouldn’t want to take it seriously without a lot of evidence, which the BIS does not provide.

Or put it this way: if, say, Jeremy Corbyn or Bernie Sanders were to invent whole new, dubious economic theories to justify the policies they clearly want for other reasons, everyone would be coming down on them hard for being flaky and irresponsible. Yet when the BIS — which was, once again, dead wrong on inflation — does the same thing, it’s taken very seriously.

One more thing: I was especially annoyed at the BIS’s claim that we now know that pre-crisis estimates of potential output were greatly overstated; they mention the US in the mid-200s as an example. But we know no such thing. Some methods widely used to estimate potential output in effect assume that the economy has a strong tendency to return to full employment, so if we see a prolonged slump those methods rewrite history, concluding that the economy must have been badly overheated before the slump. But why should we believe that conclusion? The US wasn’t experiencing accelerating inflation at an unemployment rate around 5 percent in the mid-2000s; it’s not seeing accelerating inflation now, with unemployment back to the same vicinity. Doesn’t this mean that it wasn’t overheated either time?

Again, if someone from the center-left were to produce an economic analysis this tendentious, this much at odds with decades of mainstream economics, it would be met with incredulity. It’s awesome to see the ultra-respectable BIS go down this path, and be taken seriously along the way.

 

 

La creatività dei ‘falchi’ eterni [1]

Tim Taylor scrive sui bassi tassi di interesse. Come osserva, molti economisti giudicano i bassi tassi come una risposta naturale (sia in senso colloquiale che wickselliano [2]) ad una economia debole: ma egli cita la Banca dei Regolamenti Internazionali, che sostiene che i bassi tassi sono all’origine di tremende distorsioni economiche. Sennonché a me sembra che ci sia qualcosa di quel contesto che si perde.

Scrive Taylor,

“Si noti che nessuna delle preoccupazioni della BIR riguarda il rischio di una crescita dell’inflazione – che essa non pensa sia un rischio sostanziale”.

Ne prendo atto, però era solita pensare in altro modo. Per circa 5 anni essa ha continuato a chiedere tassi di interesse più elevati, e agli inizi in effetti metteva in guardia sull’inflazione. Nel suo rapporto del 2011, di fatto, dichiarava che:

“Politiche monetarie altamente permissive stanno rapidamente diventando una minaccia alla stabilità dei prezzi”.

Era completamente sbagliato, e la BCE – che credette alla minaccia dell’inflazione e rialzò i tassi – fece chiaramente un grande errore. Così vi sareste aspettati che la BIR si chiedesse in cosa aveva sbagliato e riconsiderasse le sue raccomandazioni politiche. Ciononostante, essa ha continuato a chiedere le stesse politiche senza inventarsi nuove giustificazioni.

E voglio proprio dire ‘inventarsi’. Come ho scritto in molte occasioni, la cosa rilevante a partire dal 2010 a proposito della politica è che coloro che erano esterni alle istituzioni, in particolare gli accademici con barba [3], hanno basato le loro critiche alle scelte economiche sui convenzionali libri di testo; mentre i banchieri apparentemente seri e vestiti a puntino sono venuti creando dal nulla un nuovo complesso di dottrine economiche, per giustificare quelle che sostengono essere politiche sane.

In questo caso, non solo la BIR sostiene che i bassi tassi di interesse provocano l’instabilità finanziaria, ma va oltre sino ad esporre una specie di teoria dei tassi di interesse da “brocca della vedova” [4], secondo la quale i bassi tassi di oggi portano a tassi ancora più bassi domani, giacché producono bolle che indeboliscono ulteriormente l’economia al momento in cui scoppiano. Si tratta di cose piuttosto singolari: parrebbe normale non prenderle sul serio senza uno straccio di prova, che la BIR non offre.

Oppure, possiamo metterla in questo modo: se, diciamo, Jeremy Corbyn o Bernie Sanders [5] inventassero completamente nuove e dubbie teorie economiche per giustificare politiche che chiaramente vogliono per altre ragioni, tutti si scaglierebbero contro di loro, per la loro inconsistenza ed irresponsabilità. Tuttavia, quando la BIR – che ha avuto, ripetiamolo, torto marcio sull’inflazione – fa la stessa cosa, viene presa molto sul serio.

Un’ultima cosa: sono rimasto particolarmente infastidito alla pretesa della BIR secondo la quale oggi sapremmo che le stime sulla produzione potenziale precedenti alla crisi erano grandemente sopravvalutate; essi ricordano come esempio gli Stati Uniti alla metà dello scorso decennio. Ma non è affatto una cosa nota. Alcuni metodi ampiamente utilizzati per stimare la produzione potenziale in effetti assumono che l’economia ha una forte tendenza a tornare alla piena occupazione, cosicché se osserviamo una crisi prolungata questi metodi riscrivono la storia, e giungono alla conclusione che l’economia doveva essere negativamente surriscaldata prima della recessione. Ma perché dovremmo credere a tale conclusione? Gli Stati Uniti, con un tasso di disoccupazione del 5 per cento alla metà dello scorso decennio, non stavano sperimentando una inflazione in accelerazione; con un tasso di disoccupazione tornato a livelli simili, non stiamo osservando una inflazione che accelera neppure oggi. Non significa questo che essi non erano surriscaldati in entrambe le occasioni?

Ripetiamolo, se qualcuno di centro-sinistra dovesse esibire una analisi talmente tendenziosa, così estranea a decenni di convenzionale economia, sarebbe trattato con incredulità. É fantastico vedere la ultra rispettabile BIR scendere su questo terreno, ed essere presa sul serio in ogni frangente.

 

[1] “Permahawks” sono i “falchi eterni” (come si dice “ghiaccio eterno” il ‘permafrost’ delle regioni del Nord Europa, dove il terreno non si scongela mai). Inossidabili, incorreggibili.

[2] Su Knut Wicksell e sul concetto di ‘tasso naturale di interesse’ vedi le Note sulla Traduzione.

[3] Pare che la diffidenza verso le barbe dei docenti di economia sia diffusa nel senso comune dei conservatori, almeno secondo Krugman.

[4] La “brocca della vedova” è un episodio della Bibbia, che narra di una vedova alla quale era stato assicurato che il suo orcio della carne e il suo vaso d’olio non sarebbero mai stati svuotati. Dell’immagine si servì ironicamente Keynes, osservando che gli incrementi dei consumi dei possessori di capitale salgono sempre in un rapporto di uno ad uno con gli incrementi degli investimenti e dei profitti di azienda; cosicché per quanto essi si concedano consumi sfrenati, l’incremento della loro ricchezza resta immutato, come la biblica “brocca della vedova”. Come spiegarono in seguito anche Kaldor e Kalecki, “i capitalisti guadagnano quello che spendono, mentre i lavoratori spendono quello che guadagnano”. Detto altrimenti: i capitalisti possono sempre decidere di spendere di più, perché banche a ciò dedite accettano di finanziare investimenti aggiunti, mentre i lavoratori non possono decidere di guadagnare di più, perché i loro guadagni sono condizionati dall’occupazione offerta dagli imprenditori. (Encyclopedia.com)

[5] Jeremy Corbyn è il noto politico inglese recentemente eletto alla guida del Labour Party.

Sanders è invece uno dei pochissimi uomini politici progressisti americani che osa definirsi ‘socialista’ (seppur democratico). Nato a Brooklyn da genitori ebrei immigrati dalla Polonia, Sanders studiò scienze politiche e successivamente passò qualche tempo in un kibbutz israeliano. In seguito svolse vari lavori fra cui il carpentiere e il regista, per poi dedicarsi totalmente alla politica.

Inizialmente Sanders aderì al Liberty Union Party, un partito che lottava contro la guerra del Vietnam. Sanders si candidò a vari incarichi politici (due volte al Senato e due volte a governatore), venendo sempre sconfitto. Nel 1979 lasciò il partito per divenire un indipendente. Nel 1981 venne eletto sindaco di Burlington e fu riconfermato per altri tre mandati. Nel 1988 Sanders si candidò alla Camera dei Rappresentanti, ma perse le elezioni di misura. Due anni dopo ci riprovò e questa volta riuscì ad essere eletto deputato. Gli elettori lo riconfermarono per altri sette mandati con elevate percentuali di voto. Nel 2006 decise di candidarsi al Senato e riuscì a farsi eleggere con oltre il 65% delle preferenze. Nel 2012 fu riconfermato per un secondo mandato con il 71% dei voti.

Oggi è candidato alla nomination democratica per le elezioni presidenziali del 2016. (Wikipedia)

 

 

 

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