Sep 11 8:46 am
The Jeb! tax plan confirms, if anyone had doubts, that the takeover of the Republican Party by charlatans and cranks is complete. This is what the supposedly thoughtful, wonkish candidate of the establishment can come up with? And notice that the ludicrous claim that most of the revenue effects of huge tax cuts would be offset by higher growth comes from economists who, like Jeb!, are very much establishment figures – but who evidently find that the partisan requirement that they support voodoo outweighs any fear of damage to their professional reputations.
While the intellectual implosion of the GOP is obvious, however, it’s less obvious what is driving it. Or to be more specific, stories that explain why one set of crank ideas flourish don’t seem to work well for other sets of crank ideas. At least for now, I don’t feel that I have a general theory of crankification. Instead, I have two basic stories, which seem to apply with very different force to different crank ideas.
Consider, in particular, the contrast between supply-side economics and Ron-Paul-style monetary crankdom.
Inflation paranoia — the constant assertion that we’re going to turn in Zimbabwe any day now owing to the evils of fiat currency — is a form of nonsense that’s completely immune to evidence. But why does it persist? Is it in the interests of powerful people to oppose expansionary monetary policy and promulgate crank monetary theory? It’s not at all clear why. Yes, rentiers benefit from low inflation or deflation, and are hurt by low yields, but on the other hand they benefit from higher asset prices, and overall the distributional implications of monetary policy are complicated.
So my sense is that monetary crankdom is more of a grass-roots phenomenon, driven partly by libertarians warped because they read Ayn Rand instead of Tolkien, and by the quasi-moral sense of old white men that they earned their money and printing the stuff must be destructive.
On the other hand, belief in the sovereign power of cutting taxes on rich people obviously serves the interest of rich people — and there is, not surprisingly, a lavishly financed industry aimed at promoting that belief. And that industry is what keeps the belief going, by supporting large numbers of apparatchiks employed not to produce accurate predictions but to concoct justifications for policies serving their sponsors’ interests. I wouldn’t call someone like Stephen Moore a crank; he’s just doing his job, which doesn’t happen to involve economic analysis.
True, you do see people like Glenn Hubbard and Martin Feldstein falling in line as well; that’s just sad.
The thing is, there isn’t anything comparable on the other side. You can find cranky individuals on the left, but mainstream Democratic politicians don’t feel the need to support, say, extreme anti-GMO positions. There are interest groups with a lot of influence on Democratic politics, like teachers’ unions, but supporting bad economic theories that serve their interests isn’t a litmus test for establishment politicians.
All of this leads to a further question, which is why the GOP is the party of apparatchiks and cranks. I don’t yet have a deep answer.
Stravaganti, ciarlatani e uomini d’apparato
Il programma sulle tasse di Jeb conferma, se qualcuno aveva dei dubbi, che la presa di possesso del Partito Repubblicano da parte di ciarlatani e stravaganti è completa. É questo il massimo con cui può venirsene fuori il presunto riflessivo e preparato candidato del gruppo dirigente? E si noti che il comico argomento secondo il quale gran parte degli effetti degli sgravi fiscali sarebbero compensati da una crescita più elevata viene da economisti che, come Jeb, sono per davvero in gran parte personaggi del gruppo dirigente – ma evidentemente ritengono che il requisito fazioso di sostenere le teorie voodoo abbia più importanza di ogni timore di ricevere danno alla loro reputazione.
Se, tuttavia, l’implosione intellettuale del Partito Repubblicano è evidente, meno evidente è cosa la provochi. O, per essere più precisi, i racconti che spiegano perché un complesso di idee stravaganti stiano prosperando, non sembra funzionare bene per altri complessi di idee stravaganti. Almeno al momento, sento di non avere una teoria generale di tale eccentricità. Piuttosto, ho due racconti di base, che mi pare si applichino con evidenza molto diversa alle differenti teorie stravaganti.
Si consideri, ad esempio, il contrasto tra l’economia dal lato dell’offerta e la stravaganza monetaria del genere di Ron Paul.
La paranoia dell’inflazione – il giudizio irremovibile per il quale siamo destinati un giorno o l’altro a ritrovarci come lo Zimbabwe a seguito dei mali della emissione di moneta – è una forma di sciocchezza completamente immune alle prove. Ma perché persiste? É nell’interesse delle persone potenti opporsi ad una politica monetaria espansiva e mettere in circolazione teorie monetarie stravaganti? Non è affatto chiaro perché dovrebbero. É vero, i redditieri traggono [1] benefici dalla bassa inflazione o dalla deflazione, e sono colpiti dai bassi rendimenti, ma d’altra parte traggono benefici dagli alti prezzi degli asset, e in generale le implicazioni distributive della politica monetaria sono complesse.
La mia sensazione è che la stravaganza monetaria è maggiormente un fenomeno della gente comune, guidato in parte da libertariani deformati dal fatto che hanno letto Ayn Rand anziché Tolkien [2], e dalla sensazione moralistica degli uomini bianchi anziani, di essersi guadagnati i loro soldi nonché della obbligata distruttività dello stampare i soldi medesimi.
D’altra parte, credere nel potere sovrano del tagliare le tasse sulla gente ricca, ovviamente, è al servizio delle gente ricca – e non sorprende che ci sia un’industria generosamente finanziata rivolta a promuovere quella convinzione. E quell’industria è quella che sostiene il successo di quella convinzione, alimentando un ampio numero di galoppini che sono al lavoro non per produrre previsioni accurate ma ad inventare giustificazioni per politiche al servizio dei loro sponsor. Non chiamerei qualcuno come Stephen Moore uno stravagante [3]; egli sta solo facendo il suo lavoro, che si dà il caso che non riguardi l’analisi economica.
É vero, si trovano anche individui come Glenn Hubbard e Martin Feldstein a sostenere le stesse posizioni, la qualcosa è soltanto triste.
Il punto è che non c’è niente di confrontabile sull’altro schieramento. Si possono trovare a sinistra individui eccentrici, ma i politici democratici prevalenti non sentono il bisogno di sostenere, ad esempio, posizioni estreme contro gli Organismi Geneticamente Modificati. Ci sono gruppi di interesse che hanno molta influenza sulla politica democratica, come i sindacati degli insegnanti, ma sostenere cattive teorie economiche utili a quegli interessi non è una prova del nove per gli uomini politici dei gruppi dirigenti.
Tutto questo porta ad una ulteriore questione, ovvero la ragione per la quale il Partito Repubblicano è il partito degli uomini di apparato e degli stravaganti. Non ho ancora una spiegazione profonda.
[1] Forse c’è un errore nel testo inglese, mi pare che dovrebbe essere “non traggono”.
[2] In un vecchio post del settembre 2010, Krugman citava con approvazione il misterioso blog Kung Fu Monkey, secondo il quale un quattordicenne che legge Il Signore degli Anelli rimarrà ossessionato per tutta la vita dai suoi eroi incredibili, e alla fine risulterà inadatto a misurarsi con il mondo reale. Uno che invece leggesse il libro della Rand Atlas Shrugged, al posto degli eroi incredibili risulterà influenzato da un mondo di orchi (si suppone con conseguenze ancora peggiori).
[3] Stephen Moore è un giornalista ed uno scrittore di temi economici. Sostenitore piuttosto fanatico delle teorie dal lato dell’offerta e del libero mercato, è stato editorialista del Wall Street Journal, per poi passare al ruolo di capo economista alla Heritage Foundation (in seguito, al ruolo di semplice collaboratore).
By mm
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