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Memorie di un passato di lavori truffaldini (dal blog di Krugman, 9 ottobre 2015)

 

Oct 9 4:53 pm

Memories of Con Jobs Past

As the Paul Ryan clamor gets louder, a public service reminder: he’s a con man.

I don’t mean that I disagree with his policy ideas, although I do. I mean that his reputation as a serious thinker is based on deception, both about what he has actually proposed and how it has or hasn’t been vetted.

Take, for example, the famous “fiscally responsible” budget plan. As I explained way back when, what Ryan did was to present a sort of vague fiscal outline to the Congressional Budget Office that envisioned implausibly large cuts in spending and mysterious increases in revenue, and stipulated for the purpose of the exercise that CBO take those numbers as given. The budget office hinted broadly in its report that it didn’t believe any of it, e.g.:

That combination of other mandatory and discretionary spending was specified to decline from 12 percent of GDP in 2010 to about 6 percent in 2021 and then move in line with the GDP price deflator beginning in 2022, which would generate a further decline relative to GDP. No proposals were specified that would generate that path. [My italics]

But CBO did the numbers as required — and then the Ryan plan was presented as something that the budget office had “vetted”, when it did no such thing.

And as I’ve said, Ryan is to budget analysis as Carly Fiorina is to corporate leadership: he’s brilliant at self-promotion, but there’s no hint that he’s actually able to do the job. There is, in particular, no example I know of where he’s actually been right about anything involving budgets or economics, and some remarkable examples — like his inflation screeds — of being completely wrong, and learning nothing from the experience.

So is this really the GOP can do? And the answer, sad to say, is that it probably is.

 

Memorie di un passato di lavori truffaldini

Nel mentre il clamore attorno a Paul Ryan diventa più alto, un promemoria di pubblica utilità: è un imbroglione.

Non voglio dire che io non sia d’accordo con le sue idee politiche, per quanto non lo sia. Voglio dire che la sua reputazione di serio pensatore è basata su un inganno, sia nel senso di quello che effettivamente propose, che per il modo in cui ciò è stato o non è stato esaminato.

Si prenda per esempio il famoso programma di bilancio “finanziariamente responsabile”. Come spiegai a quei tempi, quello che Ryan fece fu presentare al Congressional Budget Office un vago abbozzo di finanza pubblica che si immaginava ampi tagli non plausibili sulla spesa e misteriosi incrementi delle entrate, e li definiva con il proposito di simulare che il CBO considerasse quei numeri come acquisiti. L’Ufficio del Bilancio nel suo rapporto accennò in termini generali che non credeva a nessuno di quei dati, ad esempio:

“Quella combinazione di altre spese obbligatorie o discrezionali è stata specificata per ottenere una riduzione dal 12% del PIL nel 2010 a circa il 6% del PIL nel 2021, e quindi, a partire dal 2022, muoversi in linea con il deflatore dei prezzi del PIL, la qualcosa avrebbe comportato un ulteriore declino in rapporto al PIL. Non è stata specificata alcuna proposta tale da produrre quell’andamento” (sottolineatura mia).

Ma, come richiesto, il CBO si occupò di quei numeri – e allora il piano Ryan venne presentato come qualcosa che l’Ufficio del Bilancio aveva “esaminato”, mentre non aveva fatto niente del genere.

Come ho detto, Ryan sta all’analisi di bilancio come Carly Fiorina [1] sta alla guida delle società: è un brillante promotore di se stesso, senza la minima parvenza che sappia davvero fare il suo lavoro. Non c’è, in particolare, alcun esempio che io conosca di qualcosa su cui egli abbia avuto ragione a proposito di bilanci o di economia, mentre ci sono considerevoli esempi – come le sue filippiche sull’inflazione – di cose sulle quali ha avuto completamente torto, senza imparare niente dall’esperienza.

É dunque questo ciò che il Partito Repubblicano può offrire? E la risposta, è triste riconoscerlo, è che probabilmente è così.

 

[1] Vedi la nota al post precedente.

 

 

 

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