Blog di Krugman

TPP, versione seconda (6 ottobre 2015)

 

Oct 6 1:35 pm

TPP Take Two

I’ve described myself as a lukewarm opponent of the Trans-Pacific Partnership; although I don’t share the intense dislike of many progressives, I’ve seen it as an agreement not really so much about trade as about strengthening intellectual property monopolies and corporate clout in dispute settlement — both arguably bad things, not good, even from an efficiency standpoint. But the WH is telling me that the agreement just reached is significantly different from what we were hearing before, and the angry reaction of industry and Republicans seems to confirm that.

What I know so far: pharma is mad because the extension of property rights in biologics is much shorter than it wanted, tobacco is mad because it has been carved out of the dispute settlement deal, and Rs in general are mad because the labor protection stuff is stronger than expected. All of these are good things from my point of view. I’ll need to do much more homework once the details are clearer.

But it’s interesting that what we’re seeing so far is a harsh backlash from the right against these improvements. I find myself thinking of Grossman and Helpman’s work on the political economy of free trade agreements, in which they conclude, based on a highly stylized but nonetheless interesting model of special interest politics, that

An FTA is most likely to politically viable exactly when it would be socially harmful.

The TPP looks better than it did, which infuriates much of Congress.

 

TPP, versione seconda

Mi sono definito un oppositore tiepido all’accordo di Cooperazione del Trans-Pacifico; sebbene io non condivida la forte avversione di molti progressisti, l’ho considerato non tanto come un accordo sul commercio, quanto sul rafforzamento dei monopoli delle proprietà intellettuali e della potenza delle società nel regolamento dei contenziosi – entrambe probabilmente cose negative, tutt’altro che buone anche dal punto di vista dell’efficienza. Ma il sito della Casa Bianca mi informa che l’accordo appena raggiunto è significativamente diverso da quello di cui avevamo sentito parlare, e la reazione arrabbiata dell’industria e dei repubblicani sembra confermarlo.

Cosa so sino a questo punto: l’industria farmaceutica è fuori di sé perché i diritti di proprietà sui genere biologici è molto minore di quello che voleva, quella del tabacco è indignata perché è stata tagliata fuori dall’accordo sul regolamento dei contenziosi e più in generale i repubblicani sono furiosi perché gli aspetti della protezione del lavoro sono più forti di quello che ci si aspettava. Dal mio punto di vista tutte queste cose sono positive. Una volta che i dettagli saranno più chiari, dovrò lavoraci su molto di più.

Ma è interessante che stiamo sino a questo punto assistendo ad un’aspra reazione negativa da parte della destra contro questi miglioramenti. Mi ritrovo a riflettere sul lavoro di Grossman e Helpman sulla politica economica degli accordi sul libero commercio, nel quale, basandosi su un modello assai sommario e nondimeno interessante degli interessi politici particolari, essi concludono che:

“Un accordo sul libero commercio è più probabile che sia politicamente fattibile esattamente quando è socialmente dannoso”.

Il TPP sembra migliore di accordi del genere, la qualcosa fa infuriare una buona parte del Congresso.

 

 

 

 

 

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