Blog di Krugman

Confusione naturale (1 novembre 2015)

 

Nov 1 12:40 pm

Natural Confusion

Brad DeLong is bemused by the way Tyler Cowen makes very heavy going of the simple concept of the natural rate of interest. I will say that this kind of gratuitous complexification is somewhat characteristic.

Look, all we’re talking about is the rate of interest at which the economy would be more or less at full employment, which in turn implies that inflation will be more or less stable. Yes, you can raise some questions about the price-stability interpretation if the long-run Phillips curve isn’t vertical at low inflation, but that’s a fairly minor twiddle.

And to raise the old “equilibrium interest rates must be positive because capital is productive” line at this point — after two decades of Japanese experience and 7 years at the zero lower bound here in America — suggests a strange sort of out-of-touchness. As Brad says, the required rate of return on safe assets and the marginal product of capital are separated by a major wedge.

Anyway, what we need here isn’t a priori arguments or discussions of intellectual history, except insofar as they inform the question at hand: is there any reasonable case that interest rates are being kept “artificially” low given the macroeconomic realities? And there isn’t.

 

Confusione naturale

Brad DeLong è sconcertato per il modo in cui Tyler Cowen costruisce un percorso molto complesso per il semplice concetto del tasso naturale di interesse. Direi che questo genere di gratuita complicazione è qualcosa di caratteristico.

Si badi, stiamo parlando del tasso di interesse al quale l’economia sarebbe più o meno in condizioni di piena occupazione, il che a sua volta comporta che l’inflazione sarebbe più o meno stabile. É vero, si possono sollevare alcune domande riguardo all’interpretazione della stabilità dei prezzi se la curva di Phillips [1] di lungo periodo non risulta verticale con la bassa inflazione, ma questo è un trastullo relativamente secondario.

Ed avanzare a questo punto la vecchia affermazione secondo la quale “i tassi di interesse di equilibrio [2] debbono essere positivi perché il capitale è produttivo” – dopo due decenni di esperienza giapponese e, qua in America, dopo sette anni al limite inferiore dello zero – indica uno strano modo di essere fuori dalla realtà. Come dice Brad, il tasso richiesto di rendimento di un asset sicuro e il prodotto marginale del capitale sono separati da un bel cuneo.

In ogni modo, quello di cui abbiamo bisogno in questo caso non sono argomentazioni deduttive o dibattiti sulla storia intellettuale, se non nella misura in cui essi forniscono informazioni sulla domanda in questione: c’è qualche ipotesi ragionevole per la quale i tassi di interesse siano tenuti “artificialmente” bassi, data la realtà macroeconomica? E non c’è.

 

[1] Si vedano le note sulla traduzione.

[2] Tasso naturale o tasso di equilibrio sono la stessa cosa.

 

 

 

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