Nov 20 12:01 pm
The good people at Vox EU are engaged in a laudable effort to clear the ground for euro reform, starting with the formulation of a “consensus narrative” about the origins of the euro crisis. This is a very good idea: How you think about the past plays a very large role in how you think about what should be done next.
Furthermore, their narrative looks very right to me. No, the EZ crisis wasn’t about fiscal irresponsibility, or failure to undertake structural reforms, or the debilitating effects of the welfare state, or any of the other stories floated by motivated reasoners. It was a “sudden stop” crisis, in which vast capital flows into peripheral economies came to an abrupt halt, precipitating severe hardship largely thanks to the ; fiscal issues were a consequence, not a cause, of this financial harrowing.
But can they actually get the consensus they seek? It’s definitely worth trying. It’s obvious, however, that a lot of people inside and outside the eurozone have strong vested interests in other narratives. Will German officials stop insisting that it’s all about fiscal profligacy? Will Osborne & Co., or for that matter U.S. fiscal scolds, accept a narrative in which membership in the euro was a crucial element of the debacle, undermining their warnings that the UK or the US will turn into Greece, Greece I tell you unless we adopt austerity now now now?
I have my doubts, to say the least.
Disperatamente alla ricerca di un consenso
La brava gente di Vox EU è impegnata in uno sforzo lodevole per chiarire le basi di una riforma dell’euro, partendo con la formulazione di un “consenso narrativo” sulle origini della crisi dell’euro. Questa è un’ottima idea: il modo in cui si riflette sul passato gioca un ruolo molto grande sul modo in cui si riflette su ciò che dovrebbe essere fatto prossimamente.
Inoltre, la loro narrativa mi sembra molto giusta. No, la crisi dell’eurozona non riguardò l’irresponsabilità nella finanza pubblica, o il non aver intrapreso le riforme strutturali, o gli effetti debilitanti degli stati assistenziali, o tutte le altre storie che sono state proposte da pensatori interessati. É stata la crisi da “blocco improvviso”, nella quale ampi flussi di capitali verso le economie periferiche arrivarono ad un brutale arresto, precipitando in gravi difficoltà in gran parte grazie a ciò; i temi della finanza pubblica furono una conseguenza, di questa esperienza finanziaria tormentosa.
Ma potranno effettivamente ottenere il consenso che cercano? Certamente, merita provarci. É evidente, tuttavia, che un quantità di altre persone dentro e fuori l’eurozona hanno forti interessi personali ad altri racconti. I dirigenti tedeschi la smetteranno di ribadire che si è trattato soltanto di sperpero delle finanze pubbliche? Osborne & compagnia, o nello stesso senso la Cassandre della finanza pubblica degli Stati Uniti, accetteranno un racconto per il quale l’appartenenza all’euro fu una componente cruciale della debacle, scalzando i loro ammonimenti secondo i quali il Regno Unito o gli Stati Uniti sarebbero diventati nientedimeno che come la Grecia, se non avessero adottato l’austerità senza un minuto da perdere?
Il minimo che posso dire è che ho i miei dubbi.
By mm
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