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Offerta, domanda e Neel Kashkari (dal blog di Krugman, 11 novembre 2015)

 

Nov 11 7:14 am

Supply, Demand, and Neel Kashkari

So, if the Minneapolis Fed felt the need to maintain conservation of NK, they could have chosen to replace Narayana Kocherlakota with a New Keynesian. Instead, they chose Neel Kashkari. Brad DeLong isn’t happy, and this Twitter exchange suggests that he has good reason to worry.

I’ve written before about the all-too-common fallacy of confusing demand with supply, of arguing that because we had a bubble — so that some component of aggregate demand was unsustainable — the economy as a whole was somehow producing more than its potential. Let me just repeat what I said then:

Just a brief note: one thing that keeps appearing in comments is the notion that because we had a bubble, in which some people were borrowing too much, the economic growth of 2000-2007 wasn’t “real” — that it was all a figment of our imagination.

This is confusing demand with supply.

We really did produce all the goods and services counted in GDP; we were able to do that because we had willing workers, a sufficient capital stock, the right technology, and so on.

What is true is that some of the spending that created demand for those goods and services was debt-financed, and those debtors can’t continue to spend the way they did. But that doesn’t say that the capacity has somehow ceased to exist; it only says that if we want to keep the capacity in use, someone else has to spend instead. In other words, past growth wasn’t an illusion, or a fraud; but we need policies to sustain aggregate demand.

But now we are about to have a Fed president who says:

How’s this? Growth was artificially fast due to leveraging of econ. Trying to return to that rate thru def spend is futile.

In the words of Charlie Brown, AAUGH!

That word “artificially” is the real telltale, as is Kashkari’s description of Japanese monetary stimulus as “morphine.” It’s straight out of the liquidationist playbook, e.g. Hayek denouncing the use of “artificial stimulants” to fight the Great Depression.

So, great: we now have a liquidationist in a senior position in the Fed system.

 

Offerta, domanda e Neel Kashkari

Dunque, se la Fed di Minneapolis sentiva il bisogno di tener ferma la sigla “NK”, avrebbero potuto scegliere di rimpiazzare Narayana Kocherlakota con un Neo Keynesiano. Hanno invece scelto Neel Kashkari. Brad DeLong non è contento, e questo scambio su Twitter (in connessione) indica che ha buone ragioni di essere preoccupato.

Ho scritto in precedenza sull’errore anche troppo comune di confondere la domanda con l’offerta, di sostenere che poiché avevamo una bolla – dunque qualche componente della domanda aggregata era insostenibile – l’economia nel suo complesso stava in qualche modo producendo al di sopra del suo potenziale. Lasciatemi ripetere cosa dissi in quella occasione [1]:

“Solo una breve nota: una cosa che continua ad apparire nei commenti è il concetto che poiché abbiamo avuto una bolla, nella quale alcuni si stavano indebitando troppo, la crescita economica del 2000 – 2007 non era ‘reale’ – era tutto un parto della nostra immaginazione.

In questo modo si confonde la domanda con l’offerta.

Noi producevamo davvero tutti quei beni e servizi contabilizzati nel PIL; eravamo capaci di farlo perché avevamo lavoratori disponibili, le tecnologie giuste e via dicendo.

Quello che è vero è che una parte della spesa che era creata da quella domanda per beni e servizi era finanziata col debito, e quei debitori non possono continuare a spendere in quel modo. Ma questo non ci dice che la capacità produttiva in qualche modo ha cessato di esistere; ci dice soltanto che se vogliamo mantenere in funzione quella capacità, qualcun altro deve spendere in sostituzione. In altre parole, la crescita passata non era un’illusione o un inganno; ma abbiamo bisogno di politiche che sostengano la domanda aggregata”.

Ma adesso stiamo ragionando di un Presidente della Fed [2] che dice:

“Come accade? La crescita era artificialmente veloce a seguito della crescita dell’indebitamento dell’economia. Cercare di tornare a quel tasso attraverso la spesa in deficit è vano “ [3].

Per usare l’espressione di Charlie Brown, AAUGH! [4]

Quella parola “artificiale” è veramente indicativa, così come la definizione dello “stimulus” monetario giapponese come “morfina”. Viene direttamente dai programmi liquidazionisti, ad esempio da Hayek, che denunciava l’uso di “stimolanti artificiali” per combattere la Grande Depressione.

Dunque, una meraviglia: adesso abbiamo un liquidazionista in una posizione eminente nel sistema della Fed.

 

 

 

[1] Da un post del gennaio 2011, praticamente riproposto per intero.

[2] Si intende, un Presidente di una delle articolazioni statali o interstatali della Fed; in questo caso quella di Minneapolis.

[3] Suppongo che siano parole accorciate sullo stile di Twitter.

[4] Ovvero:

zz 6

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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