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Disprezzo in Spagna (dal blog di Krugman, 20 dicembre 2015)

 

Dec 20 6:48 pm

Disdain In Spain

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Defenders of austerity have lately taken to citing Spain as a success story; actually, as I and others have argued, Spain’s recent growth reflects the combination of a leveling off of austerity and the slow effects of very painful internal devaluation. David Rosnick and Mark Weisbrot offer further analysis here.

Furthermore, if you look at levels rather than rates of change, the situation is still terrible — as shown in the chart above. And whaddya know, Spanish voters don’t seem enthused about the situation.

I have no clue how this works out; apparently every possible structure for a new government is impossible, except in comparison with all the others. And meanwhile the euro effectively imposes a straitjacket whatever voters say. But anyway, those getting ready to toast the vindication of austerity after all might want to put the cava back in the fridge.

 

Disprezzo in Spagna

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I difensori dell’austerità hanno di recente preso a citare la Spagna come una storia di successo; effettivamente, come io ed altri abbiamo sostenuto, la recente crescita della Spagna riflette la combinazione di una stabilizzazione dell’austerità e del lento effetto di una svalutazione interna molto dolorosa. David Rosnik e Mark Weisbrot offrono in questa connessione una analisi ulteriore.

Inoltre, se guardate ai livelli anziché ai tassi del cambiamento, la situazione è ancora terribile – come mostrato dalla tabella sopra [1]. E per quello che si sa, gli elettori spagnoli non sembrano essere entusiasti della situazione.

Non ho idea di come si risolverà: in apparenza è impossibile ogni composizione di un nuovo Governo, se non in confronto con tutte le altre. E nel frattempo l’euro di fatto impone una camicia di forza a qualsiasi cosa dicano gli elettori. Ma in ogni modo, coloro che dopo tutto sono pronti a fare un brindisi al risarcimento dell’austerità, sarebbe meglio rimettessero il vino spagnolo nel frigorifero.

 

 

 

 

[1] La tabella mostra l’andamento del tasso di disoccupazione spagnolo, che in pratica è passato dall’8/9 per cento di prima della crisi, al 26 per cento del 2013, al 22 per cento di oggi.

 

 

 

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