Blog di Krugman

Essere compiacenti con i plutocrati (9 dicembre 2015)

 

Dec 9 2:29 pm

Pandering to Plutocrats

Jeb Bush is not going to be the Republican nominee, so it’s somewhat unfortunate that the invaluable Tax Policy Center chose to make his proposals the subject of its first analysis of candidate tax plans. Still, it’s useful, if only as an indicator of what passes for responsible, establishment policy in today’s GOP.

Most of the headlines I’ve seen focus on the amazing price tag: $6.8 trillion of unfunded tax cuts in the first decade. Even deep voodoo isn’t enough to turn that number positive; so much for any notion that Republicans cared about fiscal responsibility.

But it’s also important to realize the extent to which this is tax-cutting on the rich, by the rich, for the rich. Here’s the change in after-tax income resulting from the plan:

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Huge benefits for the super-elite. And if you are tempted to say that the middle class gets at least some tax cut, remember that the budget hole would force sharp cuts in spending; and since the federal government is a giant insurance company with an army, this means sharp cuts in programs that benefit ordinary Americans, probably swamping any tax cuts.

So, huge tax cuts that would massively increase debt, with the benefits going to the very highest-income Americans. And this is the “responsible”, moderate candidate.

 

Essere compiacenti con i plutocrati

Jeb Bush non è destinato ad essere il candidato dei repubblicani, dunque è un po’ infelice che l’inestimabile Tax Policy Center abbia scelto le sue proposte come tema della sua prima analisi dei programmi fiscali dei candidati. Tuttavia è utile, anche soltanto come indicatore di ciò che nella politica del gruppo dirigente del Partito Repubblicano odierno viene giudicato responsabile.

La maggioranza dei titoli che ho visto si concentra sul costo incredibile: 6.800 miliardi di dollari di tagli fiscali non coperti nel primo decennio. Anche una radicale economia voodoo non basta a far diventare quel dato positivo: talmente grande risulta per ogni nozione di responsabilità nella finanza pubblica della quale i repubblicani hanno mostrato di preoccuparsi.

Ma è anche importante comprendere in quale misura esso sia un taglio fiscale sui ricchi, per conto dei ricchi e a favore dei ricchi. Ecco il cambiamento nel reddito dopo le tasse che risulterebbe dal programma:

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[1]

Enormi vantaggi per la super élite. E se foste tentati di dire che la classe media otterrebbe almeno qualche sgravio fiscale, ricordate che il buco nel bilancio costringerebbe a bruschi tagli nella spesa pubblica; e dal momento che il Governo federale è come una gigantesca compagnia assicuratrice dotata di un esercito, questo comporterebbe forti tagli ai programmi del quali beneficiano gli americani comuni, probabilmente sommergendo qualsiasi riduzione delle tasse.

Dunque, vasti tagli fiscali che incrementerebbero massicciamente il debito, con i benefici che andrebbero ai redditi davvero più alti degli americani. E questo è il candidato “responsabile” e moderato.

 

 

[1] La Tabella scagliona i redditi di tutti gli americani in cinque quintili (i primi cinque dati sulla sinistra), dato che ogni quintile corrisponde al 20%. Gli ultimi due dati sulla destra sono dunque specificazioni aggiuntive e riguardano gli incrementi di reddito che si produrrebbero rispettivamente per l’1% e lo 0,1% dei più ricchi.

 

 

 

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