Blog di Krugman

Finn de Siecle (22 dicembre 2015)

 

Dec 22 8:55 am

Finn De Siecle

Bloomberg: Finland Should Never Have Joined Euro, Foreign Minister Says.

Indeed:

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Until recently, Spain was the quintessential euro crisis country — a nation that basically did nothing wrong on policy, but was whipsawed by huge capital inflows that then came to a sudden stop., leaving it with the need for extremely costly internal devaluation. Lately Spain has picked up somewhat, both because it has stopped imposing ever harsher austerity and because its relative deflation has finally started to produce some results. But it has been an immensely costly process.

Finland, however, is the kind of problem euroskeptics always worried about: a country hit by an idiosyncratic hit to its exports, a combination of Nokia losing its mojo and weak demand for forest products. The last time Finland faced that sort of hit, from the collapse of the Soviet Union, it was able to stage a strong recovery through devaluation. This time, that wasn’t an option.

So the foreign minister is quite right: Finland shouldn’t have joined. Unfortunately, leaving is a lot harder than never having entered.

 

Finn de Siecle

Da Bloomberg: “Il Ministro degli Esteri dice che la Finlandia non avrebbe mai dovuto aderire all’euro”.

In effetti:

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Sino a non molto tempo fa, la Spagna era per antonomasia ila paese della crisi dell’euro – una nazione che fondamentalmente non aveva fatto niente di sbagliato nella sua politica, ma era stata schiacciata da vasti flussi di capitali ai quali aveva fatto seguito un blocco improvviso, lasciandola nel bisogno di una svalutazione interna estremamente costosa. Di recente la Spagna è un po’ cresciuta, sia perché ha smesso di imporre una austerità ancora più aspra e perché la deflazione relativa alla fine ha cominciato a produrre qualche risultato. Ma si è trattato di un processo estremamente costoso.

La Finlandia, tuttavia, è il genere di problema che ha sempre preoccupato gli euroscettici: un paese colpito da una peculiare crisi delle sue esportazioni, una combinazione delle perdita da parte di Nokia della sua buona sorte e della debole domanda per i prodotti forestali. L’ultima volta che la Finlandia affrontò una simile avversità, dopo il collasso dell’Unione Sovietica, essa fu capace di organizzare una forte ripresa attraverso la svalutazione. Ma stavolta non era una opzione possibile.

Dunque, il Ministro degli Esteri ha abbastanza ragione: la Finlandia non avrebbe dovuto aderire. Sfortunatamente, venirne fuori è assai più difficile che non esserci mai entrati.

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