Dec 30 2:58 pm
Brad DeLong, riffing off Larry Summers, asks about what is driving the Fed – and argues that Larry has it wrong, that the Fed’s problem is not an “excessive commitment to existing models.” On the contrary, the Fed seems to hold beliefs that are very much at odds with Macroeconomics 101, whose basic Hicksian models do not at all support the Fed’s eagerness to hike rates.
Indeed. This is a thesis I’ve tried to argue for a number of years; back in 2011 I noted that
[S]upposedly sober, serious people are actually radicals insisting that we can make the economy work in ways that it has never worked in the past … Meanwhile, the irresponsible bearded professors are actually the custodians of traditional wisdom.
I suspect that Larry is talking about hysteresis, which is indeed a departure from standard models. But the case that the risks of hiking too soon and too late are deeply asymmetric comes right out of IS-LM with a zero lower bound – which is basically the framework I used in the paper Brad addresses.
I think I understand how being an official, surrounded by men (and some but not many women) who seem knowledgeable in the ways of the world, can create a conviction that you and your colleagues know more than is in the textbooks. And that may even be true in normal times, when recent experience counts a lot. But in a world of zero-lower-bound macroeconomics, which is a world nobody not Japanese experienced for three generations, theory and history are much more important than market savvy. I would have expected current Fed management to understand that; but apparently not.
Radicalismo rispettabile
Brad DeLong, prendendo a prestito Larry Summers, si chiede cosa sta guidando la Fed – e sostiene che Larry ha torto, che il problema della Fed non è un “eccessivo affidamento ai modelli esistenti”. Al contrario, la Fed sembra abbracciare convinzioni che sono molto agli antipodi di un testo di base di macroeconomia, i cui modelli fondamentalmente hicksiani non sono affatto di supporto all’entusiasmo della Fed nell’innalzare i tassi.
Proprio così. Questa è una tesi che ho cercato di sostenere per un certo numero di anni; nel passato 2011 osservavo:
“Persone serie, in apparenza sobrie, sono per la verità come radicali che ripetono che possiamo far funzionare l’economia in modi che non hanno mai funzionato nel passato … Nel frattempo, irresponsabili professori barbuti sono gli effettivi custodi della saggezza tradizionale”.
Io sospetto che Larry stia parlando dell’isteresi, che è in effetti una deviazione dai modelli consueti. Ma l’argomentazione secondo la quale i rischi di alzare troppo presto o troppo tardi i tassi sono profondamente asimmetrici, deriva proprio dal modello IS-LM con un limite inferiore dello zero nei tassi – che è fondamentalmente lo schema che io utilizzavo nel saggio a cui Brad si rivolge [1].
Penso di comprendere come essendo un dirigente, circondato da uomini (e da qualche donna, seppur non molte) che sembrano intendersi delle strade del mondo, possa creare la convinzione di saperne di più, assieme ai propri colleghi, di quello che è scritto nei libri di testo. E ciò può essere persino vero in tempi normali, quando l’esperienza recente conta molto. Ma in un mondo di una macroeconomia al limite inferiore dello zero (nei tassi di interesse), che è un mondo che nessuno che non sia giapponese ha conosciuto da tre generazioni, la teoria e la storia sono molto più importanti della astuzia del mercato. Mi sarei aspettato che l’attuale dirigenza della Fed lo comprendesse; ma non sembra.
[1] Un lavoro di Krugman del 1999 dal titolo “Ragionare sulla trappola di liquidità”.
By mm
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