febbraio 2016 Archive

Malinconia del dollaro forte (15 febbraio 2016)

[1] Ovvero il Comitato della Fed a cui spettano le principali decisioni in materia di tassi di interesse. [2] Lael Brainard è una componente del ...

L’economia politica dei tassi di interesse, rivisitata (12 febbraio 2016)

[1] Il riferimento è all’articolo del 12 febbraio “Sulla stupidità politica”.      

Come si è persa l’America, di Paul Krugman (New York Times 14 febbraio 2016)

L'improvvisa scomparsa del Giudice della Corte Suprema Antonin Scalia pare possa causare un crisi costituzionale negli Stati Uniti. I repubblicani hanno annunciato di considerare inammissibile una nuova nomina da parte di Obama, per la prossima scadenza del suo incarico (sebbene Reagan fece esattamente lo stesso). E il problema è che non è semplice immaginare una soluzione neanche in seguito, se alla Casa Bianca andrà un democratico ma i repubblicani manterrano il controllo del Senato, a cui spetta approvare la nomina presidenziale. Si spiega la crisi americana con una crescita della faziosità dei Partiti principali, ma è una spiegazione che non risolve granché. Perchè non è questione di buone maniere, ma di sostanza. E perchè le responsabilità dei due partiti non sono affatto paragonabili. Dunque? Forse il tema della "governabilità" dell'America deve essere ripreso in mano dalla gente comune.

Sulla stupidità economica, di Paul Krugman (New York Times 12 febbraio 2016)

Le tensioni sui mercati finanziari, e in particolare la crescente debolezza dei tassi di interesse sui bond a lungo termine - che indica il pessimismo degli investitori sugli andamenti futuri dell'economia - mostrano quanto si resti in una situazione aperta a rischi seri. Quale sarebbe la capacità di guida in una simile evenienza, da parte degli attuali candidati alla Presidenza degli Stati Uniti? Krugman passa in rassegna alcune caratteristiche dei candidati repubblicani ("Dio ci aiuti!", conclude) e, dopo aver notato la diversa ragionevolezza di entrambi i principali candidati democratici, esamina alcune caratteristiche di Sanders, le cui inclinazioni populistiche lo portarono nel recente passato ad aderire ad alcune rischiose proposte repubblicane sulla Fed.

La rinegoziazione del Regno Unito: salvare le apparenze, di Paul De Grauwe (da ‘Social Europe’, 4 febbraio 2016)

     

I bond in fuga (dal blog di Krugman, 9 febbraio 2016)

(1) E’ alla lettera l’espressione che Krugman ha usato di recente su Rubio, dopo la sua papera. Un individuo inconsistente.          

Gli uomini della moneta forte (8 febbraio 2016)

[1] In senso informatico, il difetto di software, termine con il quale Krugman ha definito la ‘papera’ di Rubio nell’ultimo dibattito delle primarie repubblicane, quando ...

La stupidaggine strutturale rivisitata (dal blog di Krugman, 8 febbraio 2016)

[1] Ovvero, come indica la tabella, adesso siamo al punto che il tasso di disoccupazione americano è tornato a collocarsi sotto il 5 per cento, ...

L’attitudine ad essere eletti (6 febbraio 2016)

[1] Uomo politico americano, scrittore e avvocato. Per cinque volte è stato candidato alla Presidenza, per se stesso, per il Partito Democratico e per il ...

In ricordo delle previsioni passate (dal blog di Krugman, 5 febbraio 2016)

(1) La tabella mostra l’andamento del tasso di disoccupaione negli USA, che nelle stime più recenti ha raggiunto il 4,9 per cento. Dunque assai migliore ...

Mezza pagnotta, versione riforma del sistema finanziario (dal blog di Krugman, 3 febbraio 2016)

Lo Iowa come il punto focale dei media (dal blog di Krugman, 2 febbraio 2016)

[1] Nella Teoria dei giochi un ‘punto focale’ (anche chiamato ‘punto di Schelling’) è un soluzione che le persone tenderanno ad usare in assenza di ...

Il Partito dei ritornelli, di Paul Krugman (New York Times 8 febbraio 2016)

Nel dibattito più recente delle primarie repubblicane è accaduto un incidente sconcertante a Marco Rubio: come un disco rotto, nel dare una risposta ad un suo interlocutore ha ripetuto per tre volte una frase che aveva appena detta. Nel frattempo, i repubblicani alla Camera per la sessantatreesima volta hanno compiuto il rito - del tutto privo di effetto - di votare per l'abrogazione della riforma sanitaria. Pare una attrazione fatale verso le ripetute sciocchezze. Che però non è una caratteristica del solo Rubio. Tantomeno è il livello di senso della realtà e di competenza che, piaccia o no, emerge dal dibattito nelle primarie dei democratici.

Chi odia la riforma sanitaria di Obama? di Paul Krugman New York Times 5 febbrario 2016

Che la destra americana rifiuti un confronto realistico sui temi della riforma sanitaria è cosa nota. Ma critiche vengono anche da sinistra, e in alcuni casi - come per alcuni dei sostenitori di Sanders - tali critiche non sembrano riguardare aspetti del tutto giustificati, quale il fatto che - nonostante i grandi progressi - restano ancora troppi i non assicurati. Ci si concentra soltanto sul tema del ruolo delle assicurazioni private, che non era semplice escludere, sia per il loro peso politico, sia perchè perché in vari casi sarebbero state strenuamente difese anche da settori di classe media e di lavoratori, per le buone coperture assicurative di cui si giovano tradizionalmente. Critiche, dunque, più di natura ideologica che rivolte a possibili miglioramenti concreti. La cosa che disturba maggiormente, poi, che queste posizioni sono talora aspramente intolleranti verso chiunque la pensi diversamente, spesso accusato di servilismo verso interessi economici. Anche se si tratta di esperti che evidentemente hanno sensibilità progressiste.

Note dopo l’Iowa (dal blog di Krugman, 2 febbraio 2016)

[1] Giornalista che scrive sul NYT come Krugman e che sul tema dei risultati democratici in Iowa ha scritto un post sul suo blog dal ...

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