Blog di Krugman

I fondamentali, i sondaggi e le primarie (10 marzo 2016)

 

Mar 10 3:24 pm

Fundamentals, Polls, and the Primary

The huge polling miss in Michigan was a cautionary tale: for all its excellence, FiveThirtyEight is only as good as the polls, which at least this time were way, way off. It’s too soon to dismiss them, but not too soon to explore other approaches, which is what Alan Abramowitz has just done. Using data for the Dem contests so far, he estimates a simple relationship based on just two factors — nonwhite share of the population, and north versus south — that accounts for the results quite well — and Michigan is not an outlier.

If this model is right — and bear in mind that until Michigan polls were doing pretty well, so it may be a special case — next Tuesday won’t go as well for Clinton as the polls predict, with Sanders quite possibly winning three states. It’s important to remember, however, that Democratic delegates are allocated more or less proportionately, so that we would still be looking at a substantial Clinton gain in delegates. My back of the envelope says that she would widen her lead by 80-100 if Alan’s model calls it right.

What about later? There aren’t many more Southern states. On the other hand, after Tuesday almost half the pledged delegates will have been chosen, and to close the gap Sanders would have to win big in what remains. The back of my envelope says that he would need to win the rest of the primaries by something like a 14-16 point margin, which seems unlikely. So even with this model, Clinton remains a strong favorite.

But this could go on for a long, long time. And people who say that it’s good for the Democratic party might want to look at the Sanders Twitter feed, which is, if you ask me, getting pretty ugly in a way the Clinton feed hasn’t.

We’ll know a lot more after next Tuesday.

 

I fondamentali, i sondaggi e le primarie

Il grande fallimento nei sondaggi in Michigan è stato un episodio ammonitore: con tutta la sua eccellenza, FiveThirtyEight riesce soltanto ad eguagliare i sondaggi, che almeno questa volta ci sono andati lontani. É troppo presto per rigettarli, ma non è troppo presto per esplorare altri approcci, quale quello che Alan Abramowitz ha appena realizzato. Utilizzando i dati per le competizioni dei democratici sino a questo punto, egli stima una semplice relazione tra solo due fattori – la quota dei non bianchi nella popolazione e il rapporto tra Nord e Sud – che spiega abbastanza bene i risultati – e il Michigan non fa eccezione.

Se questo modello è giusto – e tenete conto che sino al Michigan i sondaggi avevano funzionato abbastanza bene, e che dunque esso può essere un caso particolare – il prossimo martedì per la Clinton non andrebbe così bene come avevano previsto i sondaggi, con Sanders che abbastanza probabilmente vincerebbe in tre Stati. É importante ricordare, tuttavia, che i delegati democratici sono distribuiti in modo più o meno proporzionale, cosicché saremmo ancora in presenza di una vantaggio sostanziale della Clinton nei delegati. Il mio calcolo approssimativo dice che ella amplierebbe il suo vantaggio di 80-100 delegati, se il modello di Alan dice il giusto.

Cosa accadrebbe successivamente? Non ci sono molti altri Stati meridionali. D’altra parte, dopo martedì quasi la metà dei delegati ammessi sarà stata scelta, e per colmare la differenza Sanders dovrebbe vincere alla grande in quello che resta. Il mio calcolo approssimativo dice che egli avrebbe bisogno di vincere le restanti primarie con un margine di qualcosa come 14-16 punti, il che sembra improbabile. Dunque anche con questo modello, la Clinton resta di gran lunga la favorita.

Ma questo potrebbe andare avanti per un tempo assai lungo. E le persone che sostengono che questa sia una cosa buona per il Partito Democratico, dovrebbero dare un’occhiata ai modi nei quali Sanders interviene su Twitter, che, se volete la mia opinione, sta diventando abbastanza sgradevole, diversamente da quello della Clinton.

Ne sapremo di più dopo il prossimo martedì.

 

 

 

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