Mar 11 12:13 pm
While most of us are focused on presidential politics — with good reason, to be sure — much of the work of government, for good and for ill, is done at the state and local level. In most cases, these days, that means Republican politicians are calling the shots; but there are some big states where Democrats still hold sway, and it’s really important for progressive values that these Democrats set a positive example about what good government can do.
Which brings me to Governor Cuomo’s sudden proposal, seemingly out the blue, to cut half a billion dollars in state funding for CUNY and shift the burden to the city.
Full disclosure: I am now a CUNY employee. But that’s not the reason I think this would be a terrible idea. The point is, instead, that CUNY as an institution is doing such obvious good, especially in an era of growing inequality and hardening class lines, that it’s hard to understand why anyone who isn’t the hardest of hard-line conservatives would want to undermine it.
CUNY has long been a powerful engine of social mobility; my father, the son of penniless immigrants, went to Brooklyn College, which gave him opportunities he could never have found otherwise. And it’s still playing that role. If you look at the student body today, you see a portrait of the American dream in action: hundreds of thousands of students, roughly 40 percent of whom are their family’s first generation in college, come from households with income less than $20,000, or both, all getting an affordable education that leaves them far less burdened by debt than all too many of their contemporaries.
We need more of this kind of thing — much more — not savage budget cuts that are driven by no fiscal imperative I can see.
Don’t do this, Mr. Governor.
Mettere alla fame l’istruzione pubblica
Mentre la maggioranza di noi sono concentrati sulla politica presidenziale – con buona ragione, è indubbio – gran parte della attività di governo, nel bene e nel male, viene svolta al livello degli Stati e locale. Di questi tempi, in gran parte dei casi questo significa che i politici repubblicani stanno guidando le danze; ma ci sono alcuni grandi Stati dove ancora dominano i democratici, ed è davvero importante per i valori progressisti che questi democratici forniscano un esempio positivo di quello che un buon Governo può realizzare.
La qualcosa mi porta all’improvvisa proposta del Governatore Cuomo di tagliare, in modo apparentemente inaspettato, mezzo miliardo di dollari di finanziamento statale alla CUNY [1] e di spostare il peso sulla città.
Lo rivelo senza esitazione: io attualmente sono un impiegato della CUNY. Ma quella non è la ragione per la quale penso che si tratterebbe di una pessima idea. Piuttosto, il punto è che CUNY è una istituzione che sta facendo cose così evidentemente positive, specialmente in un’epoca di ineguaglianza crescente e di rafforzamento degli indirizzi classisti, che è difficile capire perché chiunque non sia il più duro dei conservatori radicali possa volerla mettere in difficoltà.
CUNY è stata per lungo tempo un motore potente di mobilità sociale; mio padre, figlio di genitori poveri in canna, andò al Brooklyn College, che gli dette opportunità che non avrebbe mai trovato altrimenti. Ed essa sta ancora giocando quel ruolo. Se guardate al corpo studentesco di questi tempi, vedete il ritratto del sogno americano in azione: centinaia di migliaia di studenti, all’incirca il 40 per cento dei quali sono la prima generazione che frequenta l’Università nelle loro famiglie o provengono da famiglie con un reddito inferiore ai 20.000 dollari, oppure entrambe le cose, stanno tutti ricevendo una educazione sostenibile, che li lascia molto meno gravati dai debiti che non gli anche troppi loro coetanei.
Abbiamo bisogno di più cose di questo genere – molte di più – e non di selvaggi tagli ai bilanci che non sono guidati da alcun evidente imperativo finanziario.
Non lo faccia, signor Governatore.
[1] L’Università della Città di New York.
By mm
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