aprile 2016 Archive

La verità sui tassi di disoccupazione cinesi, di Zhang Jun (da Project Syndicate, 14 aprile 2016)

     

La collera dell’imbrogliato, di Paul Krugman (New York Times 29 aprile 2016)

Come mai gli esiti delle primarie, ormai scontato quella dei democratici e altamente probabile quello dei repubblicani, sono stati così diversi, rispetto alle intenzioni dei gruppi dirigenti dei due Partiti? La Clinton ha confermato i pronostici, Trump è stato un incubo per il gruppo dirigente repubblicano. Dietro ciò, stanno fenomeni di fondo che da anni caratterizzano le due formazioni politiche. I democratici hanno una storia recente nella quale hanno cercato, più o meno bene, di corrispondere ai loro sostenitori: si sono presentati come i difensori dei poveri e delle classi medie ed hanno portato in fondo una riforma sanitaria che fornisce l'assicurazione a 20 milioni di americani in più, con un aumento delle tasse per i più ricchi. I repubblicani hanno fatto appello ai pregiudizi razziali e culturali, ma nella sostanza hanno fatto una politica per l'1 per cento dei più ricchi.In fondo hanno giocato una partita ingannevole con i propri elettori, finché questi non ne hanno avuto abbastanza. Anche la partita che promette Trump è ingannevole, ma ci vorrà un po' di tempo per accorgersene.

Una nota sulla controversia sulla tassa sulle bibite gasate (25 aprile 2016)

[1] Ovvero, l’obbligo del quale di discuteva di acquistare una assicurazione sanitaria. Che poi venne recepito dalla legge di riforma, assieme alla previsione di sussidi ...

Economia e auto consapevolezza (dal blog di Krugman, 25 aprile 2016)

[1] Sul concetto di ‘equivalenza ricardiana’, vedi le note sulla traduzione.      

Lo slancio ed il risarcimento della scienza politica (dal blog di Krugman, 23 aprile 2016)

[1] Ovvero: ciò che conta sono gli orientamenti degli apparati di Partito, che era la linea di interpretazione della grande maggioranza di commentatori che di ...

L’antipatia per Boris mi basta (dal blog di Krugman, 23 aprile 2016)

[1] La teoria dei vantaggi comparati (o modello ricardiano) è stata concepita a partire dai concetti essenziali dall’economista inglese David Ricardo e si inserisce nel ...

La chiamata alle otto del mattino, di Paul Krugman (New York Times 25 aprile 2016)

Krugman prova ad immaginare cosa accadrebbe, per ognuno dei candidati presidenziali che adesso sembrano probabili (la Clinton per i democratici, Trump o Cruz per i repubblicani), se un mattino prima della apertura dei mercati arrivasse alla Casa Bianca una telefonata con l'annuncio di un imminente crollo finanziario. Eventualità del tutto probabile, ad esempio per la situazione economica della Cina o per la vicenda del petrolio. Considera la Clinton come la candidata più esperta di sempre; potrebbe fare errori gravi, ma non per ignoranza. Trump è ignorante e inverosimile un po' su tutto; la necessaria cooperazione mondiale con la quale si affrontano tali emergenze, con il suo carattere da guerrafondaio, non avrebbe chance. Cruz, un fanatico del 'gold standard', invece ha fermi convincimenti in economia, ma disastrosi. Si è scelto come consigliere un economista che confezionò la ricetta della deregolamentazione che portò alla crisi del 2008. E quella telefonata alle otto del mattino è del tutto probabile.

‘Sarandonizzare’ l’economia (22 aprile 2016)

[1] Come spiega il post – purtroppo solo alla fine – “sarandonizzare” è un neologismo che deriva dal cognome della attrice Susan Sarandon, in particolare ...

Nel debito di Hamilton, di Paul Krugman (New York Times 22 aprile 2016)

Alexander Hamilton fu uno dei principali collaboratori di George Washington, come primo Segretario al Tesoro prese la decisione di finanziare come Governo Federale i debiti di tutti gli Stati, dissanguati dalla Guerra Civile. In questi giorni si parla di lui, perchè è stato deciso di mantenere la sua effige sulle banconote da 10 dollari. E conservargli quella postazione onorevole è una buona idea, se considera quanto le sue idee sul debito erano più sagge delle idee in circolazione oggi. Per Hamilton un debito pubblico anche vasto, gestito in modo corretto, era uno dei modi principali per realizzare gli scopi della moneta, creando in tal modo asset necessari agli investitori e all'economia. Oggi si parla appunto di 'deficienza di asset sicuri' per gli investitori; ma continua a prevalere tra gli operatori pubblici la fobia del debito. Continuare ad avere la faccia di Hamilton sulle banconote, non farà alcun danno e forse aiuterà a rammentare la sua saggezza.

“L’amplificazionismo” dei libri di testo di economia (dal blog di Krugman, 20 aprile 2016)

[1] Giustifico la traduzione: Krugman prende a prestito, come spiega con le prime frasi, un termine di Noah Smith (“101ism”). Econ 101 è l’espressione che ...

Perchè non sono stato sensibile a “Il Bern” (15 aprile 2016)

     

Una logica di progresso nel commercio, di Dani Rodrik (da Social Europe, 15 aprile 2016)

[1] L’espressione secondo la quale qualcosa, in particolare in economia, “solleva tutte le barche” – ovvero porta benefici a tutti – è diffusa nel linguaggio ...

Il commercio mondiale dovrebbe essere ricostruito dal basso in alto, di Larry Summers (da Social Europe, 18 aprile 2016)

     

Il ritorno del pessimismo dell’elasticità (per esperti) (dal blog di Krugman, 16 aprile 2016)

[2] Per un comprensione migliore del concetto di ‘blocco improvviso’ – che si riferisce al carattere subitaneo di blocco nei flussi dei capitali, quale quello ...

Le recessioni dei ‘padroni del vapore’, di Paul Krugman (New York Times 18 aprile 2016)

Il potere dei grandi monopoli è un espressione desueta nel dibattito politico italiano, ma frequente nelle analisi recenti dei maggiori economisti americani. Indica un questione cruciale: la tendenza a tenere bassi gli investimenti, nonostante la possibilità di avere denaro a bassi interessi e l'andamento assai favorevole dei valori azionari. Perchè? Perchè in molti casi non hanno bisogno di investire in impianti ed attrezzature, realizzando notevoli profitti per le posizioni di monopolio che hanno sui mercati. Un concetto cruciale nella tesi della "stagnazione secolare". La recente lotta dei lavoratori della società americana Verizon è, appunto, una lotta sul potere dei monopoli.

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