Blog di Krugman

Offerta aggregata ed economia della depressione (per esperti) (4 aprile 2016)

 

Apr 4 12:50 pm

Aggregate Supply and Depression Economics (Wonkish)

Robert Waldmann follows up on the question of who got what wrong in the late 1990s analysis of Japan’s liquidity trap. As he says, the extremely stripped-down nature of the model I used may have led some readers — like, surprisingly, Brad DeLong — to suppose that I had forgotten about the supply side. Actually, though, I still don’t really understand the confusion — I explicitly began with a flexible-price model, then considered the effects of temporarily fixed prices, so how could that have been unclear?

Be that as it may, it’s quite ironic given recent events that some critics of the old paper warned that higher expected inflation might get built into wage and price setting — because that’s what you *want* to happen. It’s a feature, not a bug.

Indeed, the biggest problem with Abenomics — which is the closest thing we’ve seen yet to an attempt to bootstrap an economy out of the liquidity trap by promising higher inflation — is precisely that so far inflation expectations, while they have moved asset markets, haven’t translated into sufficiently higher inflation in the real economy. The idea that inflation promises might go directly into prices is a hope, not a worry.

So why did smart people get so confused by all this (and some still are)? Partly, I think, because liquidity trap economics — depression economics — is deeply counterintuitive to many people, including economists. I tried to make it more intuitive with an extremely simple model, but evidently that didn’t work for everyone.

Beyond that, in the late 1990s, and even now to some extent, we were suffering from the tyranny of the 1970s, with too many people seeing stagflation around every corner. In fact, it’s still happening now, despite the reality that the post-2008 crisis was far worse for the world’s major economies than the stagflation of the 1970s ever was.

Again, I tried to break through that obsession, with some modeling that I’m still very proud of, and with a book that I think looks very good in retrospect. But sometimes you can’t change preconceptions, no matter how clearly and simply you write. Sad!

 

Offerta aggregata ed economia della depressione (per esperti)

Robert Waldmann ritorna sul tema di chi, nell’analisi sulla trappola di liquidità del Giappone negli ultimi anni ’90, aveva inteso le cose in modo sbagliato. Come egli dice, la natura estremamente semplificata del modello che utilizzai può aver portato alcuni lettori – come, sorprendentemente, Brad DeLong –  a supporre che io mi sia dimenticato il lato dell’offerta. Eppure, per la verità, io ancora non capisco la confusione – esplicitamente io presi le mosse con un modello a prezzo flessibile, poi considerai gli effetti di prezzi temporaneamente fissi, in che modo poteva risultare non chiaro?

Sia quel che sia, è abbastanza comico dati gli eventi recenti che alcuni critici del vecchio studio abbiano messo in guardia che più alte aspettative di inflazione potrebbero essere incorporate nella definizione dei salari e dei prezzi – perché è quello che ‘volete’ cha accada. É una peculiarità, non un errore.

In effetti, il problema più grande con la politica economica di Abe – che è la cosa più vicina ad un tentativo di tirar fuori un’economia da una trappola di liquidità attraverso la promessa di una inflazione più elevata – è precisamente che, sino a questo punto, le aspettative di inflazione non si sono tradotte in una inflazione sufficientemente più alta nell’economia reale, mentre hanno messo in movimento i mercati degli asset. L’idea che le promesse di inflazione possano andare direttamente nei prezzi è una speranza, non una preoccupazione.

Dunque, perché persone intelligenti sono rimaste così confuse da tutto questo (e in parte lo sono ancora)? In parte perché, penso, l’economia della trappola di liquidità – l’economia della depressione – è profondamente contro intuitiva per molta gente, compresi gli economisti.  Io cercai di renderla più intuitiva con un modello estremamente semplice, ma evidentemente non ha funzionato con tutti.

Oltre a ciò, negli ultimi anni ’90, e in qualche misura persino oggi, stiamo soffrendo della tirannia degli anni ’70, con troppe persone che si aspettano la stagflazione dietro ogni angolo. Di fatto, ciò sta ancora succedendo oggi, nonostante il dato di fatto che la crisi successiva al 2008 sia stata di gran lunga peggiore  per le principali economie del mondo, di quanto la stagflazione degli anni ’70 sia mai stata.

Ancora, mi sono sforzato di demolire quella ossessione, con qualche costruzione di modelli delle quali vado ancora orgoglioso, e con un libro che in retrospettiva penso appaia molto buono. Ma talvolta non si possono cambiare i preconcetti,  per quanto chiaramente e semplicemente scriviate. Triste!

 

 

 

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