aprile 2016 Archive

Il petrolio a basso costo è restrittivo? (13 aprile 2016)

[1] La tabella mostra (linea blu) l’andamento degli interessi, indicizzato per l’inflazione, sui titoli del Tesoro, e (linea rossa) l’andamento dei prezzi del petrolio (Brent, ...

Perchè il monetarismo ha fallito (dal blog di Krugman, 13 aprile 2016)

[1] Il fotomontaggio nel testo inglese mostra il repubblicano Paul Ryan – attualmente speaker della Camera dei Rappresentanti – e la scrittrice Ayn Rand, icona ...

Il principio Pastrami, di Paul Krugman (New York Times 15 aprile 2016)

I media continuano a seguire le primarie democratiche americane dando credito ad un difficile sorpasso in extremis da parte di Sanders, che pure non sembra confortato da una analisi realistica dei sondaggi. Potrebbe darsi che questo spieghi alcune recenti sortite del candidato, secondo le quali il vantaggio della Clinton sarebbe conseguenza di una sua prevalenza negli Stati del Sud, notoriamente più conservatori. Ma i voti della Clinton non vengono dai conservatori, semmai dagli elettori democratici di colore. E chiedere che i 'superdelegati' (ovvero i delegati che non sono legati ad un impegno verso alcun candidato) votino nella Convenzione nazionale per lui, in fondo per riequilibrare i voti dell'elettorato afro-americano, è un mistificazione verso i suoi stessi sostenitori, e non è molto decente per un progressista.

Cosa c’è di sbagliato nei tassi di interesse negativi? Di Joseph E. Stiglits (da Project Syndicate, 13 aprile 2016)

[1] La dissonanza cognitiva è un concetto introdotto da Leon Festinger nel 1957 in psicologia sociale. Un individuo che attivi due idee o comportamenti che ...

Il Donald e il Veg-O-Matic (9 aprile 2016)

[1] Ovvero, una macchinetta che realizza ogni genere di operazione di cucina, che negli Stati Uniti ha quel nome commerciale.          

Il miraggio di una sostituzione della riforma sanitaria di Obama (dal blog di Krugman, 11 aprile 2016)

[1] Un “unico sistema di pagamenti” significa, in sostanza, la eliminazione del ruolo delle assicurazioni private. [2] Ovvero: i calcoli sula valore delle polizze assicurative ...

Snoopy, il distruttore, di Paul Krugman (New York Times 11 aprile 2016)

La società di assicurazioni MeltLife - anche nota per il suo strano emblema di Snoopy - fu una delle tre protagoniste principali, assieme a Lehman Brothers ed a A.I.G., della crisi finanziaria del 2008. Tutte e tre non erano banche tradizionali, a conferma che l'insidia maggiore che portò alla crisi stava negli istituti finanziari che erano esposti a rischi anche più grandi delle banche tradizionali, pur non essendo tali. La legge di riforma del sistema finanziario cerca di aggredire il problema, stabilendo regole particolari per quegli istituti che definisce "sistemicamente importanti". E le società, spesso, ricorrono nei Tribunali. Si dà il caso che di recente "Snoopy" abbia ottenuto una sentenza favorevole; una falla pericolosa nella riforma, che potrebbe favorire una nuova crisi. Ed anche per questo le prossime elezioni saranno rilevanti.

Il ritorno dei poveri immeritevoli (16 marzo 2016)

[1] William Julius Wilson è un sociologo statunitense nato nel 1935, che ha insegnato all’Università di Chicago, dal 1972 al 1996, e poi a quella ...

Offerta aggregata ed economia della depressione (per esperti) (4 aprile 2016)

     

Sanders al limite di rottura, di Paul Krugman (New York Times 8 aprile 2016)

I recenti attacchi di Sanders alla Clinton sollevano un dubbio rilevante. Aver dichiarato che la rivale è 'inadeguata' alla Presidenza - per effetto delle sue relazioni con persone del settore finanziario - ed averlo fatto in una situazione nella quale la decisione sulla nomination democratica si avvicina, evidenzia un rischio di rottura. Sanders possiede una vena di arroganza simile a quella di alcuni suoi sostenitori? La Clinton ha fatto i suoi sbagli nel passato, ed alcuni ne ha ammessi. Ma Sanders non ne è stato immune, ad esempio in materia di legislazione sulle armi. Ma una posizione estrema ("o noi o il Diluvio", si direbbe) pare rischiosa, e priverebbe tra l'altro i democratici di quella carica di idealismo che Sanders ha introdotto nella campagna elettorale, della quale i democratici hanno pur bisogno.

Città per tutti, di Paul Krugman (New York Times 4 aprile 2016)

Molte città americane stanno conoscendo una rinascita, a cominciare da New York. Ma è una rinascita classista, solo per chi se la può permettere; i benestanti tornano nei centri per le loro comodità, i poveri sono espulsi e non hanno redditi sufficienti per acquistare alloggi. C'è un tentativo di attenuare il problema a New York, che si basa sulla previsione di nuove normative urbanistiche meno restrittive (elevare le abitazioni nei quartieri non è impensabile e, in fondo, gli ascensori sono il sistema di trasporto più efficace); ma tali previsioni saranno possibili solo per i costruttori che accetteranno di assoggettare gli edifici ad alcune regole, di prezzi contenuti e di privilegio per le persone anziane. Edilizia sociale in cambio di regolamenti meno restrittivi. Se questi sono i "valori" di New York, ce ne vorrebbero tanti di simili.

Imparare da Obama, di Paul Krugman (New York Times 1 aprile 2016)

Il sistema politico americano ha meccanismi potenti di limitazione del potere del Presidente che vince le elezioni. Ed Obama nei suoi anni di governo è stato particolarmente condizionato: dal potere del partito di opposizione, dal potere delle lobby, dal ruolo degli Stati governati dai repubblicani e talora dalle decisioni della Corte Suprema. Cionostante ha ottenuto risultati sostanziali: in materia di sviluppo economico, di riforma della sanità e del sistema finanziario, persino in materia di inizitive di competenza dell'esecutivo sul cambiamento climatico. Una lezione che i repubblicani non intendono raccogliere, ma che almeno dovrebbe essere raccolta dai progressisti più radicali.

Commercio, lavoro e politica, di Paul Krugman (New York Times 28 marzo 2016)

Non era stato previsto pressoché da nessuno che il tema del commercio internazionale finisse al centro della campagna elettorale delle primarie. E si assiste alla stranezza solo apparente di constatare che il candidato favorito repubblicano è uno strenuo protezionista, mentre la candidata favorita democratica è assai più equilibrata. Il punto è che è innegabile che la globalizzazione, oltre a grandi vantaggi, abbia comportato danni per i lavoratori dei paesi ricchi. Ma non necessariamente e non nello stesso modo. Il caso degli USA non è quello della Danimarca (e neppure del Canada); sia perchè negli USA la pratica di sfasciare i sindacati è molto più forte (in Danimarca i due terzi dei lavoratori sono sindacalizzati), sia perchè le reti della sicurezza sociale americana sono molto più deboli.

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