Apr 15 10:09 am
Today’s column offers an opportunity to say, for the record, why I haven’t been the Bernie booster a lot of people apparently expected me to be. For the business about discounting Clinton support as coming from “conservative states” in the “Deep South” actually exemplifies the problem I saw in the Sanders campaign from the beginning, and made me distrust both the movement and the man.
What you see, on this as on multiple issues, is the casual adoption, with no visible effort to check the premises, of a story line that sounds good. It’s all about the big banks; single-payer is there for the taking if only we want it; government spending will yield huge payoffs — not the more modest payoffs conventional Keynesian analysis suggests; Republican support will vanish if we take on corporate media.
In each case the story runs into big trouble if you do a bit of homework; if not completely wrong, it needs a lot of qualification. But the all-purpose response to anyone who raises questions is that she or he is a member of the establishment, personally corrupt, etc.. Ad hominem attacks aren’t a final line of defense, they’re argument #1.
I know some people think that I’m obsessing over trivial policy details, but they’re missing the point. It’s about an attitude, the sense that righteousness excuses you from the need for hard thinking and that any questioning of the righteous is treason to the cause. When you see Sanders supporters going over the top about “corporate whores” and such, you’re not seeing a mysterious intrusion of bad behavior into an idealistic movement; you’re seeing the intolerance that was always just under the surface of the movement, right from the start.
Does Clinton have problems too? Of course — she’s been too cozy with established interests in the past, she shouldn’t have given those speeches, and of course she shouldn’t have voted for the Iraq War. But there is no evidence that she’s corrupt, and lots of evidence that she both thinks hard about issues and is willing to revise her views in the light of facts and experience. Those are important virtues — important *progressive* virtues — that seem woefully absent on the other side of the primary.
But never mind. As you know, I’m only saying these things because I’m a corporate whore and want a job with Hillary.
Perchè non sono stato sensibile a “Il Bern”
L’articolo di oggi mi offre l’opportunità di dire, per la cronaca, perché non sono stato il sostenitore di Bernie che molti si aspettavano fossi. Perché la faccenda del fare una tara sui sostegni alla Clinton in quanto provenienti dagli “Stati conservatori” del “profondo Sud” effettivamente esemplifica il problema che avevo visto sin dagli inizi nella campagna elettorale di Sanders, e che mi aveva reso sfiduciato sia del movimento che dell’uomo.
Quello che constatate, su questo come su una molteplicità di temi, è il far propria casualmente, senza nessuno sforzo visibile di controllarne le premesse, una linea di narrazione che sembra buona. Dipende tutto dalle grandi banche; il sistema sanitario pubblico centralizzato è lì a disposizione, basta volerlo; la spesa pubblica renderà grandi risultati – non i modesti vantaggi che la convenzionale analisi keynesiana indica; il sostegno ai repubblicani svanirà se sfidiamo i media delle grandi imprese.
In ciascun caso il racconto si scontra con un grande problema se si fa un po’ di riflessione; se non completamente sbagliato, esso ha necessità di molte specificazioni. Ma la risposta buona per tutti gli scopi a chiunque sollevi dubbi è che lui o lei fanno parte del gruppo dirigente, sono personalmente corrotti etc. etc. Gli attacchi alla persona non sono una linea finale di difesa, sono l’argomento principale.
So che alcuni pensano che sia ossessionato dai banali dettagli della politica, ma ad essi sfugge il punto. Si tratta di una attitudine, la sensazione che l’essere nel giusto vi dispensi dal bisogno della riflessione profonda e che ogni dubbio sulla giustezza sia un tradimento della causa. Quando vedete i sostenitori di Sanders che vanno oltre i limite sulle “puttane delle grandi imprese” e cose del genere, non siete in presenza di una misteriosa intrusione di cattivi comportamenti in un movimento idealistico; state osservando l’intolleranza che è sempre stata sotto la superficie del movimento, proprio dall’inizio.
Ha problemi anche la Clinton? Certamente – nel passato ella è stata troppo compiacente con gli interessi costituiti, non avrebbe dovuto fare quei discorsi, e naturalmente non avrebbe dovuto votare per la guerra in Iraq. Ma non c’è alcuna prova che sia corrotta, e ci sono molte prove sia che stia riflettendo seriamente su tali questioni, o che sia disponibile a rivedere i suoi punti di vista alla luce dei fatti e dell’esperienza. Quelle sono virtù importanti – importanti valori progressisti – che sembrano tristemente assenti sull’altro fronte delle primarie.
Ma non conta. Come sapete sto dicendo queste cose perché sono una puttana delle grandi imprese e voglio un incarico da Hillary.
By mm
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