Blog di Krugman

‘Sarandonizzare’ l’economia (22 aprile 2016)

 

Apr 22 10:54 am

Sarandonizing Economics

The Democratic primary is essentially over, although the Sanders campaign is still fundraising off naive supporters by claiming that it has a real shot. But the controversies will live on, for a while at least. Among these controversies, the debate over economic analysis is probably well down the list of importance; but it’s obviously one that I care about. And I see that Pro Growth Liberal is complaining about Gerald Friedman’s latest attempt to defend his estimates for growth from the Sanders program.

The history, for those who weren’t paying attention, is that Friedman produced huge numbers that were hard to understand on both the demand and the supply side. Initially, he didn’t claim to be doing anything especially new — on the contrary, he and his defenders claimed that they were doing standard Keynesian economics — apparently unaware that they were doing no such thing. Only after this was pointed out did they turn to declaring that the standard analysis was all wrong, and that Keynesians like Christina and David Romer are really just neoclassical types.

For those of us who participated in the austerity debates, that’s pretty amazing and disheartening. Remember when Robert Lucas accused Christy Romer of corruptly producing “schlock economics” to justify government spending? Remember the long fight against the doctrine of expansionary austerity and the mythical cliff at 90 percent debt? There was a huge division between Keynesians and anti-Keynesians, in which people like the Romers faced a torrent of abuse from the right. And there has also been a huge intellectual vindication, with interest rates, inflation, and output looking much more like Keynesian predictions than like what those on the right were predicting.

Oh, and on the issue where Lucas accused Romer of corruption: her estimate of a multiplier of 1.5 turns out to be very close to the numbers most researchers have found in the aftermath of the disastrous turn to austerity.

But now any skepticism about claims that multipliers are vastly higher than that, and that there are no supply constraints preventing the U.S. economy from growing 4.5 percent for the next decade, makes you no different from the inflation and debt fear mongers of the right.

The way to think about this, I’d say, is that it’s the economics nerd equivalent of Susan Sarandon dismissing Hillary Clinton as “the best Republican out there.” Anyone who tells you that you can’t get everything you want, in economics or politics, is just evil and useless.

Will this attitude persist as we enter an election in which the choice is between Clinton and Trump or Cruz, between Romer-type economics and Ayn Randism? We’ll see.

 

‘Sarandonizzare’ [1] l’economia

Le primarie democratiche sono sostanzialmente passate, anche se la campagna di Sanders sta ancora raccogliendo fondi con la pretesa di sostenitori ingenui che egli abbia ancora reali possibilità. Ma le controversie, almeno per un po’, proseguiranno. Tra queste controversie, il dibattito sulla analisi economica è probabilmente in fondo alla lista per importanza; ma è ovviamente qualcosa che mi interessa. E vedo che Progressista per la crescita  [2] si sta lamentando con l’ultimo tentativo di Gerald Friedman [3] di difendere le sue stime per la crescita dal programma di Sanders.

La storia, per coloro che non hanno prestato attenzione, è che Friedman ha prodotto dati esagerati che erano difficili da intendere sia sul lato della domanda che dell’offerta. Inizialmente, egli non sosteneva di star facendo qualcosa di particolarmente originale – al contrario, lui ed i suoi difensori sostenevano di stare utilizzando una convenzionale economia keynesiana – apparentemente inconsapevoli che non stavano facendo niente di simile. Solo dopo che questo è stato messo in evidenza, sono passati a sostenere che l’analisi convenzionale era tutta sbagliata, e che keynesiani come Christina e David Romer [4], erano in realtà semplicemente economisti di orientamento neoclassico.

Per quelli tra noi che avevano partecipato ai dibattiti sull’austerità, questo era abbastanza stupefacente e scoraggiante. Si ricorda quando Robert Lucas [5] accusò Christy Romer di praticare colpevolmente un “ciarpame di economia”  per giustificare la spesa pubblica? Si ricorda la lunga battaglia contro la dottrina della ‘austerità espansiva’ e la mitica soglia al 90 per cento del debito? Ci fu allora una vasta contrapposizione tra keynesiani ed antikeynesiani, nella quale persone come i Romer fronteggiarono un torrente di insulti da parte della destra. E c’è anche stato un grande risarcimento intellettuale, con i tassi di interesse, l’inflazione e la produzione che si sono collocati molto più sulla falsariga delle previsioni keynesiane che di quelle della destra.

Inoltre, quanto al tema  sul quale Lucas accusò la Romer di alterazione dei dati: si scopre che la sua stima di un moltiplicatore di 1,5 è molto vicino ai dati che la maggioranza dei ricercatori hanno scoperto, in conseguenza della disastrosa svolta verso l’austerità.

Ma di questi tempi ogni scetticismo sulle tesi per le quali il moltiplicatore sarebbe enormemente più alto di quello, e che non ci sarebbe alcun condizionamento dal lato dell’offerta che impedisce all’economia americana di crescere il 4,5 per cento il prossimo decennio, vi mette sullo stesso piano di coloro che a destra spargevano paure sull’inflazione e sul debito.

Direi che il modo per pensare a questo fenomeno è considerarlo l’equivalente, per i cultori di economia, del rigetto di Hillary Clinton da parte di Susan Sarandon come “la migliore repubblicana che ci sia in giro”. Chiunque vi dica che non potete avere tutto quello che volete, in economia come in politica, è solo malvagio ed inutile.

Questa tendenza persisterà, una volta che entreremo in una elezione nella quale la scelta è tra la Clinton e Trump o Cruz, tra una economia del genere di quella dei Romer e quella ispirata a Ayn Rand [6]? Lo vedremo.

 

[1] Come spiega il post – purtroppo solo alla fine – “sarandonizzare” è un neologismo che deriva dal cognome della attrice Susan Sarandon, in particolare da una sua affermazione ostile alla Clinton. Nel dibattito americano di queste settimane, la Sarandon ha avuto il ruolo di coerente ‘pasionaria’ sandersiana, mentre Clooney si è convertito a Sanders strada facendo, dopo aver inizialmente appoggiato la Clinton. Sul blog di Repubblica è apparsa in questi giorni una intervista della Sarandon sulle primarie democratiche.

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[2] La connessione è con il blog Econospeak, che pubblica un post con la firma del gruppo Progressista per la crescita.

[3] E’ l’economista che ha sostenuto Sanders nelle settimane passate, provocando una vasta polemica per le sue previsioni non molto credibili sulla crescita possibile per effetto della ricetta sandersiana.

[4] Due economisti, moglie e marito, di orientamento progressista e keynesiano piuttosto noti. La prima presiedeva nel 2009 il comitato di consulenza economica di Obama, e sostenne posizioni critiche a proposito della esiguità quantitativa e della insufficiente durata dei programmi di  sostegno all’economia che vennero approvati.

[5] Forse il principale economista di orientamento conservatore dei decenni passati.

[6] Figura ormai nota di scrittrice della destra dei primi decenni del secolo; si veda alle note sulla traduzione.

 

 

 

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