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Snoopy, il distruttore, di Paul Krugman (New York Times 11 aprile 2016)

 

Snoopy the Destroyer

Paul Krugman APRIL 11, 2016

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Has Snoopy just doomed us to another severe financial crisis? Unfortunately, that’s a real possibility, thanks to a bad judicial ruling that threatens a key part of financial reform.

Some background: When catastrophe struck the troubled U.S. financial system in September 2008, the proximate cause was the looming collapse of three companies — none of which were banks in the normal sense of the word, that is, institutions that take deposits and lend them out. One of them was, of course, Lehman Brothers; the other two were The Reserve, a money-market fund, and American International Group, or A.I.G, an insurance company.

Lehman declared bankruptcy, while The Reserve, which had lost money with Lehman, froze customers’ accounts, and was eventually forced into liquidation. A.I.G. was rescued by an $85 billion credit line from the Federal Reserve; in return, the Fed took 80 percent ownership of the company.

The episode showed that traditional financial regulation, which focuses on deposit-taking banks, is inadequate in the modern world. It’s not just that anyone who borrows short term to finance risky investments — which is what Lehman did — creates the same kind of danger as a conventional bank. There’s also a high degree of interconnectedness: A.I.G. wasn’t a bank, but it was selling guarantees on financial assets, and fears that it might fail to honor those guarantees threatened to topple dominoes across the economy.

Oh, and yes, the episode also showed that making the breakup of big banks the be-all and end-all of reform misses the point.

What we need is regulation that limits the risks from nonbank institutions — and the 2010 financial reform tries to do just that. The way it does this is by allowing regulators to designate some firms “systemically important,” meaning that, like A.I.G., their failure or the prospect thereof could threaten financial stability. Once an institution is so designated, it is subject to extra oversight and regulation.

What determines whether a firm is systemically important? There aren’t any cut-and-dried rules — there can’t be, because if there were, corporate lawyers would find ways to evade them. Instead, it’s a judgment call. But financial giants that don’t like being regulated are trying to use litigation to question those judgments.

Which brings us to Snoopy, who has, for reasons I don’t fully understand, long been the emblem of the insurance giant MetLife.

At the end of 2014 the regulators designated MetLife, whose business extends far beyond individual life insurance, a systemically important financial institution. Other firms faced with this designation have tried to get out by changing their business models. For example, General Electric, which had become more about finance than about manufacturing, has sold off much of its finance business. But MetLife went to court. And it has won a favorable ruling from Rosemary Collyer, a Federal District Court judge.

It was a peculiar ruling. Judge Collyer repeatedly complained that the regulators had failed to do a cost-benefit analysis, which the law doesn’t say they should do, and for good reason. Financial crises are, after all, rare but drastic events; it’s unreasonable to expect regulators to game out in advance just how likely the next crisis is, or how it might play out, before imposing prudential standards. To demand that officials quantify the unquantifiable would, in effect, establish a strong presumption against any kind of protective measures.

Of course, that’s what financial firms want. Conservatives like to pretend that the “systemically important” designation is actually a privilege, a guarantee that firms will be bailed out. Back in 2012 Mitt Romney described this part of reform as “a kiss that’s been given to New York banks” (they never miss an opportunity to sneer at this city, do they?), an “enormous boon for them.” Strange to say, however, firms are doing all they can to dodge this “boon” — and MetLife’s stock rose sharply when the ruling came down.

The federal government will appeal the MetLife ruling, but even if it wins the ruling may open the floodgates to a wave of challenges to financial reform. And that’s the sense in which Snoopy may be setting us up for future disaster.

It doesn’t have to happen. As with so much else, this year’s election is crucial. A Democrat in the White House would enforce the spirit as well as the letter of reform — and would also appoint judges sympathetic to that endeavor. A Republican, any Republican, would make every effort to undermine reform, even if he didn’t manage an explicit repeal.

Just to be clear, I’m not saying that the 2010 financial reform was enough. The next crisis might come even if it remains intact. But the odds of crisis will be a lot higher if it falls apart.

 

Snoopy, il distruttore, di Paul Krugman

New York Times 11 aprile 2016

Snoopy [1] ci ha appena condannati ad un’altra grave crisi finanziaria? Sfortunatamente si tratta di una reale possibilità, grazie ad una negativa sentenza giudiziaria che minaccia una parte fondamentale della riforma finanziaria.

Qualche antefatto: quando, nel settembre del 2008, la catastrofe colpì l’inquieto sistema finanziario degli Stati Uniti, la causa primaria fu l’incombente collasso di tre società – nessuna delle quali era una banca nel normale senso della parola, ovvero un istituto che accetta depositi e li dà in prestito. Una di esse, naturalmente, era la Lehman Brothers; le altre due erano The Reserve, un fondo operante sul mercato valutario, e American International Group, o A.I.G., una compagnia assicuratrice.

Lehman dichiarò la bancarotta, mentre The Reserve, che aveva perso soldi con Lehman, congelò i conti dei clienti e alla fine venne costretta alla liquidazione. A.I.G. venne salvata con una linea di credito della Federal Reserve; in cambio, la Fed acquisì l’80 per cento della proprietà della compagnia.

L’episodio mostrò che la tradizionale regolamentazione finanziaria, che si concentra sulle banche che accettano depositi, nel mondo moderno è inadeguata. Non si tratta soltanto del fatto che chiunque si indebita a breve termine per finanziare investimenti rischiosi – che è quello che faceva Lehman – crea un pericolo dello stesso genere di una banca convenzionale. C’è anche un alto grado di interconnessione: A.I.G. non era una banca, ma stava vendendo garanzie su asset finanziari, e i timori che potesse fallire nell’onorare tali garanzie minacciarono di far cadere le tessere del domino in tutta l’economia.

Inoltre, sì,  l’episodio mostrò anche che considerare la liquidazione delle grandi banche come l’aspetto decisivo della riforma smarrisce la questione sostanziale.

Quello di cui abbiamo bisogno è una regolamentazione che limiti i rischi da parte degli istituti non bancari – e la riforma del sistema finanziario del 2010 cerca di riformare proprio quello. Il modo in cui lo fa è quello di consentire ai regolatori di definire alcune imprese “sistemicamente importanti”, il che comporta che, come nel caso di A.I.G., il loro fallimento o la possibilità di esso potrebbe minacciare la stabilità finanziaria. Una volta che un istituto viene definito in tal modo, è soggetto ad una sorveglianza ed ad una regolamentazione aggiuntiva.

Cosa determina se una società è sistemicamente importante? Non ci sono regole prestabilite – non possono esserci, perché se ci fossero i legali delle società troverebbero i modi per evaderle. Si tratta invece di decisioni discrezionali. Ma i giganti della finanza che non gradiscono di essere regolamentati stanno cercando di andare in contenzioso per mettere in discussione tali decisioni.

La qualcosa ci riporta a Snoopy, che, per ragioni che non comprendo pienamente, è stato per lungo tempo l’emblema del gigante delle assicurazioni MeltLife.

Alla fine del 2014 i regolatori designarono MeltLife, i cui affari si estendono ben oltre l’assicurazione individuale sulla vita, come un istituto finanziario sistemicamente importante. Altre imprese che si sono misurate con questa designazione hanno cercato di venirne fuori modificando i loro modelli affaristici. Ad esempio, General Electric, che aveva finito per occuparsi più di finanza che di manifattura, ha messo in vendita molte delle sue attività finanziarie. Ma MetLife è andata in tribunale. Ed ha ottenuto una sentenza favorevole da parte di Rosemary Collyer, un giudice del Tribunale Distrettuale Federale.

É stata una sentenza singolare. La giudice Collyer si è ripetutamente lamentata che i regolatori avevano omesso di fare una analisi costi-benefici, che la legge non dice che dovrebbero fare, e per buone ragioni. Dopo tutto, le crisi finanziarie sono eventi rari ma drastici; è irragionevole aspettarsi che i regolatori possano prevedere in anticipo come esattamente sarà la prossima crisi, o come andrà a finire, prima di imporre standard prudenziali. Chiedere che i dirigenti quantifichino ciò che non è quantificabile, in effetti, sarebbe come stabilire una forte congettura che sarebbe di ostacolo ad ogni misura protettiva.

Naturalmente, questo è quello che vogliono le società finanziarie. I conservatori amano fingere che la definizione di “sistemicamente importante” sia in sostanza un privilegio, una garanzia che la società sarà salvata. Nel 2012 Mitt Romney descrisse questa parte della riforma come “un bacio dato alle banche di New York” (non perdono mai l’occasione per schernire questa città, non è così?), una “grande manna per loro”. Strano a dirsi, tuttavia, le società fanno tutto quello che possono per eludere questa “manna” – e il valore delle azioni di MetLife crebbe bruscamente quando intervenne la sentenza.

Il Governo Federale ricorrerà in appello contro la sentenza, ma anche se avrà successo essa può aprire le cateratte ad una ondata di sfide alla riforma finanziaria. Ed è in quel senso che Snoopy può creare le condizioni per un disastro futuro.

Bisogna che non accada. Come per tante altre cose, quest’anno di elezioni è cruciale. Un democratico alla Casa Bianca rafforzerebbe sia lo spirito che la lettera della riforma – ed anche nominerebbe giudici solidali con questo sforzo. Un repubblicano, qualsiasi repubblicano, farebbe ogni tentativo per far saltare la riforma, persino se non prendesse l’iniziativa di una esplicita abrogazione.

Solo per chiarezza, non sto dicendo che la riforma finanziaria del 2010 sia stata sufficiente. La prossima crisi potrebbe arrivare anche se essa resta intatta. Ma le possibilità di crisi saranno molto più elevate se essa cade a pezzi.

 

 

[1] Snoopy compare nella pubblicità della società assicuratrice americana MeltLife, al punto da essere usato, nell’articolo, come un sinonimo.

La Metropolitan Life Insurance Company, o MetLife, è una società fondata nel 1868 da un gruppo di uomini d’affari newyorkesi. Si tratta di una delle maggiori compagnie che forniscono assicurazioni, con novanta milioni di clienti in oltre sessanta paesi. Quotata nel 2000, MetLife è leader del mercato statunitense, giapponese e latino-americano. L’azienda nel 1930 cominciò a diversificare il suo portafoglio, realizzando investimenti in titoli di Stato e prestiti per immobili commerciali. La società ha finanziato la costruzione dell’Empire State Building nel 1929, così come ha anche partecipato al capitale per costruire il Rockefeller Center nel 1931. Durante la seconda guerra mondiale, MetLife collocò oltre il 51 per cento del totale del capitale attivo in obbligazioni di guerra, ed era il maggior contribuente privato alla causa alleata. Nel 1981 acquista dalla Pan American World Airways il grattacielo di New York, oggi conosciuto come MetLife Building, per 400 milioni di dollari, che diventò la sede della compagnia. (Wikipedia)

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