Blog di Krugman

Una nota sulla controversia sulla tassa sulle bibite gasate (25 aprile 2016)

 

Apr 25 11:49 am

A Note on the Soda Tax Controversy

So Sanders and Clinton are arguing about soda taxes — Clinton for, as a way to raise money for good stuff while discouraging self-destructive behavior, Sanders against, because regressive. I have no illusions that rational argument will make much difference in the short run; we’re in that stage where anything Clinton supports is ipso facto evil. It’s like that point in 2008 when Obama supporters hated, hated the individual mandate that eventually became, as it had to, a central piece of Obamacare.

But anyway, it does seem worth pointing out that progressivity of taxes is not the most important thing, even when your concern is inequality. Notably, Nordic countries — very much including Denmark, which Sanders has praised as a model — rely heavily on the VAT, which is a regressive tax; but they use that revenue to pay for a strong social safety net, which is much more important.

If we add in the reality that heavy soda consumption really is destructive, with the consequences falling most heavily on low-income children, I’d say that Sanders is very much on the wrong side here. In fact, I very much doubt that he’d be raising the issue at all if he weren’t still hoping to pull off some kind of political Hail Mary pass.

 

Una nota sulla controversia della tassa sulle bibite gasate

Dunque Sanders e la Clinton stanno discutendo sulle tasse sulle bibite gasate – la Clinton a favore, come un modo per raccogliere denaro per buone iniziative nel mentre si scoraggiano comportamenti autodistruttivi, Sanders contro, in quanto tassa regressiva. Non mi illudo che nel breve periodo gli argomenti razionali faranno molta differenza; siamo in quella fase nella quale qualsiasi cosa sia di sostegno alla Clinton è per ciò stesso un male. É come in quel periodo nel 2008 quando i sostenitori di Obama odiavano, proprio odiavano il mandato individuale [1], che alla fine divenne, come doveva, un pezzo centrale nella riforma di Obama.

Ma in ogni modo, sembra valga la pena di mettere in evidenza che la progressività delle tasse non è la cosa più importante, anche se siete preoccupati per l’ineguaglianza. In particolare, i paesi del Nord – inclusa in gran misura la Danimarca, che Sanders ha elogiato come un modello – si basano pesantemente sull’IVA, che è una tassa regressiva; sennonché usano quell’entrata per ripagare una forte rete di sicurezza sociale, che è la cosa molto più importante.

Se aggiungiamo che in realtà il consumo di bibite gasose è realmente distruttivo, con la conseguenza che ricade con maggiore pesantezza sui bambini con bassi redditi, direi che Sanders, in questo caso, è del tutto dalla parte sbagliata. Di fatto, ho molti dubbi che egli avrebbe sollevato quella questione se non stesse ancora sperando di farcela, con un qualche tipo di ‘lancio dell’Ave Maria’ [2] di natura politica.

 

 

[1] Ovvero, l’obbligo del quale di discuteva di acquistare una assicurazione sanitaria. Che poi venne recepito dalla legge di riforma, assieme alla previsione di sussidi finanziari ai meno abbienti e di tasse sui più ricchi, a copertura di tali sussidi.

[2] La storia del “lancio dell’Ave Maria (‘Hail Mary’)” è buffa e merita di essere raccontata. Nel football americano il “lancio dell’Ave Maria” è un tentativo disperato, negli ultimi secondi di una partita, da parte di una squadra che sta perdendo. A quel punto un giocatore della squadra perdente (il “quarterback”) si produce in un lancio lunghissimo sino alla parte terminale opposta del campo, dove la sua squadra si è tutta raccolta per ricevere il passaggio e portare la palla in meta.  Raramente la cosa funziona, ma quando funziona si ribaltano le sorti dell’incontro.

Fu quello che accadde nel 1975 in uno storico incontro di playoff tra i Dallas Cowboys ed i Minnesota Vikings. Il giocatore Roger Staubach – di fede cattolica, pare – fece il lancio fortunato che sovvertì il risultato dell’incontro, e gli venne chiesto cosa avesse pensato nel momento decisivo. Rispose: “Ho chiuso gli occhi e ho detto un’Ave Maria!” Ecco il momento decisivo:

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