maggio 2016 Archive

Confidenza con la matematica, di Paul Krugman (New York Times 30 maggio 2016)

Pare che i resoconti giornalistici delle elezioni presidenziali americane abbiano toccato la vetta della disinformazione. Non si tratta neppure della resistenza ad occuparsi di questioni di sostanza, anziché di aneddotica. Si tratta proprio dei numeri e della lettura dei sondaggi. Che non andrebbero usati scegliendo quelli che ci piacciono, ma facendo delle medie; in modo da non cadere nella tentazione della faziosità, e correggere i 'picchi' casuali', per definizione inevitabili. La matematica, sinora, dice che la possibilità di una riscossa di Sanders è pari a quella di un impatto di una cospicua meteora; inoltre dice che la Clinton è avanti nelle previsioni sulle elezioni generali su Trump, con un margine abbastanza chiaro. Dopodiché le cose possono anche cambiare, ma questa è la matematica di oggi.

Le illusioni sulla competenza di Trump, di Paul Krugman (New York Times 27 maggio 2016)

Alcuni sondaggi dicono che gli elettori hanno fiducia nella capacità di Trump di gestire l'economia pubblica, e questo forse dipende dalla loro sensazione che egli abbia avuto successo nel gestire i propri affari. A parte il fatto che anche questo è assai discutibile, il punto è che che si tratta di cose del tutto diverse. Trump si espresse nell'autunno scorso per tagli ai salari. Un imprenditore che pensa ai fatti suoi può arrivare a quella conclusione, ma per l'economia americana sarebbe un disastro. L'esatto contrario di quello che è necessario oggi, con effetti diretti gravi per la parte più grande dell'economia che vende prodotti nazionali sul mercato nazionale, ed anche per la parte che si misura con la competizione internazionale, visto che i tagli salariali di solito portano ad un dollaro più forte. Gli elettori comprenderanno quella differenza?

Le conseguenze economiche della Brexit, di Philippe Legrain (da Project Syndicate, 16 maggio 2016)

[1] Come è noto, neologismo che significa l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea. [2] L’Area Economica Europea (EEA) è la conseguenza di un accordo del ...

La BCE garantisce un aiuto sul debito a tutte le nazioni dell’eurozona, eccetto la Grecia di Paul De Grauwe (da Social Europe, 19 maggio 2016)

       

Il ricordo delle espansioni passate, di Paul Krugman (New York Times 23 maggio 2016)

Si discute del possibile ruolo di Bill Clinton, nel caso di un successo di sua moglie Hillary alle prossime elezioni. La cosa, in sé, non è così importante, anche se si può comprendere che sia un argomento utilizzato in questa campagna elettorale, dato che gli americani hanno un buon ricordo degli anni di Bill Clinton. Quello che conta di più è, piuttosto, ricordare perchè furono anni positivi, con livelli di crescita considerevoli nell'economia, nei posti di lavoro e nei salari (che, sotto Reagan non crebbero affatto). Non dipese dal 'tocco magico' di Clinton; dipese molto dal fatto che l'economia americana intuì come utilizzare i computer. Così crebbero la produttività, il lavoro ed anche i salari. Anche se Clinton, evidentemente, attuò politiche che non ostacolarono quel boom. Politiche, peraltro, che avevano al centro un innalzamento delle tasse sui più ricchi.

Il Partito Repubblicano non è l’America, la Clinton non è Rubio (dal blog di Krugman, 16 maggio 2016)

[1] L’intervista è apparsa sul Washington Post del 16 maggio. Il consulente della Clinton è Joel Benenson. [2] Il riferimento è ad un dibattito tra ...

Correttezza e libero commercio, di Dani Rodrik (da Project Syndicate, 12 maggio 2016)

       

La guerra di Obama sull’ineguaglianza, di Paul Krugman (New York Times 20 maggio 2016)

Due importanti notizie della settimana: Trump ha confermato che, se eletto, intende abrogare la legge di riforma del sistema finanziario, denominata Dodd-Frank. Nel contempo, la Amministrazione Obama - con una iniziativa che era nelle competenze dell'esecutivo - ha deliberato nuove linee guida sul pagamento degli straordinari dalle quali trarranno vantaggi più di dodici milioni di lavoratori. Entrambe le notizie ci dicono che il risultato ottenuto da Obama sul tema dell'ineguaglianza è molto più rilevante di quello che si sente dire. La riforma del sistema finanziario, per quanto inedeguata, pone un serio limite all'onnipotenza dei banchieri, il che spiega l'unanimità del Partito Repubblicano nel volerla abrogare. La misura sul pagamento degli straordinari avrà effetti tutt'altro che banali. Di fatto, con Obama sono aumentate le tasse sui più ricchi (sono tornate alle aliquote fiscali precdenti a Reagan) e con esse si sono pagati i costi per i sussidi ai redditi più bassi, in particolare nella riforma sanitaria. Ovvero: la politica conta e le prossime elezioni saranno decisive.

Soldi dall’elicottero: una vecchia novità di Marcello Minenna (da Social Europe, 17 maggio 2016)

       

Serve una politica, di Paul Krugman (New York Times 16 maggio 2016)

La spesa pubblica per i nidi e le scuole materne in rapporto al reddito nazionale, negli Stati Uniti, è agli ultimi posti delle graduatorie internazionali, appena superiore a quello dell'Estonia. Corrisponde alle 0,4 per cento del PIL, contro l'1,2 per cento della Francia. Non esiste l'istituto del congedo retribuito per i genitori di neonati. Inoltre, se si considerano quelle percentuali, non si tratta di una politica che richiederebbe grande spesa pubblica. Di recente la Clinton ha proposto un programma che parrebbe fortemente innovativo. Se le cronache di questa campagna elettorale fossero più sensate, quella politica dovrebbe essere un aspetto discriminante negli orientamenti degli elettori.

La nuova era dei monopoli, di Joseph E. Stiglitz (da Project Syndicate, 13 maggio 2016)

[1] Dal nome del fondatore della cattedra, presso lo All Souls College di Oxford (Inghilterra), Henry Drummond. Tra coloro che hanno ricoperto tale incarico, durante ...

Trump e le tasse, di Paul Krugman (New York Times 13 maggio 2016)

La prima notizia Trump non intende rendere note le sue dichiarazioni al fisco. La seconda è che, accingendosi a passare dalle primarie alle elezioni generali, ha deciso di avvalersi di due presunti esperti, notizia che ha fatto sobbalzare tutti gli economisti d'America. Perchè si tratta di due membri del gruppo dirigente repubblicano che in questi anni hanno sistematicamente pronosticato il contrario di tutto quello che è successo. Si potrebbe pensare che non voglia rendere note le tasse che dichiara perchè teme di apparire come un evasore; si potrebbe pensare che abbia scelto quei due soggetti semplicemente per ingraziarsi il gruppo dirigente repubblicano. Ma la psicologia di Trump è sui generis. E' probabile che non dica i suoi guadagni, perchè testimonierebbero che non è poi così ricco. E che abbia scelto quei due consulenti solo perchè li ha visti in televisione.

Elicotteri al guinzaglio, di Adair Turner (da Project Syndicate, 9 maggio 2016)

[1] Allianz SE, (già AG) è una società di servizi finanziari con sede a Monaco di Baviera, in Germania. È la prima Compagnia al mondo ...

Ben Bernanke e il lancio democratico dei soldi dall’elicottero di Simon Wren-Lewis (dal blog Mainly macro, 4 maggio 2016)

[a] “Helicopter Money”. Per comprendere il significato, vedi il recentissimo post di Bernanke qua tradotto “Quali strumenti sono rimasti alla Fed? Parte terza: i soldi ...

Elicotteri in soccorso di economie incagliate, di J. Bradford DeLong (da Project Syndicate, 29 aprile 2016)

[1] Per una migliore informazione sulla scuola “ordoliberista” di Friburgo, si possono leggere le pagine di Lorenzo Mesini sulla rivista on-line ‘Pandora’. Sostanzialmente, si tratta, ...

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