Apr 30 1:28 pm
Doing some homework on the European economy, and I found myself dissatisfied with many of the comparisons between the US and Europe since the crisis, including this one. Why? For the same reason I think you need to be careful when writing downbeat pieces about Japan: demography.
In Japan’s case, the working-age population has been shrinking since the late 1990s; when you correct for that, Japan’s performance doesn’t look nearly as bad as a raw growth-rate comparison suggests. Well, the euro area has had a (slightly) shrinking population aged 15-64 since 2008, while the US has not (although our growth is slowing). How does this affect the picture, and what changes?
Europe still does badly, but not by as bad a margin as the raw numbers say:
AMECO database
Furthermore, the shortfall doesn’t start right away. Things really go off track only in 2011-2012, when the U.S. recovery continues but Europe slides into a second recession. That’s also when the euro area inflation rate slips definitively below target, where the US rate doesn’t to the same degree:
Eurostat, FRED
What was happening in 2011-2012? Europe was doing a lot of austerity. But so, actually, was the U.S., between the expiration of stimulus and cutbacks at the state and local level. The big difference was monetary: the ECB’s utterly wrong-headed interest rate hikes in 2011, and its refusal to do its job as lender of last resort as the debt crisis turned into a liquidity panic, even as the Fed was pursuing aggressive easing.
Policy improved after that, with Mario Draghi’s “whatever it takes” stabilizing bond markets and a leveling off of austerity. But I think you can make the case that the policy errors of 2011-2012 rocked the euro economy back on its heels, pushed inflation down by around a percentage point, and created enduring weakness — because it’s really hard to recover from deflationary mistakes when you’re in a liquidity trap.
Oh, and America might have turned European too if the Bernanke-bashers of the right had gotten what they wanted.
Quando l’Europa inciampò
Facendo qualche ripasso sull’economia europea, mi sono scoperto insoddisfatto su molti dei confronti tra gli Stati Uniti e l’Europa dal momento della crisi, compreso quello in questa connessione [1]. Perché? Per la stessa ragione per la quale penso sia necessario essere scrupolosi quando si scrivono articoli deprimenti sul Giappone: la demografia.
Nel caso del Giappone, la popolazione in età lavorativa si è ristretta a partire dagli anni ’90; quando se ne tiene conto, l’andamento del Giappone non appare neanche lontanamente così negativo come un grossolano confronto dei tassi di crescita suggerirebbe. Ebbene, l’area euro ha avuto un (leggero) restringimento della popolazione tra i 15 ed i 64 anni a partire dal 2008, mentre gli Stati Uniti no (sebbene la nostra crescita stia rallentando). Come questo influenza il quadro, e cosa cambia?
L’Europa ha ancora un andamento negativo, ma non per un margine così negativo come dicono i dati grezzi [2]:
Database Ameco
Inoltre, la caduta non comincia da subito. Le cose vanno realmente fuori strada nel 2011-2012, quando la ripresa degli Stati Uniti prosegue mentre l’Europa scivola in una seconda recessione. Che è anche quando il tasso di inflazione dell’area euro scivola definitivamente al di sotto dell’obbiettivo, laddove il tasso degli Stati Uniti non scivola nella stessa misura [3]:
Eurostat, FRED
Cosa stava accadendo nel 2011-2012? L’Europa era alle prese con molta austerità. Ma lo stesso, per la verità, era negli Stati Uniti, tra l’esaurimento delle misure di sostegno e i tagli al livello degli Stati e delle comunità locali. La grande differenza era monetaria: gli ostinatamente sbagliati rialzi dei tassi della BCE nel 2011, e il suo rifiuto di fare il suo lavoro come prestatore di ultima istanza, quando la crisi del debito si trasformò in un panico di liquidità, anche quando la Fed stava perseguendo una politica di facilitazione aggressiva.
Dopo quello, la politica migliorò con il “tutto quello che serve” di Mario Draghi, stabilizzando i mercati dei bond e stabilizzando l’austerità. Ma penso che si possa avanzare la tesi che gli errori della politica negli anni 2011-2012 tornarono a scuotere l’economia euro alle fondamenta, spingendo in basso l’inflazione di quasi un punto percentuale, e crearono una debolezza duratura – perché è veramente difficile riprendersi da errori deflazionistici quando si è in una trappola di liquidità.
E va aggiunto che l’America potrebbe aver preso la strada dell’Europa se i fustigatori dei Bernanke della destra avessero ottenuto quello che volevano.
[1] Il riferimento è ad un articolo di Peter S. Goodman sul NYT del 29 aprile 2016.
[2] La tabella mostra l’andamento del PIL procapite (per adulto in età lavorativa, ovvero tra i 15 ed i 64 anni), negli Stati Uniti e in Europa. Come si vede la differenza diventa evidente solo con la seconda recessione europea, perché nella primavera del 2011 gli andamenti sono identici.
[3] La tabella mostra l’andamento della inflazione sostanziale (ovvero, della inflazione depurata delle voci più volatili, come l’energia ed altri prezzi delle materie prime). Anche qua si notano due storie diverse a partire dal 2011, quando la bassa inflazione si impone nei paesi europei.
By mm
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