giugno 2016 Archive

Quali pensatori illustreranno il nostro futuro? di Bradford DeLong (da Project Syndicate, 28 giugno 2016)

       

Contro l’eurotimidezza (dal blog di Krugman, 26 giugno 2016)

       

Note con le quali mi pronuncio affinché gli imbrattacarte accademici e gli economisti positivi condividano un po’ di fervore utopistico, nel rispetto del disegno istituzionale dell’Eurozona, di Brad DeLong (dal blog bradford-delong.com, 25 giugno 2016)

[1] Come forse si intuisce, la traduzione non è molto agevole. “Funct”, secondo Urban.dictionary, è un antonimo di “defunct”, e insieme forse una abbreviazione di ...

Rendere l’eurozona più capace di risposta: cosa è necessario subito e cosa può aspettare, Autori Vari (da VOX.eu, 25 giugno 2016)

[1] È la traduzione di solito utilizzata per la svolta di politica monetaria che venne annunciata da Mario Draghi nel famoso discorso del 26 luglio ...

Il disastro democratico del Regno Unito, di Kenneth Rogoff (da Project Syndicate, 24 giugno 2016)

[1] Il testo dice “su minoranze”, forse intendendo che nel caso inglese si è trattato in effetti di una minoranza degli elettori. [2] Il termine ...

Il mattino dopo la Brexit (dal blog di Krugman, 24 giugno 2016)

[1] Ovvero, senza la Scozia, senza l’Irlanda del Nord (per la quale si chiede oggi l’unificazione con l’Irlanda) e magari senza il Galles, dove pure ...

Il trionfo dei giornali popolari, di Simon Wren-Lewis (dal blog Mainly Macro, 24 giugno 2016)

[1] Questa è l’espressione che nella campagna elettorale britannica è stata usata dai sostenitori dell’uscita dall’UE, ad indicare che tutte le analisi economiche degli avversari ...

L’impatto della Brexit sull’economia mondiale, di Anatole Kaletsky (da Project Syndicate, 17 giugno 2016)

  L’impatto della Brexit sull’economia mondiale di Anatole Kaletsky LONDRA – Il comportamento febbrile dei mercati finanziari di fronte al referendum del 23 giugno nel ...

“Troppo lungo, non l’ho letto” e la macroeconomia moderna (per esperti) (dal blog di Krugman)

[1][1] Sembra che “tl;dr” stia per “too long, I didn’t read”. Vedi UrbanDictionary. [2] Si riferisce al termine “wonkish”, che significa “sgobbone, studioso, molto esperto”; ...

Un racconto di due Partiti, di Paul Krugman (New York Times 20 giugno 2016)

Come mai il 'fenomeno' Trump pare non si stia ripetendo, in questo avvio della campagna delle elezioni generali? Perché l'America non è un paese composto solo da uomini bianchi arrabbiati, come la base repubblicana. Perché la Clinton ha spessore, diversamente dai competitori di Trump, come Bush o Rubio. Ma anche perché il partito democratico è tutt'altra cosa da quello repubblicano. Il suo gruppo dirigente è assai più solido, perché è sorretto da una base che ha interessi reali e li persegue, e non è solo il riflesso di una rabbia ideologica. In effetti, Trump ha sovvertito l'equilibrio repubblicano perché esso era già inconsistente da tempo. Un po' come quando cadde il Muro di Berlino, e nessuno si aspettava che il Comunismo fosse così fragile. Fenomeni entrambi che erano già spenti dentro.

Una domanda alla Fed (dal blog di Krugman, 18 giugno 2016)

[1] FOMC è lo strumento delle decisioni strategiche della Fed, e significa Commissione Federale a Mercato Aperto. [2] Per ‘investimenti non residenziali’ si intendono gli ...

Stanno imparando i nostri economisti? (dal blog di Krugman, 18 giugno 2016)

[1] Ovvero, Mankiw. [2] Vedi sulle note della traduzione, a proposito della scuola “freshwater” e “saltwater”.        

Quando la virtù non funziona (dal blog di Krugman, 17 giugno 2016)

[1] Dal tedesco: “E’ impossibile!”        

Fantasticherie di schiavitù al Wall Street Journal (15 giugno 2016)

       

Timori, ripugnanza e Brexit, di Paul Krugman (New York Times 17 giugno 2016)

Krugman spiega perché, se potesse votare, voterebbe contro la Brexit, sia pure senza alcuna contentezza. Dal punto di vista economico sembra indubbio che uscire dall'UE sarebbe negativo per gli inglesi. Ma è anche indubbio che l'Europa a guida tedesca sembra incapace di riformarsi, ed i danni impliciti nell'euro e rafforzati dalla politica dell'austerità non sono diventati una lezione per nessuno. Si deve scegliere, dunque, tra due linee non esaltanti. E un argomento, probabilmente, è quello avanzato da Simon Wren Lewis: che andarsene oggi sarebbe probabilmente irreversibile, mentre restare non comprometterebbe la possibilità di mettere in crisi successivamente un equilibrio che si dimostrasse irriformabile.

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