by Simon Wren-Lewis
There is a lot of talk right now about an angry, mainly old working class who used Brexit as a way of kicking back at an establishment that had brought them nothing but grief over the last decade. The Leave campaign managed to channel that into anger at the EU, even though it had precious little to do with the EU. The key is to ask how did that happen, and why did it not happen just one year ago?
In the 2015 general election Labour highlighted the decline in UK real wages, and promised more money for public services. They were defeated – no angry electorate wanting to get rid of the establishment then. Did that electorate feel passionate about European migration? UKIP only managed to get one MP elected.
In 2015 the electorate voted Cameron back in because they thought the Conservatives were more competent at running the economy, and that Cameron would be a better leader than Miliband. In the last few hours we can clearly see that both beliefs are incorrect, and some of us said it back then. But that cannot be the whole story because that same leader with the same economic competence has just been heavily defeated.
Did people just vote for the higher food and petrol prices that sterling’s depreciation will bring? Of course not. Nor did they vote for a possible recession. They did vote for lower immigration, but only in a small minority of cases because they dislike immigrants. People thought less immigration would lead to a better NHS, more secure jobs and higher real wages. They may get lower immigration, in time, but they will certainly will not get a better NHS and substantially better working conditions as a result.
It is tragic that we have left the EU. But what is equally tragic is that people who voted for that are very quickly going to find out that they were sold a pig in a poke. They have been deceived, and that will only increase the disillusion and disenchantment with the political system. Of course we should blame Johnson and Farage and the rest: the UK has paid a very high price to facilitate political ambition. Of course we should blame Cameron and Osborne for taking the referendum gamble and stoking anger with austerity. But a few politicians alone are not capable of fooling the electorate so consistently. To do that they need to control the means of communicating information.
In 2015 I argued that mediamacro had won it for Cameron and Osborne, and pretty well no one took this seriously. Just a year later, the united voice of economists has been successfully dismissed as Project Fear. Not by the people, but by politicians working together with most of the tabloid press, and a broadcast media obsessed with ‘balance’. The tabloid press has groomed its readers for Brexit. If any good is to come out of this, it will involve defeating most of the tabloid press, and then forever reducing their influence. And given the power of that media, this can only be done by a united opposition that is prepared to cooperate in an effort to beat Johnson and Farage.
There is also a very big warning here for the US. Clinton may be ahead now, but do not underestimate the power of the media (which is still giving Trump much more coverage) to turn that around.
Brexit is perhaps the first major casualty of the political populism that has followed the financial crisis and austerity. That populism triumphed in the UK because the establishment underestimated its power and did nothing to tackle the resentment on which it feeds and the misinformation on which it thrives. It has been strong enough to turn a traditionally outward looking nation into one that turns its back on its neighbours. The leaders as well as the people of other countries should not make the same mistake as the UK just made.
Il trionfo dei giornali popolari,
di Simon Wren-Lewis
C’è un gran parlare su una classe operaia arrabbiata, principalmente anziana, che ha usato la Brexit come un modo per bocciare un gruppo dirigente che le aveva portato niente altro che guai nell’ultimo decennio. La campagna per l’uscita dell’Inghilterra dalla UE ha operato in modo da canalizzare tutto ciò verso l’Unione Europea, anche se aveva pochissimo a che fare con l’UE. La cosa principale è chiedersi come è accaduto, e perché non accadde solo un anno fa?
Nelle elezioni generali del 2015 il Labour mise in evidenza il declino dei salari reali nel Regno Unito, e promise più soldi per i servizi pubblici. Venne sconfitto – nessun elettorato arrabbiato allora volle disfarsi del gruppo dirigente. Si appassionò, quell’elettorato, al tema della emigrazione europea? L’UKIP riuscì soltanto ad ottenere un parlamentare eletto.
Nel 2015 l’elettorato votò nuovamente Cameron perché credeva che i conservatori fossero più competenti nel gestire l’economia, e che Cameron sarebbe stato un leader migliore di Miliband. Nelle ultime ore ci siamo resi conto chiaramente che entrambe quelle convinzioni erano sbagliate, e alcuni di noi l’avevano detto in precedenza. Ma tutta la storia non può ridursi a questo, giacché lo stesso leader con la stessa competenza economica è appena stato pesantemente sconfitto.
La gente ha appena votato per i prezzi più alti dei generi alimentari e del petrolio che la svalutazione della sterlina provocherà? Ovviamente, non è così. Non hanno neppure votato per una possibile recessione. Hanno votato per una immigrazione minore, ma solo in una piccola minoranza di casi perché non gradiscono gli immigrati. La gente pensava che una minore immigrazione avrebbe portato ad un sistema sanitario nazionale migliore, a posti di lavoro più sicuri ed a salari reali più alti. Come risultato, col tempo, potranno avere minore immigrazione, ma non avranno certamente un miglior sistema sanitario e neppure condizioni di lavoro sostanzialmente migliori.
È tragico che abbiamo lasciato l’Unione Europea. Ma quello che è egualmente tragico è che le persone che hanno votato per questo scopriranno rapidamente di aver comprato una cosa per un’altra. Sono stati ingannati, e questo soltanto aumenterà la disillusione e il disincanto per il sistema politico. Naturalmente dovremmo dare per tutto questo la colpa a Johnson ed a Farage e a tutto il resto: il Regno Unito ha pagato un prezzo molto elevato per facilitare le loro ambizioni politiche. Ma pochi uomini politici non sono capaci di ingannare in modo così sistematico l’elettorato. Per farlo hanno bisogno di controllare i mezzi di comunicazione.
Nel 2015 sostenni che l’economia dei media aveva vinto per conto di Cameron e di Osborne, e grosso modo nessuno lo prese sul serio. Solo un anno dopo, l’opinione convergente degli economisti è stata con successo liquidata come il “Progetto della Paura” [1]. Non dalla gente, ma da politici che operano assieme a gran parte della stampa popolare [2], e da media radiotelevisivi ossessionati dall’idea di trattare ‘con equilibrio’ le diverse opinioni. La stampa dei tabloid ha istruito i propri lettori all’uscita dell’Inghilterra dall’UE. Se ci sarà qualcosa di buono in questo, consisterà nella sconfitta di gran parte della stampa popolare, e nella successiva riduzione per sempre della sua influenza. E dato il potere di questi media, questo potrà essere fatto solo da una opposizione unita che è pronta a cooperare nello sforzo di battere Johnson e Farage.
In questo c’è anche un ammonimento molto grande per gli Stati Uniti. Adesso la Clinton può essere favorita, ma non si sottovaluti il potere dei media (che stanno ancora prestando molta maggiore attenzione a Trump) nel capovolgere questa situazione.
La Brexit è forse la prima importante vittima del populismo politico che è seguito alla crisi finanziaria e all’austerità. Quel populismo ha vinto nel Regno Unito perché i gruppi dirigenti hanno sottostimato il suo potere e non hanno fatto niente per contrastare il risentimento del quale si alimenta e la disinformazione sulla quale prospera. È stato sufficientemente forte per trasformare una nazione tradizionalmente lungimirante in una nazione che volta le spalle ai propri vicini. Sia i dirigenti che la gente degli altri paesi non dovrebbero fare gli stessi errori che il Regno Unito ha appena fatto.
[1] Questa è l’espressione che nella campagna elettorale britannica è stata usata dai sostenitori dell’uscita dall’UE, ad indicare che tutte le analisi economiche degli avversari erano finalizzate soltanto a provocare paure irrazionali.
[2] Più precisamente il “tabloid” è un giornale di dimensioni che sono circa la metà dei giornali tradizionali (30 x 43 all’incirca), con articoli e notizie assai concisi e sommari.
By mm
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