giugno 2016 Archive

Note sulla Brexit (dal blog di Krugman, 12 giugno 2016)

[1] Si tratta dei benefici che le imprese traggono dall’operare una vicina all’altra, in sistemi di rete. [2] “To-mah-to” è una espressione inglese (viene dalle ...

Un partito alla deriva sugli imbrogli, di Paul Krugman (New York Times 13 giugno 2016

I media americani sono adesso molto interessati da vari scandali di Trump: dai soldi estorti agli studenti della Trump University, alle centinaia di cause per lavori non pagati, al fallimento del Casinò a Las Vegas ai danni degli investitori. Ma perché questi temi, nelle settimane e mesi passati, non furono messi al centro dello scontro da parte dei suoi avversari repubblicani? Probabilmente perché quegli scandali, che erano già noti, non venivano considerati rilevanti e neanche insoliti. La qualcosa illumina la posta in gioco nelle prossime elezioni di novembre.

La verità sul movimento di Sanders (dal blog di Krugman, 23 maggio 2016)

[1] È l’espressione recente che indica i “sostenitori più accaniti” di Sanders. Letteralmente “i fratellini di Bernie”; nello stesso senso in cui un tempo si ...

Perchè le energie rinnovabili non bastano, di Ajay Mathur e Adair Turner (da Project Syndicate, 11 maggio 2016)

       

Hillary e il fattore ‘orizzontale’, di Paul Krugman (New York Times 10 giugno 2016)

La vicenda politica americana di queste settimane si spiega molto meglio se si considera la divisione razziale, ovvero il peso politico delle differenze etniche, nella popolazione americana. Gli elettori bianchi all'epoca di Reagan erano l'80 per cento della popolazione, sono quasi il 60 per cento oggi. I repubblicani si sono fatti forti per decenni sui pregiudizi razziali dei bianchi, che oggi finiscono per creare un clima di sospetto non solo sulla popolazione di colore, ma anche sugli ispanici, sugli ebrei e sugli asiatici; che tutti assieme hanno oggi una consistenza demografica diversa dal passato. In sostanza l'America, con la sua storia di schiavitù e di forti differenze etniche, mostra un volto politico profondamente segnato dalla appartenenza ai gruppi culturali. Al punto che non è difficile immaginare che lo scontro elettorale sarà in buona misura uno scontro di identità collettive, prima ancora che di idee e di programmi.

Una interruzione che angoscia, di Paul Krugman (New York Times 6 giugno 2016)

Il rapporto sull'occupazione ha messo in evidenza un segnale di forte rallentamento della crescita americana. Ci possono essere cause contingenti, ma è probabile che ci sia l'effetto del rafforzamento del dollaro e della conseguente minore competitività. Del resto, i declini sono fenomeni ordinari, ai quali si può ordinariamente rispondere con misure di sostegno pubbliche. Ma questo lo potrebbe fare un democratico alla Casa Bianca, che godesse del sostegno di entrambi i rami del Congresso. La qualcosa, soprattutto la seconda, non appare molto probabile. Ed anche una ripresa di una politica monetaria di 'facilitazione quantitativa' non appare semplice, se si considerano gli attacchi ai quali quella politica è stata sottoposta in questi anni. Dunque, se il fenomeno non è contingente, ci sono ragioni per preoccuparsi seriamente.

L’Es che si è mangiato il Pianeta, di Paul Krugman (New York Times 3 giugno 2016)

Il negazionismo del cambiamento climatico è ormai privo di ogni argomento. Uno scenario da incubo è sempre più vicino, eppure mai come oggi le conquiste della scienza nelle energie alternative offrono una soluzione relativamente a portata di mano. I conservatori sono impermeabili a questi argomenti, per ossequi alla ideologia ed agli interessi. Ma forse c'è un terzo motivo: talvolta solo l'idea di dover rinunciare a qualcosa di banale fa infuriare tanta gente (di solito uomini). Trump sembra infuriato - da quanto afferma lui stesso - con certe regole ambientali perchè gli arrecano personali fastidi. Ad esempio, rendono meno efficace lo spray che usa nei capelli. Ci sarebbe da ridere, se non stesse accadendo che il Partito Repubblicano si viene aggregando attorno alla sua candidatura, mentre i democratici tardano a farlo con la loro candidata.

La falsa promessa dei tassi di interesse negativi, di Robert Skidelsky (da Project Syndicate, 24 maggio 2016)

[1] Per “prestito/mutuo commerciale” si intende semplicemente una soluzione di finanziamento che una impresa può avviare con un istituto finanziario.        

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